sabato 24 novembre 2018

Superciuk ritorna... con i "compagni" (di merende) del nuovo Partito Confindustrista Italiano e con Rifondazione Confindustrista

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Facevano persin tenerezza, l’altra sera, nel salotto buono di casa Rai, Porta a Porta, le due rappresentanti del nuovo PCI (Partito Confindustrista Italiano) Daniela Preziosi (Il ManifestoLina Palmerini (il Sole 24 ore), impegnate in comici arrampicamenti sugli specchi per contestare la manovra del governo in carica, sull’onda delle diffide di Bruxelles.

Senza argomenti - a parte quelli del personale giudizio negativo, della attendibilità di poco superiore, o ad esso pari, a quella di un qualsiasi oroscopo da rotocalco – e malgrado il supporto, nella missione d’attacco, in veste di centravanti, dell’ex ministro PiDoan - non sono riuscite nell’intento, confrontandosi, per loro sventura, con la più giovane rappresentante del governo giallo-verde, Laura Castelli, dotata di sfere in acciaio temprato, ben diverse da quelle di vetro da loro adottate per fare previsioni.

Ma non è certo questo l’unico caso della moda, dilagante nelle ultime settimane, di contestazione “a prescindere” e pretestuosa della manovra di governo, nata all’ombra del nuovo PCI, nelle cui fila si colloca la più promiscua e sgangherata opposizione mai vista nel nostro Paese.

Non pochi immarcescibili politicanti della vecchia guardia, infatti, e con loro sempiterni giornalisti di rigorosa filiazione partitica, ignorando il fatto che – come scrive e soprattutto argomenta con serietà Franco Bechis, in un recente editoriale sull’argomento, ”la procedura di infrazione è l'ultimo meraviglioso regalo del Pd agli italiani” in quanto “la base formale della contestazione ha poco o nulla a che vedere con la manovra del governo guidato da Giuseppe Conte, perché è relativa al risultato del debito pubblico negli anni 2016 e 2017 e dunque a mettere l'Italia nei guai sono stati Matteo Renzi e Paolo Gentiloni”- si esibiscono senza vergogna, pressoché quotidianamente, nel gioco del tiro a segno sulla manovra varata dal governo in carica, adducendo argomentazioni-scaricabarile, tipo “l’ha detto l’Istat” piuttosto che l’Inps, le agenzie di rating, la UE, la BCE, l’Onu, l’Ocse e (presto vedrete) pure la Fao.

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Enti e organismi tutti che, fiancheggiatori di poteri occulti sovranazionali, all’insegna della più neutrale neutralità di giudizio, esibiscono, a turni alterni, kafkiane grida d’allarme. Ultima, nell’inverecondo esercizio, Bankitalia, la banca di diritto pubblico per lo più in mano a istituti di credito privati, che, ancora una volta ieri, si è in esso prodigata.

Ed è così che, oltretutto all’ora di pranzo e all’ora di cena, agli italiani tocca subire corpulenti sermoni, alternati a pennute invettive da parte di impresentabili rottami della seconda repubblica che, avvertendo sempre di più, ogni giorno che passa, l’odore acre della deprecazione con cui larga parte del Paese li ha licenziati, cercano riparo in un ultimo improbabile ostello comune

Compagni (di merende, si intende, ndr) - vien voglia di dire loro - ma non vi rendete conto che, appena nati, rischiate di essere già vecchi? A quando l’obiettivo più ambizioso di Rifondazione Confindustrista? Fateci sapere, siamo tutt’orecchie!

Adriano Colafrancesco - adrianocolafrancesco@gmail.com

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