mercoledì 25 novembre 2015

Femminicidio legalizzato - Gli uomini, a volte, non meritano compassione...



"Io oggi sono Ekin Van, dopo giorni di battaglie contro Daesh sono stata catturata dalle forze di sicurezza turche. Sono una terrorista, dicono. il mio corpo è stato torturato, trascinato, ed esposto nudo nella piazza del Paese, in Turchia.

Io oggi sono Rojbin, la voce del movimento curdo, vivo a Parigi, sono rifugiata. Mi hanno sparato in bocca per spegnere per sempre le mie parole di pace. 


Io sono Sara, io sono Leyla, ci hanno sparato in testa, eravamo insieme a Rojbin, per cancellare il passato ed il futuro di una lotta vincente contro l'oppressione patriarcale.

Io sono Zeynep Taşkin, ho 18 anni, vivevo a Cizre, mancava acqua ed elettricità. Le reti mobili erano state interrotte. C'era il coprifuoco. La polizia sparava nelle strade. Il 6 settembre 2015 stavo andando dalla vicina: erano solo pochi passi per strada. Dovevo avvisare mio marito, doveva sapere quello che stava succedendo, non doveva provare a rientrare in città, sarebbe stato troppo pericoloso. Avevo in braccio il mio bebè, Berxwedan Edin. Un cecchino delle forze di sicurezza turche ci ha sparato. Ci ha ferito sotto gli occhi di mia suocera, di 35 anni, Maşallah Edin. È uscita a soccorrerci. Siamo morte insieme, hanno ucciso anche lei.

Io oggi sono Bruna, facevo l'estetista, avevo due figli e tanta voglia di vivere. La mia bellezza ed il mio carattere solare, la mia voglia di amore, avevano attirato nella mia vita troppi uomini sbagliati. Ma io ero forte, sapevo quello che volevo: ho detto ho detto no anche all'ultimo, uno che voleva la botte piena e la moglie ubriaca. Un uomo incapace di scegliere tra rifarsi una vita con me o chiudere e restare con la sua famiglia. Ora è sotto processo per il mio omicidio e per aver appiccato fuoco al mio locale, con dentro il mio cadavere.

Io sono Anna, mio marito mi uccise sparandomi perché era troppo geloso della mia bellezza.

Io sono Barbara, ero incinta. Mio marito mi uccise dopo una vita di umiliazioni e tradimenti.

Io sono Fatma. Mi hanno ucciso perché sono un'assassina: ho ucciso l'uomo che mi hanno costretto a sposare.

Io sono Teresa Buonocore. Hanno assoldato due delinquenti per farmi uccidere, perché non ho avuto paura delle minacce. Ho denunciato quel bastardo del mio vicino che aveva abusato di mia figlia e della sua amica.

Io sono me stessa e sono tutte loro.
Una donna che lotta tutto l'anno. Che non sta zitta. Che paga per la sua lucidità e per il coraggio di non tacere. Come tante donne in ogni angolo del mondo. Che vive per resistere a un sistema oppressivo e patriarcale che nega soggettività piena alle donne, che resiste per vivere in un mondo migliore, liberato da ogni forma di oppressione per mano nostra.


La libertà di tutti e per tutti è costruita soprattutto attraverso la quotidiana resistenza e lotta delle donne.

Muore chi si adatta e tace. Loro, noi, siamo ribelli e partigiane, e chi resiste non muore mai. 


Biji Berxwedana Jiyane - Viva la resistenza delle donne" 

https://www.facebook.com/100010532557703/videos/134996086861476/?fref=nf



(Divulgato da Barbara Spinelli)

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