Un risultato così netto era inimmaginabile e questa volta i sondaggi hanno sbagliato per eccesso di prudenza. Il NO non soltanto vince, trionfa con margini di distacco che, secondo gli exit polla, sono abissali.
Ed è estremamente significativo che la partecipazione alle urne sia stata molto alta. Questo è stato autenticamente, un voto popolare, che non lascia spazio ad interpretazioni e ad ambiguità.
Gli italiani hanno bocciato una riforma costituzionale che, se fosse stata approvata, avrebbe incrinato alcuni dei principi fondanti della democrazia e della Repubblica. E contestualmente hanno bocciato irrevocabilmente un premier,
La prospettiva di dare a un premier di questa risma poteri che non hanno paragoni nelle democrazie occidentali è risultata intollerabile alla stragrande maggioranza degli elettori. E il fatto che Renzi si sia impegnato in prima persona con la foga di un gladiatore e facendo ampio ricorso a una propaganda che è risultata sovrastante e martellante rende ancor più cocente e significativa la sua sconfitta.
È un no alla riforma, è un no alla persona. Matteo Renzi, politicamente, è finito.
Gli italiani, invece, si associano al messaggio già formulato con forza dai britannici scegliendo la Brexit e dagli americani eleggendo Donald Trump. E non solo perché ancora una volta le intimidazioni e lo spin attraverso i media tradizionali è risultato inefficiente. Le vecchie regole della propaganda e della manipolazione per influenzare e intimidire i popoli, non sono più efficienti come un tempo.
Gli italiani hanno detto no all'establishment e alle élite transnazionali ed europee che hanno governato la globalizzazione, l'Europa e di fatto anche l'Italia, limitandone la sovranità e la possibilità di cambiare.
Gli italiani, come gli americani e come i britannici, vogliono un vero cambiamento, vogliono tornare padroni del proprio destino. Questa sì è una rivoluzione.
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