domenica 25 novembre 2018

Lega Antipredazione: “L’espianto è tortura con omicidio…”




Finalmente è stato introdotto il delitto di tortura nell’ordinamento italiano: “Art. 613-bis (Tortura)- Chiunque, con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza, ovvero si trovi in condizioni di minorata difesa, è punito con la pena della reclusione da quattro a dieci anni … se i fatti sono commessi da un pubblico ufficiale… da cinque a dodici anni… Se dai fatti deriva la morte quale conseguenza non voluta, la pena è della reclusione di anni trenta. Se il colpevole cagiona volontariamente la morte, la pena è dell’ergastolo”.


E’ fuor di dubbio che l’espianto è atto programmato e volontario per procacciare organi per trapianti.
E’ fuor di dubbio che di tortura si tratta quando la persona con lesione cerebrale per incidente o malattia viene sequestrata nella Rianimazione, posta sotto ventilazione non col fine unico di curarla, ma per esami non autorizzati e dannosi, finalizzati agli accertamenti dei caratteri immuno-genetici per la compatibilità al trapianto e valutazione della qualità degli organi. Di tortura si tratta nell’esecuzione di test dannosi per la dichiarazione autoritaria di “morte cerebrale” dichiarata a cuore battente (angiografia cerebrale, test dell’apnea che può produrre lo stato di “non ritorno” ecc.).
Ai genitori non è permesso di capire cosa sta succedendo, di stare vicino al proprio figlio, di trasmettergli amore ed energia. Poi i genitori frastornati vengono posti di fronte al bivio crudele di donare gli organi o staccare la spina, comunque in entrambi i casi un’esecuzione di morte nella tortura. Infatti di omicidio volontario si tratta quando sotto farmaci paralizzanti i chirurghi affondano il bisturi dall’ugola al pube per asportare organi pulsanti o quando viene sospesa la ventilazione senza svezzamento ai non donatori.
Al nostro Paolo 19enne, non curato, hanno espiantato prima le cornee poi, nel buio della cecità, il cuore, il fegato, i reni, in 7 lunghe ore di tortura sotto farmaci paralizzanti per contrastare le contrazioni del suo corpo.
Se questa non è tortura crudele e degradante con omicidio volontario sotto l’egida delle autorità sanitarie dello Stato, che cos’è?
Devono cadere le impunità dei poteri sanitari che tutto possono nel chiuso degli ospedali e Università. A noi hanno estorto una firma con l’inganno, mentendo e tacendo la verità: che l’espianto avviene a cuore battente su un vivo che ha perso la coscienza.
Avrò pace solo se questa legge contro il delitto di tortura avrà coerente applicazione e si darà uno stop alla politica di reclutamento tramite l’inganno.
Silvana Mondo madre di Paolo
Consigliera nazionale
Lega Nazionale Contro
la Predazione di Organi
e la Morte a Cuore Battente
http://www.antipredazione.org

1 commento:

  1. Scrive A.M.C. a commento dell'articolo: "Sottoscrivo totalmente l’intervento di Silvana e mi fa piacere che se ne parli in quanto sono sempre stata orripilata dalle pratiche di espianto come se il corpo umano fosse una scatola di pezzi di ricambio.

    É una questione molto delicata perché coinvolge persone che sono in gravissime condizioni e hanno bisogno di aiuto ma gli espianti come sono praticati attualmente con l’espiantato ancora in vita, con il cuore che batte, sono intollerabili, sono una tortura praticata su persone che non hanno alcuna possibilità di difendersi. Posso capire il dramma di coloro che hanno bisogno di organi di ricambio e ne sono profondamente toccata ma la pratica degli espianti è umanamente difficile da accettare, è necessario trovare altre soluzioni. AMC"

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