Bergoglio, mangiatore di carne per sua stessa ammissione e senza il minimo imbarazzo, il 21 ottobre ad Assisi gli fu servito il suo piatto abituale: lasagne e arrosto, a dimostrazione della totale indifferenza verso la sofferenza dell’animale sacrificato per deliziare il palato del pontefice e delle nostre ormai decennali istanze alla Chiesa cattolica.
E mai, nonostante le molteplici sollecitazioni pervenutegli dall’universo animalista, mai una sua parola: eppure parla, oh quanto parla, spesso di calcio che ha definito “dono di Dio”. Mai una sola sillaba di condanna della lurida corrida, mai un sussurro contro la depravata vivisezione che Gandhi definì “Il crimine più nero commesso dall’umanità”. Mai un bisbiglio contro le sevizie e gli assassini di animali nei palii e nelle sadiche feste patronali, tutte dedicate a santi e a madonne.
Papa Francesco ha lasciato tutti noi sbigottiti quando, appena eletto, ha dichiarato in più occasioni che il suo film preferito è “Il pranzo di Babette” in cui vi è la descrizione dell’allestimento di una grande abbuffata degna di Trimalcione, con una tartaruga viva che annaspa sul camino vicino ad una pentola che bolle. Perfino Eugenio Scalfari scriveva, tra l’altro, del Santo di Assisi…”Basterebbe il suo rapporto di dolcezza e di dialogo continuo con la natura…” che io sappia, per quello che ho colto in papa Francesco, questo aspetto saliente in lui non c’è” (La Repubblica, 19.2.2014).
D’altronde, un quasi papa, Carlo Maria Martini, parecchi anni fa, per il giorno di S. Umberto, protettore dei cacciatori, celebrò in onore della lobby dei massacratori di animali per sollazzo una grande messa nel Duomo di Milano!
Torna la Pasqua e si rinnova l’immonda strage di innocenti, retaggio dei più cruenti sacrifici pagani, con l’approvazione e la benedizione dei papi, tutti, santi e non, nessuno escluso, perché anche loro dopo la quaresima, con l’abbacchio pronto a tavola: aver ucciso il rimorso verso il disprezzo della Vita e verso la sofferenza dei più deboli, questo è il peccato più imperdonabile. Diceva il filosofo Nietzsche: “Preti, grandi mangiatori di bistecche”.
Ecco perché non posso associarmi al generale “Grazie Francesco” gridato in coro da coloro che, dopo aver affollato piazza S. Pietro al suono delle campane di Pasqua, si riversano nelle trattorie per ingoiare brandelli di agnellini al forno, le cui mamme piangono per giorni nelle stalle. Bravi cattolici che, ottusamente, cianciate contro la violenza e l’ingiustizia senza chiedervi da dove esse realmente abbiano origine.
Ho scritto questa lettera seguendo la mia coscienza, come consigliato da Jorge Mario Bergoglio.
Liliana Rai
.................................
Mio commento:
E mai, nonostante le molteplici sollecitazioni pervenutegli dall’universo animalista, mai una sua parola: eppure parla, oh quanto parla, spesso di calcio che ha definito “dono di Dio”. Mai una sola sillaba di condanna della lurida corrida, mai un sussurro contro la depravata vivisezione che Gandhi definì “Il crimine più nero commesso dall’umanità”. Mai un bisbiglio contro le sevizie e gli assassini di animali nei palii e nelle sadiche feste patronali, tutte dedicate a santi e a madonne.
Papa Francesco ha lasciato tutti noi sbigottiti quando, appena eletto, ha dichiarato in più occasioni che il suo film preferito è “Il pranzo di Babette” in cui vi è la descrizione dell’allestimento di una grande abbuffata degna di Trimalcione, con una tartaruga viva che annaspa sul camino vicino ad una pentola che bolle. Perfino Eugenio Scalfari scriveva, tra l’altro, del Santo di Assisi…”Basterebbe il suo rapporto di dolcezza e di dialogo continuo con la natura…” che io sappia, per quello che ho colto in papa Francesco, questo aspetto saliente in lui non c’è” (La Repubblica, 19.2.2014).
D’altronde, un quasi papa, Carlo Maria Martini, parecchi anni fa, per il giorno di S. Umberto, protettore dei cacciatori, celebrò in onore della lobby dei massacratori di animali per sollazzo una grande messa nel Duomo di Milano!
Torna la Pasqua e si rinnova l’immonda strage di innocenti, retaggio dei più cruenti sacrifici pagani, con l’approvazione e la benedizione dei papi, tutti, santi e non, nessuno escluso, perché anche loro dopo la quaresima, con l’abbacchio pronto a tavola: aver ucciso il rimorso verso il disprezzo della Vita e verso la sofferenza dei più deboli, questo è il peccato più imperdonabile. Diceva il filosofo Nietzsche: “Preti, grandi mangiatori di bistecche”.
Ecco perché non posso associarmi al generale “Grazie Francesco” gridato in coro da coloro che, dopo aver affollato piazza S. Pietro al suono delle campane di Pasqua, si riversano nelle trattorie per ingoiare brandelli di agnellini al forno, le cui mamme piangono per giorni nelle stalle. Bravi cattolici che, ottusamente, cianciate contro la violenza e l’ingiustizia senza chiedervi da dove esse realmente abbiano origine.
Ho scritto questa lettera seguendo la mia coscienza, come consigliato da Jorge Mario Bergoglio.
Liliana Rai
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Mio commento:
Sono comunque dell’opinione che ognuno deve ritrovare per se stesso il suo equilibrio, io non voglio forzare nessuno, nemmeno i miei figli sono strettamente vegetariani, mangiano poca carne, questo sì, ma lo fanno in modo rispettoso… Ad esempio mio figlio Felix malgrado la sua giovane età, è del 1984, ha già tre bambini, due maschi ed una femmina, coltiva l’orto, lavora manualmente ed alleva animali che di tanto in tanto uccide con le sue mani… Questo mi sembra un atteggiamento “ecologico”, anche se io personalmente non potrei farlo, per mie caratteristiche psichiche, ma non ci vedo nulla di anormale nella sua vita e nemmeno vedrei nulla di strano nella vita degli uomini moderni se sviluppassero un rapporto meno indifferente verso gli animali.
Non mi piace che le persone deleghino al macellaio l’uccisione e poi vadano al supermercato ad acquistare cadaveri confezionati…. Mi sembrano però ragionevoli le obiezioni vegetariane sulla salute e sulle cause di morte e malattia, spesso vedo che parecchie persone sollevano gli stessi dubbi… ed è importante chiarire i vari punti senza eccedere da un lato o dall’altro… Sostanzialmente, secondo me, il problema subentra quando si ignora l’ecologia del corpo umano oppure quando si diventa vegetariani esclusivamente per motivi “etici” e conseguentemente si assume un atteggiamento da credente religioso…. Occorre considerare qual è la vera struttura anatomica del corpo umano… l’uomo è un animale frugivoro come le altre scimmie antropomorfe, i suini, gli orsi, etc. non è un carnivoro. Il consumo di carne è solo incidentale e dipende dalla latitudine in cui ci si trova e dal reperimento di risorse alimentari. Oggi non serve più mangiare la carne. Anche perché l’allevamento industriale è la maggiore causa di inquinamento del pianeta. E con questo taccio..
Paolo D’Arpini
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