"Passate le elezioni, gabbato l'elettore..." ecco lo
scenario che si presenta oggi in Italia:
centro-destra vincente, grillini arrembanti, centro-sinistra in
caduta libera.
Il
Rosatellum,
alla prova dei fatti, ha dimostrato tutta la sua inconsistenza.
Avrebbe potuto bene o male funzionare in un sistema essenzialmente
bipolare, ma in una corsa a tre è solamente un meccanismo
invalidante. Anche perché i partiti che lo hanno avallato si sono
rifiutati energicamente di apportarvi l’unico correttivo che
avrebbe potuto potabilizzarlo: un solido premio di maggioranza alla
coalizione vincente.
E
adesso che succederà?
Non mi azzardo a formulare ipotesi in questo
momento. Ma sembra proprio che non ci possa
essere una qualunque maggioranza. Numericamente inesistente l’intesa
fra i due perdenti (Renzi e Berlusconi), politicamente improponibile
quella fra i due vincitori (Salvini e Casaleggio).
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Valutazioni
politiche? Molte che possono essere fatte fin da ora. Ma tutte da
approfondire in prossime occasioni.
La
più evidente è la sconfitta dei “moderati” di tutti gli
schieramenti. A sinistra fa una pessima figura il conte Gentiloni,
che pure è riuscito a limitare i danni epocali causati da Renzi. Il
suo essere andato a baciare la pantofola della papessa Angela –
negli ultimi giorni della campagna elettorale – non gli ha portato
bene. Gli elettori ne hanno piene le tasche dell’Europa, dell’€uro
e del Quarto Reich in salsa democratica.
Idem
per l’altro paladino del moderatismo decadentista, il cavalier
Silvio Berlusconi, che aspirava ad essere l’uomo che avrebbe
salvato gli equilibri eurocratici impedendo che la Destra italiana
potesse imboccare la strada del nazionalismo radicale.
La
coalizione di centro-destra, invece, ha confermato di essere a
trazione populista, e solamente l’infausta rottura dell’asse
Salvini-Meloni ha impedito un risultato ancor più sonoro.
Quanto
alla Meloni, si impone un severo esame di coscienza. Troppi errori.
Nonostante tutto, comunque, resta lei la più credibile candidata
premier del centro-destra, l’unica che potrebbe consentire sia a
Salvini che a Berlusconi di salvare la faccia.
Forza
Italia è frastornata, ridotta al ruolo di numero due, dopo la Lega.
Dovrà decidere cosa fare da grande: se convertirsi al nazionalismo
populista, o se restare aggrappata al moderatismo fino alla morte.
Il
PD, chiaramente, è alla disfatta totale. Ottiene la metà dei voti
che ha preso alle ultime europee, quando la gente credeva ancora agli
80 euro di Renzi. Quanto a Renzi, oramai tutti concordano sul fatto
che sia una palla al piede per il suo partito. L’unico dubbio è
sul come accompagnarlo alla porta.
La
sinistra-sinistra di LEU ha fatto flop. Affidandosi a certi
personaggi, non poteva essere altrimenti. Sembra incredibile, ma non
è riuscita nemmeno a beneficiare della debacle del PD.
I
Cinque Stelle, infine. Hanno preso più voti del previsto, ma sono
comunque ben distanziati dal centro-destra. Di Maio chiederà di
avere l’incarico di formare il governo, in quanto rappresentante
della lista che singolarmente ha preso più voti. Ma avrebbe bisogno
di un massiccio “soccorso rosso” per scapolare il primo voto di
fiducia. Soccorso che perderebbe alla prima successiva occasione.
Certo,
è avvilente che un terzo degli elettori sia così disperato da
pensare di affidare le sorti dell’Italia a un personaggio
dell’esperienza politica di un Di Maio. Ma questi sono i frutti
dell’Europa e della globalizzazione economica. Chi è rovinato,
disoccupato, massacrato socialmente, non ha nulla da perdere. Non si
pone neanche il problema di come governerebbe un Di Maio. Tanto –
pensa – peggio di così non potrebbe andare. Ma sbaglia. Come
recita un vecchio adagio della nostra saggezza popolare, al peggio
non c’è mai fine.
Michele Rallo - ralmiche@gmail.com
Commento di Marco Bracci:
RispondiElimina"Non si può passare arbitrariamente e di botto da un sistema multipartitico come quello italiano, ad un sistema bipolare.
Prima si mettono le soglie, così da far scomparire i più piccoli e farli entrare nei più grandi (globalismo politico), poi si fanno leggi che facciano credere alla gente (italica, la più indisciplinata, ma anche la più furba) che è lei che vuole quello a cui punta chi fa o fa fare le leggi. Ed ecco, a breve, raggiunto il bipolarismo.
Niente governo, nuove alleanze, nuove elezioni e scelta fra M5S e gli altri. Obiettivo raggiunto con il consenso dei sudditi. E se qualcuno poi si lamenta.... "e che hai da lamentarti, l'hai voluto tu", ci diranno."