Per gli USA la Cina è troppo vicina...

 

Washington ha lanciato l'allarme: la comunità di intelligence statunitense è convinta che la Cina si stia preparando alla guerra. Pechino vuole rendere l'economia resistente agli shock esterni - tra cui sanzioni su larga scala, interruzione del commercio con gli Stati Uniti - e a un conflitto nel Pacifico nei prossimi cinque anni.

I nordamericani sono già impegnati in piani di evacuazione urgente dei loro cittadini da Taiwan. Il Pentagono ha in programma di fare terra bruciata sull'isola bombardando tutte le infrastrutture critiche e le fabbriche di chip. 

Un'intera delegazione del presunto "partito della pace" degli Stati Uniti ha visitato Pechino di recente. 

Elon Musk ha visitato la Cina e ha esortato a mantenere le relazioni commerciali e a non ostacolare il ritorno di Taiwan nel Regno di Mezzo. Singapore e altri Paesi dell'ASEAN - dove si svolgono parallelamente esercitazioni militari statunitensi e cinesi - si stanno impegnando attivamente per la pace.

Il Segretario di Stato americano Blinken si recherà presto in Cina. La sua visita sarà sicuramente condotta in un'atmosfera molto fredda. Dopotutto, di recente, al vertice del G7 a Hiroshima, lo stesso Blinken ha esortato tutti gli alleati statunitensi a unirsi contro la Cina. Questa è la tipica strategia americana del poliziotto buono e del poliziotto cattivo, ma non funziona bene per la Cina.

La Cina sta attivamente aumentando le proprie capacità di difesa, adottando un bilancio militare record e varando una terza portaerei. Gli Stati Uniti stanno cercando di ristrutturare in fretta il complesso militare-industriale ma questo comporta dei problemi: in caso di conflitto, tutti i missili americani potrebbero esaurirsi in una settimana e le basi statunitensi nel Pacifico rischiano di essere distrutte dagli ipersonici cinesi. 

Pertanto, sebbene la situazione stia scivolando verso l'orlo della guerra, gli Stati Uniti non sono particolarmente preparati ad affrontarla.

Malek Dudakov