venerdì 17 luglio 2020

Luigi Di Maio e il bluff del baro


frase del giorno? di maio che parlando di mario draghi dice: mi ha ...


Giuseppi II non sa piú dove sbattere la testa per allontanare il pericolo di una detronizzazione. Tutto sembra congiurare contro di lui, al punto che Giggino o’ Guaglione ha fatto trapelare la notizia di un suo incontro con Mario Draghi. Come a dire: anche senza Conte, i Cinque Stelle hanno una carta di riserva per evitare le elezioni anticipate.

Ma Giuseppi non molla, pronto a inventarsi di tutto pur di non schiodarsi dal trono. La sua ultima trovata è quella di ricorrere ad un prolungamento (annunciato) di altri sei mesi dello stato d’emergenza per una epidemia che é ormai agli sgoccioli, con manifestazioni sempre piú tenui, con indici di contagio sempre piú bassi. Una epidemia perfettamente sotto controllo. A patto, naturalmente, che si adotti un minimo di prudenza.

E, quando parlo di prudenza, non mi riferisco tanto alle misure previste per i singoli cittadini (mascherine, distanziamento sociale, eccetera), quanto soprattutto alle misure che lo Stato ha il dovere di prendere e che non ha preso.

La prima di queste misure dovrebbe certamente essere la chiusura delle frontiere agli ingressi di stranieri che siano potenzialmente infetti. Non mi riferisco certo ai turisti europei, ma a quella massa enorme di migranti extracomunitari che prendono d’assalto le nostre frontiere. Gli sbarchi crescono a ritmi impressionanti. Dalla Libia funziona regolarmente il servizio-taxi delle navi ONG che vanno a prelevare i migranti in acque libiche per portarli in Sicilia. Ma funziona adesso a pieno regime anche la rotta artigianale tunisina, mentre tutti i nostri confini orientali – terrestri e marittimi – sono ormai violati regolarmente da un’immigrazione illegale e del tutto fuori controllo.

Non sono “profughi”: quelli sono accampati ai confini delle loro patrie, pronti a tornare ai paesi d’origine non appena la situazione lo permetterá. Sono “migranti economici”, che vengono qui da noi in cerca di migliori condizioni di vita, e che noi non siamo affatto tenuti – neanche dal punto di vista morale – ad accogliere.

Che l’Italia sia diventata la Mecca della “accoglienza” lo sanno ormai ai quattro angoli del mondo; e dai quattro angoli del mondo arrivano qui a frotte. Anche dalle zone a più alta concentrazione di coronavirus, quali in questo momento sono quelle dell’Asia meridionale.

Il governo giallo-rosso tace (e acconsente). Ogni tanto, quando certe situazioni superano ogni livello di guardia, prendono qualche provvedimento-tampone, di quelli che risolvono poco o niente ma che vengono rilanciati con grande clamore da giornali e televisioni. Ultimo, in ordine di tempo, quello di chiudere gli aeroporti ai passeggeri provenienti dal Bangladesh. Era trapelata la notizia che molti viaggiatori in arrivo da Dacca fossero risultati affetti da Covid-19, e c’era un forte allarme nell’opinione pubblica. Cosí, un centinaio di bengalesi sono stati rispediti indietro, e stessa sorte hanno subíto quanti avevano alzato l’ingegno, facendo prima scalo in Qatar.

Se nonché, mostrati i muscoli con chi arrivava in aereo (e quindi era probabilmente in posizione regolare), nulla é stato fatto per i moltissimi altri arrivati illegalmente dal Bangladesh, dal Pachistan, dall’Afganistan. É stato calcolato, per esempio, che i clandestini bengalesi in Italia siano 1.300. Qualcuno li ha mai controllati?

E, a proposito di bengalesi (o di pachistani, o di altri asiatici), qualcuno sa dire per quale dannato motivo attraversino mezzo mondo per venire in Italia, mentre a due passi da loro ci sono i confini di alcuni degli Stati più ricchi e progrediti del mondo? Penso al Giappone, alla Corea del Sud, a Singapore; per tacere dell’immensa Cina, paese in veritá un po’ arcaico ma con un PIL che galoppa (anche col Covid) a ritmi che in Europa sono impensabili. Risposta: perché Cina, Giappone ed altri hanno classi dirigenti raziocinanti, che perseguono il bene delle proprie popolazioni e che non si sognano nemmeno di giocare a fare i benefattori dell’universo mondo.

Ma lasciamo stare il teatro internazionale e torniamo al teatrino di casa nostra. Torniamo a Giuseppi e al suo Richelieu in sedicesimo (mi perdonino le anime dei Tre Moschettieri). Dunque – udite udite – ecco l’ultima alzata di genio del Conte Tacchia: chiedere il prolungamento dello stato d’emergenza per una pandemia che qui da noi non c’é piú. É rimasta una circoscritta epidemia (cosa ben diversa da una pandemia), con numeri modestissimi, che sarebbero addirittura risibili se non fossero alimentati dal flusso ininterrotto di migranti illegali; flusso che – guarda caso – Giuseppi e compagni non si sognano nemmeno di interrompere. Anzi, hanno scelto proprio questo momento per tentare la spallata finale ai tanto vituperati “decreti Salvini”.

Che la richiesta di un supplemento di emergenza sia una mossa strumentale mi sembra evidente. E a dimostrarlo basterebbe un semplice raffronto con un paese a noi vicino, la Francia. Ebbene, secondo quanto apprendo dalla rete, il 10 luglio in Francia c’erano 7.092 ricoverati per coronavirus (in Italia erano 844), di cui 496 in terapia intensiva (65 in Italia). Eppure, in Francia il governo ha decretato la fine dello stato d’emergenza proprio per il 10 luglio. La stessa data – ironia della sorte – in cui il capo del governo italiano faceva sapere di voler chiedere il prolungamento per altri sei mesi dello stato d’emergenza.


Non aggiungo altro. I numeri parlano da soli. Lascio all’intelligenza dei lettori l’immaginare quali possano essere i motivi reali di questa nuova puntata del Grande Fratello.

Michele Rallo -  ralmiche@gmail.com

Le “opinioni eretiche” di Michele Rallo - Il Discrimine

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