Introduzione
Ormai diverse persone in Italia, a titolo individuale, hanno deciso di appoggiare in vario modo lo sciopero della fame dei prigionieri palestinesi.
A Varese si è scelto per ora un digiuno, a turno, come si legge nel messaggio che abbiamo costruito per comunicare la nostra adesione ai media ed a tutti i possibili interessati.
Dobbiamo un grosso grazie a Silvia, di ISM International, che da Gaza ha voluto informarci e che, insieme a chi là partecipa direttamente alla protesta, ha accolto l’idea di allargare le iniziative anche altrove, ponendo come unica condizione quella di adesioni senza sigle:
“Come dicono qui, alam filisteen u bas, bandiera palestinese e basta”.
Ciao da Anna, Filippo, Fiorella, Gisa, Valeria
.........
Anche a Varese, come in altre città italiane e del mondo, un gruppo di persone, a titolo individuale, vuol manifestare la propria vicinanza a tutti i prigionieri palestinesi rinchiusi nelle prigioni israeliane, compresi donne e minori, (http://www.infopal.it/leggi.php?id=17012 ).
Molti di questi prigionieri stanno praticando in questo periodo un duro sciopero della fame, con richieste minimali: non chiedono di essere liberati, semplicemente , ma solo di essere trattati umanamente, almeno (http://nena-news.globalist.it/?p=13386 ).
Non chiedono di esser liberati perché sanno che se lo facessero ne morirebbero moltissimi di fame prima che qualcuno riuscisse davvero a ritornare libero.
Ma di cosa sarebbero “colpevoli”, queste persone ?
Di resistenza, cioè di “legittima difesa”, e quanto ìmpari!
Possiamo poi immaginare che tribunali saranno, quelli della (pre-)potenza occupante che li giudicano “colpevoli” .
Per non dire di coloro che non sono nemmeno stati incolpati di alcun reato, e non verranno mai processati, perché in “detenzione amministrativa”, alla mercè dei loro illegali occupanti ed altrettanto illegali detentori-torturatori-assassini.
Ma noi, da qui, da liberi cittadini, possiamo e vogliamo chiedere con forza anche la liberazione di tutti loro ! *
A Varese abbiamo scelto, come forma di solidarietà, di fare a turno un digiuno di un giorno (dal risveglio si beve solo thè sino al risveglio del giorno dopo);
sabato 15 ottobre digiuna Anna, domenica 16 Gisa, lunedì 17 Valeria, martedì 18 Fiorella, ….. etc.
*NOTA:
ora l’ occupante pare ne liberi poco più di mille (su oltre seimila), per uno scambio con un solo suo soldato (fatto prigioniero mentre agiva in armi sulla terra palestinese).
Mille sono pur tanti, e ci uniamo alla gioia loro e dei loro familiari.
Ma mille a uno; quale maggior segno di disprezzo razzista?
E cosa ne sarà degli altri 5.000 ? ....
Per informazioni sul digiuno in corso e sul come aderire:
Filippo Bianchetti
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