PARIGI, 12 DIC - Il segretario di Stato francese agli Interni, Laurent Nunez, si dice "indignato" per le voci che circolano sulla rete secondo cui l'attentato di Strasburgo sarebbe stato organizzato ad arte per sabotare la protesta dei gilet gialli in Francia. "Sono francamente indignato. Ma come si possono dire cose del genere? (...) E' chiaro che sono teorie del complotto", ha denunciato il responsabile del governo ai microfoni di France Inter, dopo che sui social sono fioccati commenti di questo tipo.(ANSA).
...qualunque sia il bilancio di morti nell'attentato di Strasburgo (io spero il minore possibile), bisognerà sempre aggiungere un disperso: il movimento dei Gilet Gialli.
I consiglieri di Macron da tempo gli suggeriscono di decretare l'état d’urgence, cioè lo Stato d'Emergenza. Ora l'attentato di Strasburgo può fungere da catalizzatore.
Comunque vada, è difficile che ci sia sia un'altra giornata di mobilitazione come le tre precedenti, perché il ricatto, anche solamente morale, sarà forte.
E agirà su tutta Europa! Forse anche per umiliare le velleità pseudo-sovraniste del governo Conte. Un'umiliazione rincorsa da Bruxelles per motivi prettamente politici, perché la finanziaria proposta dal nostro governo è totalmente compatibile con Maastricht e con l'austerità ordoliberista imposta da Berlino.
Io sto a vedere.
Qualcuno di voi intanto mi dirà che sono un complottista.
Non è vero. Non lo sono. Sto solo applicando un'analisi comparativa e differenziale con quanto è successo nel nostro Paese dalla strage di Piazza Fontana a Milano il 12 dicembre del 1972, alla strage di Bologna del 2 agosto del 1980.
Le lotte popolari furono contrastate con un attentato dietro l'altro e con la teoria degli “opposti estremismi”. All'epoca i jihadisti non c'erano. Era dai tempi di Gordon a Khartum che non c'erano. Non erano ancora stati resuscitati dagli USA e dai Saud in funzione antisovietica in Afghanistan. C'erano al posto loro i fascisti in combutta con i “servizi deviati”.
Quel 12 dicembre 1972 il presidente della Repubblica, il socialdemocratico Giuseppe Saragat, legato ad ambienti statunitensi, era intenzionato a proclamare lo Stato d'Emergenza.
Lo frenò un democristiano di centro, il doroteo Mariano Rumor, all'epoca ministro dell'Interno, timoroso che quella mossa avrebbe potuto provocare un'insurrezione: il partito comunista, la sinistra extraparlamentare e i sindacati erano forti e i nemici erano solo interni. Non c'era nessun nemico alle porte.
Oggi, in Francia, con un “nemico” esterno, alieno, internazionale e una sinistra in difficoltà, confusa, nuovamente litigiosa e sindacati penosi, confusi e inerti, la tentazione di Macron e dei suoi consiglieri potrebbe essere più grande del rischio percepito o reale.
Chissà perché, per molte persone, specie quelle che “hanno fatto il Sessantotto” e che quindi quel periodo storico e politico dovrebbero averlo vissuto, quelle cose possono avvenire solo da noi, non in Francia, o negli USA, o negli UK, o in Germania. No! Solo nei Paesi che essi disprezzano, e il loro, cioè il nostro, è in cima alla lista, evidentemente.
Piotr
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Commento:
"Avevo fatto una facile previsione. L'attentatore sarebbe stato "ucciso in un conflitto a fuoco". Ora non potrà essere interrogato. Tutto secondo copione. con applauso finale del pubblico (inconsapevolmente pagante).
Guarda caso: la polizia aveva fatto irruzione a casa del "terrorista" la mattina PRIMA dell'attentato, trovando un arsenale di granate esplosive, ecc., ecc. Poi lui tranquillamente fa una strage e sfugge a tutti i tentativi di catturarlo..." (V.B.)
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