Alfio Pannega ha attualmente 84 anni, mentalmente lucido e dotato di forze sufficienti per disimpegnarsi discretamente.
Ora staziona e vive presso il centro sociale nella zona di Castel d'Asso in un box abbandonato dalla società Cogema (che lavorava sulla Civitavecchia - Orte ) ed è accudito con encomiabile impegno e dedizione dai ragazzi del centro sociale.
Il servizio sociale del Comune si è interessato di Alfio, prima con l’assegnazione di una casetta adiacente a Porta Faul, ora , per motivi vari, fatiscente; poi con un ricovero a Villa Immacolata in concomitanza di necessità di cure mediche, ricovero poco dopo abbandonato spontaneamente e furtivamente dallo stesso, una volta riprese le forze.
Alfio vuole vivere, come ha potuto costatare e udire la commissione dei servizi sociali recatasi sul posto, libero, all’aria aperta, e come ha sempre vissuto, e non ha esitato a sottoscrivere la rinuncia alle offerte previste e presentate dal servizio sociale per affrontare simili circostanze.
“L’esigente richiesta” di Alfio di voler vivere libero, all’aria aperta, e come sempre ha vissuto, era ed è conosciuta dall’amministrazione comunale sia presente che passata. Ma non ha ugualmente lesinato promesse, inaccettabili per Alfio, palleggiando responsabilità da un assessorato all’altro.
Alfio vuole vivere nel box al centro sociale, con i ragazzi del centro sociale; portarlo via da quell’ambiente, equivarrebbe a perpetrare nei suoi confronti un’ulteriore violenza non dissimile da quelle che la sua povera e misera vita non gli ha purtroppo mai lesinato.
Mi è stato riferito che la spesa da affrontare per risolvere il caso è stata recuperata nell’ultimo assestamento di bilancio; si dovrebbe quindi, a mio avviso, o rendere più decoroso il box in cui vive ristrutturandolo, oppure acquistandone uno nuovo.
L’operazione burocraticamente è in parte agevolata, anche perché si opera su un terreno del Comune, ed il manufatto rimarrebbe di proprietà del Comune, ed inoltre l’operazione sarebbe molto meno costosa per l’erario di un ricovero in un istituto, o della ristrutturazione della casetta a Valle Faul.
Con un pizzico di buona volontà, e un pizzico di agilità nel superare le inevitabili e a volte inutili pratiche burocratiche, si potrebbe mettere fine a questa annosa e umana vicenda, che sono sicuro ogni viterbese doc condividerebbe e plaudirebbe.
Sarebbe un regalo di Natale indubbiamente gradito per chi lo riceve, e sicura nota positiva per chi lo rendesse possibile.
Osvaldo Ercoli
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