Potrebbe esserci la mano di Israele dietro le due esplosioni avvenute nella zona portuale della capitale libanese. Lo riferiscono fonti di Hezbollah.
Le due esplosioni che il pomeriggio del 4 agosto 2020 hanno devastato Beirut potrebbero essere il frutto di un piano di sabotaggio di Israele. Lo riporta l'agenzia italiana Adnkronos citando fonti di Hezbollah.
Il partito sciita del Libano ritiene possibile una responsabilità israeliana nelle potenti deflagrazioni esplose nel deposito 12 del porto della città.
Dal canto suo Israele, poco dopo l'incidente, ha offerto aiuto umanitario ed assistenza medica al Libano. In un tweet delle Forze Armate si legge l'invito a "trascendere il conflitto", con riferimento alla tensione permanente fra i due paesi dopo il conflitto armato del 2006.
Nella versione ufficiale sarebbero esplose a causa di un incendio 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrato un anno fa ad una nave e depositato nel magazzino. La più violenta deflagrazione ha causato un'onda d'urto per circa 10 chilometri, che ha distrutto molti palazzi nei pressi del deposito. Secondo le stime del ministero della Salute ci sarebbero circa 100 morti e oltre 3.000 feriti.
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Commento di Marinella Correggia: “Paolo,
dobbiamo riflettere sul fatto che la tragedia a Beirut ha avuto come
base il nitrato di ammonio che è al tempo stesso un fertilizzante x
agricoltura chimica e un esplosivo... del resto bellica è stata
l'origine dei fertilizzanti. E pensa che ai.pesticidi ed erbicidi...l
'agente.orange... Niente da fare, solo dai vegetali al naturale
verra' la salvezza dell'umanità...”
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