Mezzo
secolo (e passa) di esperienza politica mi hanno reso sanamente
diffidente verso certi poco credibili “filantropi”, verso chi
finanzia – magari attraverso compiacenti “fondazioni” –
partiti o correnti di partito, verso chi mette a disposizione
costosissime grancasse mediatiche per semplice buonismo. Se qualche
“benefattore” regala a un soggetto politico un bene o un servizio
che valga – poniamo – un milione, nella maggior parte dei casi
dal suo atto di generositá si attende un ritorno di almeno due
milioni.
Naturalmente,
si tratta di semplici opinioni, espresse con il dubbio del laico,
senza la presunzione di fornire una fideistica veritá assoluta. E
tuttavia le mie opinioni – piú o meno eretiche che siano – non
scaturiscono da sensazioni epidermiche, ma sono solitamente
supportate da fatti certi e concreti.
Prendete
le Sardine, per esempio. La mia opinione è che non si tratti di un
movimento spontaneo. E da cosa nasce questa opinione? In parte dalla
ricordata diffidenza verso movimenti del genere. Ma in parte anche da
alcuni fatti specifici. Per esempio, dalle notizie di stampa sul suo
maggiore esponente, tale Mattia Santori, primus
inter pares di un
quadrumvirato che ha la titolaritá dell’etichetta “Sardine”.
Ebbene, questo Santori risulta essere un collaboratore della RIE
Ricerche Industriali Energetiche,
una societá privata – apprendo dai giornali – «specializzata
nel settore dell'energia con prestazioni di consulenza e ricerca»; é
anche redattore di due testate della societá – “Energia”
e “Rie on line” –
particolarmente
attente al settore (in espansione) delle energie rinnovabili.
Fin
qui, nulla di strano. Se non che, apprendo anche che la RIE è una
societá fondata da Romano Prodi e da Alberto Cló. Prodi,
naturalmente, non ha bisogno di presentazioni. Per Cló, invece, va
spesa qualche parola: anche lui bolognese, anche lui economista,
anche lui accademico, anche lui ex-ministro, anche lui frequentatore
di varie societá quotate (ENI, SNAM, GEDI, Finmeccanica,
Italcementi, eccetera), anche lui – insomma – con un profilo da
sinistra milionaria, fra ricche consulenze, cattedre universitarie e
consigli di amministrazione.
Naturalmente,
che il capo-sardina appartenga all’universo prodiano potrebbe
essere soltanto una banale coincidenza. Ma consentitemi di ricordare
la buonanima di Andreotti («a
pensare male si fa peccato ma il piú delle volte si indovina»)
e di ipotizzare uno scenario non proprio fantasioso.
Primo: le
Sardine nascono a Bologna, capoluogo dell’Emilia-Romagna, alla
vigilia delle elezioni regionali per l’Emilia-Romagna. Secondo: se
il PD potesse conservare almeno quella che è la regione piú rossa
d’Italia, lo spettro di elezioni anticipate e di un parlamento
dominato dalle Destre si allontanerebbe. Terzo: ove ció dovesse
accadere, il candidato piú accreditato alle presidenziali del 2022
per la Sinistra sarebbe proprio l’emiliano Romano Prodi. Quarto: in
una tale ottica, non sarebbe affatto strano che l’ambiente prodiano
sia stato in qualche modo il “suggeritore” del sardinismo.
Quinto: si puó anche ipotizzare che il gran clamore con cui la
stampa ha accolto l’esordio di Santori possa essere stato agevolato
dal professor Cló, che fra le altre cose é consigliere
d’amministrazione della GEDI, societá editrice di “Repubblica”,
“La Stampa”, “l’Espresso”, eccetera.
Che
sia nato spontaneamente o su suggerimento di qualcuno, comunque, il
movimento delle Sardine ha un profilo politico che ben si inserisce
nel solco di altri gruppi del genere. Servirá probabilmente a
convincere qualche potenziale astensionista della sinistra emiliana
ad andare a votare “contro Salvini”. Ma non credo che possa avere
un avvenire politico in un paese che ha già vissuto l’esperienza
avvilente di un altro movimento senza arte né parte, e che ha
toccato con mano quanto danno i dilettanti allo sbaraglio possano
recare al governo della cosa pubblica.
Penso
che ció che gli italiani si augurino in questo momento sia un
ritorno alla Politica, quella con la P maiuscola, di destra o di
sinistra che sia. Ritengo che, dopo Giuseppi e Giggetto, non ci sia
piú spazio per iniziative velleitarie e donchisciottesche. Di
grillismo ce n’é giá stato uno, e ha fatto terra bruciata. Non
credo ci sia ancora spazio per una seconda edizione.
Michele Rallo - ralmiche@gmail.com
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