...è bene ricordare chi sia Hillary Clinton, donna di potere già ai tempi del rurale Arkansas.
Segretario di Stato nel primo mandato Obama (a cui contese la candidatura presidenziale) si è distinta tra il 2009 e il 2013 per una serie di colpi di genio. Fu lei ad insistere per la guerra in Libia e l’eliminazione di Gheddafi nonostante (incredibile a dirsi!) il parere contrario del Pentagono. Fu lei ad insabbiare l’attentato all’ambasciata americana a Tripoli del 2012 per non intaccare la campagna del secondo mandato di Obama. È stata lei ad aizzare la Casa Bianca per ripetere le prodezze libiche in Siria, prima di lasciare il Dipartimento nel 2013. Ha avuto in mano la politica estera americana per almeno un lustro, senza contare gli anni dietro le quinte del secondo Obama e soprattutto quelli del marito Bill.
Dietro la corteccia dei diritti umani (o civili, a seconda...), sempre pronti a balzare fuori quando gli argomenti ristagnano, si nasconde un mix di cinismo e incompetenza reso inattaccabile dal suo essere donna liberal.
La Clinton è la capofila degli esportatori di diritti e democrazia, sempre pronti a professare una superiorità etica inaccessibile a noi comuni mortali. È il veicolo pubblicitario ideale per un modello low profile di imposizione dall’alto. Così come fu per il cornificante marito, rappresenta il volto più pericoloso del potere, perché privo di quelle linee caricaturali in cui i repubblicani brillano da decenni. Al furbo Nixon, al cow boy Reagan, al petrol-vaccaro Bush non si sa perché ma è sempre preferibile quello che i giornali e le tv etico-rock decidono di preferire. I disastri mondiali però sono gli stessi.
Noi cittadini di un Paese che osserva, nel nostro piccolo, ci limitiamo ad abboccare partecipando col cuore.
Col nostro Francia o Spagna, purché se magna… siamo un’importante cartina da tornasole per capire come va il mondo. In quanto colonia a sovranità ridotta, siamo un ottimo esempio di gregge, pronto a incolonnarsi secondo i flussi globali di cui siamo vittime e promotori. Così accecati da una presunta libertà, finiamo per essere artefici delle nostre stesse amputazioni.
Aspettando la Clinton, ricordiamoci che il genio delle dittature più pericolose è proprio qui: far credere agli uomini di essere liberi.
Giampiero Venturi
Segretario di Stato nel primo mandato Obama (a cui contese la candidatura presidenziale) si è distinta tra il 2009 e il 2013 per una serie di colpi di genio. Fu lei ad insistere per la guerra in Libia e l’eliminazione di Gheddafi nonostante (incredibile a dirsi!) il parere contrario del Pentagono. Fu lei ad insabbiare l’attentato all’ambasciata americana a Tripoli del 2012 per non intaccare la campagna del secondo mandato di Obama. È stata lei ad aizzare la Casa Bianca per ripetere le prodezze libiche in Siria, prima di lasciare il Dipartimento nel 2013. Ha avuto in mano la politica estera americana per almeno un lustro, senza contare gli anni dietro le quinte del secondo Obama e soprattutto quelli del marito Bill.
Dietro la corteccia dei diritti umani (o civili, a seconda...), sempre pronti a balzare fuori quando gli argomenti ristagnano, si nasconde un mix di cinismo e incompetenza reso inattaccabile dal suo essere donna liberal.
La Clinton è la capofila degli esportatori di diritti e democrazia, sempre pronti a professare una superiorità etica inaccessibile a noi comuni mortali. È il veicolo pubblicitario ideale per un modello low profile di imposizione dall’alto. Così come fu per il cornificante marito, rappresenta il volto più pericoloso del potere, perché privo di quelle linee caricaturali in cui i repubblicani brillano da decenni. Al furbo Nixon, al cow boy Reagan, al petrol-vaccaro Bush non si sa perché ma è sempre preferibile quello che i giornali e le tv etico-rock decidono di preferire. I disastri mondiali però sono gli stessi.
Noi cittadini di un Paese che osserva, nel nostro piccolo, ci limitiamo ad abboccare partecipando col cuore.
Col nostro Francia o Spagna, purché se magna… siamo un’importante cartina da tornasole per capire come va il mondo. In quanto colonia a sovranità ridotta, siamo un ottimo esempio di gregge, pronto a incolonnarsi secondo i flussi globali di cui siamo vittime e promotori. Così accecati da una presunta libertà, finiamo per essere artefici delle nostre stesse amputazioni.
Aspettando la Clinton, ricordiamoci che il genio delle dittature più pericolose è proprio qui: far credere agli uomini di essere liberi.
Giampiero Venturi
(Difesa online)
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