domenica 8 luglio 2018

Tivvù sinistra e sempre più stupefacente



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Sempre più prodiga di testimonianze della propria vocazione progressista, proiettata verso futuribili orizzonti di un rinnovato umanesimo fondato sull’emancipazione ermafroditica della natura stessa dell’essere umano, riscattato dagli arcaici tabù della obsoleta pietà religiosa, quel che resta della gloriosa sinistra italiana non finisce più di stupire.


Come non rendersi conto che il peggiore nemico della sinistra, oggi, sia la sinistra stessa, non è dato di capire. Veder comparsare ogni giorno in tivvù (specie quella pubblica, ancora di stretta, sia pur malcelata, osservanza renziana), personaggi impegnati in un copione tanto scadente quanto comico, nella contestazione del nuovo quadro di governo, fa tenerezza (oltre che pena, ovviamente).

Ma quello che più stupisce non sono tanto i fumettistici interventi dei vari Martina e Marcucci, assurti alla gloria della politica per l’adesione al magico giglio fiorentino, quanto i silenzi di uno storico mondo della sinistra che nella tragica parabola che l’ha catapultata dai Walter Veltroni ai Walter Verini ha oggi la sua cifra distintiva.

Ve li immaginate, non dico Togliatti o la sua compagna Nilde, ma qualcuno meno distante nel tempo - un Pajetta o un Ingrao, per non dire un Berlinguer o un Pertini, - in piazza a far festa non nel nome della classe operaia ma in quello dei culattoni! Ma ce li vedete?

Ve l’immaginate il padre della “questione morale” di fronte all’ennesimo caso PiDdella?

Eppure non c’è niente da fare: queste elementari considerazioni, del tutto ovvie e ineludibili, sono oggi scandalo, sul fronte della sinistra, protagonista di una grottesca metamorfosi - figlia evidente di quei poteri oscuri che hanno regalato al mondo leadership concepite a tavolino, come Obama negli USA e Macron in Francia - coincidente, in Italia, con l’avvento del vincitore della Ruota della fortuna, infiltrato, nel PD, come devastante cavallo di Troia.

Ma a quando un serio esame di coscienza? A quando il coraggio di guardare in faccia la realtà?

Zingaruperlo, se ci sei batti un colpo!

Adriano Colafrancesco 

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Gli elettori stanno distruggendo scheda dopo scheda quel costrutto neo-globalista e transnazionale che anni di incessante propaganda hanno tentato di trasformare in un Destino ineludibile” e l’unica cosa di cui è capace è farneticare di improbabili rinascenti nazi-populismi e fascio-sovranismi, senza rendersi conto che “essere sovranisti vuol dire credere semplicemente nei principi fondanti delle democrazie, il che non implica, contrariamente a quanto sostengono arbitrariamente i pensatori globalisti, favorire un ritorno del nazionalismo, ….. Significa, invece, credere che ogni Stato abbia la necessità di rappresentare un Popolo, un’Identità e una Cultura comuni e che solo difendendo quelli che sono bisogni insopprimibili e caratteristici di ogni vera comunità, sappia porsi in maniera cooperativa e costruttiva nei confronti degli altri Paesi” (Marcello Foa: leggi tutto)


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