martedì 24 luglio 2012

Economia e politica .. opinioni a confronto: Anthony Ceresa e Fabricio Lolli

Carnival


Economia e politica

Dobbiamo essere rispettosamente grati a Re Giorgio il quale con spirito di profondo patriottismo, prima di lasciare la massima cadrega dello Stato, ha voluto richiamarci ad una più approfondita lezione per guidare gli Italiani al vero significato dell’Economia e della Politica, dove la più importante scuola Bocconiana e le varie officine di filosofie Politiche disseminate lungo la Penisola, non rispecchiano le reali capacità necessarie a fare di conto nell’interesse Nazionale.
Sembra voglia urlare dalla cima del Colle, “Italiani, il futuro è nelle Vostre mani e nella Vostra intelligenza”. Il cambiamento dipende esclusivamente dalle vostre intenzioni. Ogni Popolo ha quel che si merita.

Dopo secoli di infinite promesse Politiche sostenute da individui che ho sempre reputato nemici della Patria, alcuni per arricchirsi ed altri per salvarsi dalla galera, siamo giunti al momento cruciale delle scelte. Certamente non mancano le esperienze millenarie e persino gli scritti canticchiati con l’Inno Nazionale in occasione del 150 tesimo dell’unità del Potere. Lode al poeta Goffredo Mameli autore dell’Inno e fervido patriota, allora impegnato a liberare l’Italia dagli Austriaci e dai Francesi e all’età di 22 anni (1847) scrive agli Italiani un poema che rimarrà nella storia. Si può notare come gli eventi si ripetono mentre gli attori cambiano, questa volta i nemici sono di casa.

“Voi siete da secoli / Calpesti e derisi, / Perché non siete popolo, / Perché siete divisi. / Raccolgaci un'unico / ideale, una speme: / Di fonderci insieme / Già l'ora suonò. / Stringiamci a coorte / Siam pronti alla morte / L'Italia chiamò / Contro i nemici della Patria. / Uniamoci, amiamoci, / l'Unione, e l'amore / Rivelano ai Popoli / Le vie della saggezza; / Giuriamo far libero / Il suolo natìo: / tanti ce ne sono / di stronzi, usurai e pedofili, / speculatori, imbroglioni e ladri, / Uniti per Dio / Chi vincer ci può? / Stringiamci a coorte / Siam pronti alla morte / L'Italia chiamò. Urrà.

Mi viene in mente un altro capolavoro, una canzone mai diffusa, edita dal famoso Al Capone, dal titolo. “How we become Gansters”, suonata con Piano, Chitarra e Mandolino, pensando al mondo sopraffatto dal Potere ingrato e ai suoi amici sofferenti nella patria lontana: “Oh Scempi di popolo, / dall’alpe alla punta de stò stivale, / lacero e macchiato di / sangue innocente, con / imbroglioni dall’occhio blindato, / vi han preso l’anima, il corpo, / il vostro sudore, il portafoglio, / le vostre donne / i vostri figli / obbligandovi ad inginocchiarvi a quel Dio / che non è il nostro, / il loro Dio del Soldo e del Potere, / il Dio della sofferenza verso i deboli / portabandiera di tutti i Partiti Politici / che vi han convinti al sacrificio perpetuo, / alla sofferenza in cambio / di una felice vita nell’aldilà”.
Entrambi gli scritti con parole scioccanti che denunciano uno stato di sofferenza continua di un Popolo sottomesso.

Che cosa sarebbe oggi questa povera Italia, se non fosse intervenuto, Re Giorgio, il Poeta Mameli e l’Onorevole Al Capone, ad illuminarci sulla triste situazione del Paese, con il crescente buco di inciviltà e di soffocamento verso la Nazione, creato da una Politica di interessi senza limiti, che certamente ci conducono verso un paradosso peggiore di quello in cui ci troviamo attualmente.

Oltre ed oltre la macchina del tempo sino ai nostri giorni, con l’evidente fallimento dei super tecnici, “sfascia tutto” fuorché a correggere il cancro diffuso agli alti livelli della Nazione, i cittadini di questo Paese martoriato, necessitano una ferma riflessione per proseguire per la retta via, senza inciampare in ulteriori promesse lanciate da ipocriti.

In questo momento di reale bisogno, il nostro pensiero comune invoca i difensori della Nazione: dove si nascondono i Generali, i Colonnelli, i Capitani dell’amore verso la Patria? O anch’essi farebbero parte della distruzione totale del Paese?

In attesa di una risposta, nel frattempo godiamoci qualche risata.
Il postino del villaggio andava su e giù per la stessa via senza numeri civici. Ad un tratto si ferma dinnanzi ad una casa dove una donna era intenta alle cure del giardino.
Il Postino: Scusi, abita qui il Signor Giuseppe Stronzo?
La Signora risponde di si.
Il Postino: Allora Lei è la moglie Angelica Stron…
La Signora non lo lascia finire e risponde in modo stizzito: guardi che io sono Beata Angelica Cortese e non sono la moglie di nessuno, Giuseppe è soltanto mio marito e dormiamo in stanze separate.
Il Postino aggiunge, non avete figli?
Che Dio ce ne scansi e liberi, mettere al mondo stronzi sin dalla nascita i quali finirebbero per arruolarsi tutti in Politica.
Il Postino consegna la lettera e dice alla Signora: non disperi, da quando il mondo è mondo, molti delinquenti sono entrati in Politica per salvarsi dalle patrie galere e poi hanno il coraggio di ripresentarsi alle elezioni, sperando che la gente abbia dimenticato i loro loschi affari, pagando i media affamati che li rivestono a nuovo.

Anthony Ceresa

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L'Italia depressa

In Spagna il settore pubblico è in ginocchio. Un'INSEGNANTE che guadagnava 1300 euro ora ne prende 900. E noi siamo i prossimi. L'Italia non uscirà indenne da questa depressione. Il settore bancario sta dando i primi segnali preoccupanti.
La Spagna sta vivendo in questo momento una profonda crisi di natura sociale, dovuta, sostanzialmente, al collasso della classe media borghese. Nello specifico dobbiamo prendere in considerazione proprio quello che sta colpendo, quello che sta caratterizzando tutto il settore pubblico spagnolo che ha visto contrarsi, in misura considerevole i propri livelli reddituali a seguito dei tagli che hanno caratterizzato gli stipendi e i salari dei dipendenti pubblici. E questo è stato fatto in misura trasversale, andando a toccare tutte le mansioni, tutti i lavori tipici che vengono riconosciuti a un'attività statale o parastatale, per cui si va per esempio dal pompiere alla maestra d'asilo o di scuola elementare, al postino fino all'infermiere che lavora all'ospedale.

Il personale dipendente dello Stato ha subito una contrazione della propria capacità di reddito piuttosto consistente in quanto per 3 volte consecutive sono stati tagliati i livelli di reddito. Solo la settimana scorsa il Governo ha decurtato di un ulteriore 7% i precedenti livelli. Pensate che un'insegnante che prima guadagnava quasi 1300 Euro al mese in Spagna, oggi dopo la fase di implementazione delle prime procedure di austerity, si trova con 900/950 Euro. Quindi, sul piano economico vi è un contenimento sostanziale poi della capacità di reddito e questo impatta profondamente sulla vita delle persone normali. Ognuno di noi costruisce la propria pianificazione familiare e personale sulla base della sua capacità di reddito, questo spiega anche poi la difficoltà di continuare a mantenere i propri impegni: mutui, prestiti personali etc.

I fenomeni di sommossa popolare che stiamo vedendo sono legati soprattutto a forme di protesta, se non addirittura di guerriglia civile, portate avanti proprio da impiegati dello Stato che sono letteralmente in rivolta con una violenza che non si è mai vista prima, nei confronti degli attuali politici, dell'attuale governo che si sta prestando a sforbiciare continuamente sui costi degli apparati statali. Oltre al taglio dei livelli reddituali sono stati previsti per il 2012 anche per esempio il congelamento delle tredicesime, questo proprio per aiutare le casse del Paese spagnolo a essere in grado di sostenersi. Ricordiamo le esternazioni del Ministro delle Finanze, il quale ha allarmato e impressionato tutte le comunità finanziarie con quella spiacevole affermazione, forse mal gestita sul piano dialettico, in cui ha ricordato che senza gli aiuti sovranazionali la Spagna sarebbe già in default.
In questo momento si sta assistendo a un'impennata di richieste di alloggi sociali, persone che prima lavoravano e che a seguito anche di questi tagli consistenti sono obbligate a abbandonare l'abitazione principale, non sono più in grado di sostenere per esempio gli affitti e tentano di ricorrere a un alloggio sociale.

La probabilità che questo tipo di scenario si verifichi anche in Italia è notevolmente elevata, per ragioni di somiglianza. Il percorso pare chiaro: prima la Grecia (abbiamo visto cosa ha dovuto digerire e metabolizzare), poi la Spagna e poi, per ragioni di analogia, toccherà anche a noi intraprendere questo tipo di medicina o di cura.

Ricordo che ci sono delle similitudini tra Spagna e Italia che sono impressionanti. La Spagna ha vissuto anche essa sopra le sue possibilità negli ultimi 5 anni e ha un peso sulla popolazione complessiva di quasi 3 milioni di dipendenti statali. In Italia siamo a oltre 3,4 milioni. La necessità di risanare il sistema bancario spagnolo l'abbiamo conosciuta dai media. Ma in parte la stiamo vedendo anche in Italia. I processi di riorganizzazione e di ristrutturazione dei grandi gruppi bancari italiani sono preoccupanti. Fino a qualche anno fa nessuno ipotizzava tutto ciò, per la cosiddetta solidità e grado di tutela che aveva il panorama bancario italiano. Oggi si parla di esuberi in tutti i grandi gruppi bancari italiani, a cominciare anche da dismissioni non solo di attività, ma anche di chiusura di sportelli. Questo fa capire il grado di pericolo a cui stiamo andando incontro.

Purtroppo non c'è la via d'uscita, non c'è un pulsante da premere per riportare tutto alla normalità. Le aspettative che dobbiamo avere tutti quanti sono quelle di una nuova grande depressione economica che non colpirà solo l'Unione Europea, ma tutto il mondo perché ormai i mercati, purtroppo, sono strettamente collegati e una fase di contrazione, di profonda recessione di un'area continentale, impatta profondamente sulla vita degli altri, ed è quello che sta accadendo. La crisi del debito sovrano che sta adesso diventando la crisi della classe media borghese per l'aumento della tassazione, la diminuzione del riverbero dello stato sociale con le problematiche finanziarie per il risanamento degli stati, hanno come prima ripercussione un ridimensionamento del livello dei consumi su scala europea, i quali poi diventano conseguenti a problematiche economiche di paesi che in questo momento hanno puntato tanto sull'esportazione di output produttivo come per esempio la Cina e l'India, oppure di materie prima come il Canada, Brasile e l'Australia. Questa nuova, grande, depressione economica non so quanti anni potrebbe durare e temo che neanche l'intervento degli organismi sovranazionali sarà in grado di tamponare questo momento epocale in cui ci troviamo a vivere.

Fabricio Lolli

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