«Fratello
Mario, fatti valere». Opportuno come una gara di rutti in chiesa, arriva
l’endorsement della massoneria a Mario Monti. Arriva mediante lettera aperta a
firma del Venerabile Maestro Gioele Magaldi, leader del Grande oriente
democratico - corrente eterodossa del Grande oriente d’Italia - e personaggio
già noto alle cronache per analoghe operazioni (celebre la lettera dell’anno
scorso al «fratello Silvio»).
Nella missiva, la parola «fratello» ricorre diciassette volte: undici riferita a Monti, che stacca Obama con tre e Draghi con due (Berlusconi resta fermo al palo con un solo «fratello»). Il senso dell’appello del Magaldi è il seguente: fratello Monti, per uscire dalla crisi il rigore e le tasse non bastano, ci vogliono eurobond e riforma del debito sovrano. Altrimenti tutta l’Europa sarà «aggredita dalla speculazione che intende approfittare (con profitti quotidiani di portata colossale) dell’attuale (e pianificata, tu sai anche bene da quali gruppi e oligarchie) e strutturale debolezza dell’eurozona». Di positivo c’è che si può contare «sul robusto e ufficiale viatico di un altro illustre Fratello Massone come il presidente Obama» e sul fatto che «persino il Fratello Mario Draghi sia ormai intenzionato ad abbracciare nuove strategie». In conclusione, «caro Fratello Monti, durante il tour europeo fatti valere e rigenera il potenziale prestigio dell’Italia». Firmato (non prima del «consueto Triplice Fraterno Abbraccio»), «i fratelli di Grande oriente democratico».
Si accennava alla scarsa opportunità del tutto, e il perché è presto detto. Intorno a Monti, boatos e maldicenze a base di squadra & compasso fioriscono come funghi d’autunno. Oddio, non che il curriculum dell’uomo faccia granché per fugarli. Trilaterale, club Bilderberg (ossia il direttorio ristretto dei paperoni planetari: per i complottisti, la culla del Nuovo ordine mondiale), Bruegel, Goldman Sachs: ce n’è da saziare un esercito di complottisti. Al punto che persino il posato e progressista quotidiano francese Le Monde, non esattamente un foglio scandalistico, qualche giorno fa ha pubblicato un servizio di irrituale durezza circa il ruolo di Goldman Sachs nei recenti sviluppi della politica europea. Da noi l’argomento è anche stato oggetto di talk show televisivi. Per capire di quanta diffusione goda la suggestione, basta dire che in Rete va fortissimo il video col finto servizio di Voyager che svela gli altarini di Monti: «È un caso che lo spread dei btp italiani contro i bund tedeschi richiami i monti Osterbek, che in questa immagine scattata nel ’72 offrono riparo all’hotel Bilderberg?».
Questo il quadro, si può intuire che l’ultima cosa di cui Monti ha bisogno è di essere ulteriormente associato a logge, poteri forti e via incappucciando. E c’è da scommettere che la sortita del Magaldi otterrà l’effetto opposto. E, in un momento in cui lo stato di salute della democrazia rappresentativa italiana è quello che è, si corre il rischio di regalare argomenti anche a chi a pane e cospirazioni non campa. Ma per quale motivo la massoneria avrebbe interesse ad inguaiare un confratello? La faccenda non torna, deve esserci qualcosa sotto.
Marco Gorra
Nella missiva, la parola «fratello» ricorre diciassette volte: undici riferita a Monti, che stacca Obama con tre e Draghi con due (Berlusconi resta fermo al palo con un solo «fratello»). Il senso dell’appello del Magaldi è il seguente: fratello Monti, per uscire dalla crisi il rigore e le tasse non bastano, ci vogliono eurobond e riforma del debito sovrano. Altrimenti tutta l’Europa sarà «aggredita dalla speculazione che intende approfittare (con profitti quotidiani di portata colossale) dell’attuale (e pianificata, tu sai anche bene da quali gruppi e oligarchie) e strutturale debolezza dell’eurozona». Di positivo c’è che si può contare «sul robusto e ufficiale viatico di un altro illustre Fratello Massone come il presidente Obama» e sul fatto che «persino il Fratello Mario Draghi sia ormai intenzionato ad abbracciare nuove strategie». In conclusione, «caro Fratello Monti, durante il tour europeo fatti valere e rigenera il potenziale prestigio dell’Italia». Firmato (non prima del «consueto Triplice Fraterno Abbraccio»), «i fratelli di Grande oriente democratico».
Si accennava alla scarsa opportunità del tutto, e il perché è presto detto. Intorno a Monti, boatos e maldicenze a base di squadra & compasso fioriscono come funghi d’autunno. Oddio, non che il curriculum dell’uomo faccia granché per fugarli. Trilaterale, club Bilderberg (ossia il direttorio ristretto dei paperoni planetari: per i complottisti, la culla del Nuovo ordine mondiale), Bruegel, Goldman Sachs: ce n’è da saziare un esercito di complottisti. Al punto che persino il posato e progressista quotidiano francese Le Monde, non esattamente un foglio scandalistico, qualche giorno fa ha pubblicato un servizio di irrituale durezza circa il ruolo di Goldman Sachs nei recenti sviluppi della politica europea. Da noi l’argomento è anche stato oggetto di talk show televisivi. Per capire di quanta diffusione goda la suggestione, basta dire che in Rete va fortissimo il video col finto servizio di Voyager che svela gli altarini di Monti: «È un caso che lo spread dei btp italiani contro i bund tedeschi richiami i monti Osterbek, che in questa immagine scattata nel ’72 offrono riparo all’hotel Bilderberg?».
Questo il quadro, si può intuire che l’ultima cosa di cui Monti ha bisogno è di essere ulteriormente associato a logge, poteri forti e via incappucciando. E c’è da scommettere che la sortita del Magaldi otterrà l’effetto opposto. E, in un momento in cui lo stato di salute della democrazia rappresentativa italiana è quello che è, si corre il rischio di regalare argomenti anche a chi a pane e cospirazioni non campa. Ma per quale motivo la massoneria avrebbe interesse ad inguaiare un confratello? La faccenda non torna, deve esserci qualcosa sotto.
Marco Gorra
(Libero.it)