L’8 settembre, l’Italia dei lupercali, l’arte del mugugno e l’arte del fischio… Il dramma dell’Esercito Italiano scoppia alle 19.45 dell’8 settembre 1943, quando la radio divulga il messaggio del Maresciallo Badoglio in cui si annuncia che è stato firmato l’Armistizio a Cassibile.
Da ciò lo sbandamento di centinaia di migliaia di soldati e l’occupazione degli uffici istituzionali e delle caserme da parte delle truppe tedesche, che in verità già stazionavano sul suolo italico (in veste di Alleati).
Da quel momento iniziava il “tutti a casa”, che finì per molti con la prigionia ed il lavoro forzato e per altri con l’imboscamento e la guerra civile, mentre il Re firmatario si rifugiava al sud sotto la protezione degli ex nemici.
Forse l’Armistizio dell’8 settembre 1943 fu cosa buona, poiché gli Italiani non avevano mai voluto la guerra dichiarata da Mussolini, ma il modo in cui le cose vennero gestite, senza alcuna considerazione per i danni morali e materiali alla popolazione, lasciò una traccia indelebile nel nostro DNA politico.
Ecco da quel momento in Italia iniziò un processo quasi irreversibile di “non credibilità politica” che si manifesta anche nella politica nazionale ed internazionale di questi giorni.
“Il guaio dell’umanità è l’Amore senza Giustizia. L’amore dato senza giustizia. Giustizia vuol dire dare a ciascuno ciò che gli è dovuto. Il rispetto, la dedizione, la stima, l’amore, vanno dati non per fini estetici: perché è bello (corpo), perché ha i soldi (materia), perché è agiato ecc. ma per fini interiori (spirituali): perché è nobile, perché è stimabile, perché è rispettabile, ecc…” (Paolo Pennacchi)
“Da qualche tempo le discussioni su internet rendono verosimile un sospetto che ultimamente alligna nelle menti di alcuni analisti sociopsicopatologigi: le ondate di migranti islamici potrebbero essere provocate dalla scoperta che nove italiani su dieci assomigliano molto a tanti ayatollah, per cui i maomettani immaginano di potersi trovare benissimo in mezzo ad una popolazione di fanatici fideisti integralisti.” (Vincenzo Zamboni)
“…la scarsa fiducia nella politica degli Italiani forse è cominciata con quell’8 settembre 1943? Io dico invece che quello che è accaduto da quel giorno era già nel nostro DNA e quindi i politici di allora, come ben si può vedere anche ai giorni nostri, fecero quello che fecero..." (Marco Bracci)
“In Discesa all’Ade e resurrezione: “Senza l’Essere l’ente non sussiste: infatti ne promana e ne fa parte. Ma l’essere non si restringe a spazio e tempo. Senza lo spazio non spaziale del luogo efficiente, suscitatore, dove si figura il punto, non nasce la geometria del mondo in divenire. Come designare questa fonte eterna? Le potenze generatrici «non avvennero mai, ma sono sempre: l’intelligenza le vede tutte insieme in un istante, la parola le percorre e le espone in successione» diceva l’osservatore platonico alla conclusione del mondo antico” (Elemire Zolla)
Dal passato il futuro…? Fischia che ti passa….
Paolo D’Arpini
RispondiEliminaCommento di Giorgio Stern: “Uno sguardo sintetico per cotestualizzare l'8 settembre.
Dopo la decisiva sconfitta e resa nazista a Stalingrado, nel gennaio del ‘43, a Casablanca, Roosevelt e Churchill decidono lo sbarco in Sicilia per il successivo 10 luglio.
Una decisione che rese celebre il proclama di Mussolini “ogni tentativo di sbarco sarà congelato su quella linea che i marinai chiamano del bagnasciuga". La sbruffonata passò alla storia perché confondeva la linea di galleggiamento delle navi con la battigia, la parte della spiaggia lambita dalle onde, ma soprattutto perché millantava una inesistente capacità di combattere.
Quindici giorni dopo lo sbarco angloamericano, il 25 luglio 1943, crolla il regime fascista. L’8 settembre i tedeschi invadono lo stivale e si prendono l’ex “duce”, mentre il “re e imperatore d’Italia” diserta, scappa e si consegna agli inglesi.
Conseguente al vergognoso tracollo del regime in Italia prende corpo e si sviluppa la Lotta di Liberazione...”