Ieri pomeriggio, 13.03,2013, i cardinali hanno nominato il nuovo capo della Corte Pontificia, il cardinale gesuita argentino Mario Bergoglio che con il nome di Francesco I prende il posto del dimissionario Papa Ratzinger.
La scelta non è casuale. Il cardinale era stato già candidato come Papa nel 2005 quando però fu eletto Ratzinger e i cardinali riuniti l’altro ieri in conclave hanno rapidamente raggiunto l’accordo sul suo nome.
Mario Bergoglio è un cardinale noto in Argentina e altrove perché ostenta uno stile di vita modesta e combina l’ attenzione alle opere di carità verso i poveri con la difesa a tutti i costi del potere della borghesia imperialista e del clero. La sua opera è caratterizzata dalla lotta contro le comunità cristiane di base, contro i fautori della Teologia della Liberazione e contro i movimenti progressisti latinoamericani (dal governo Kirchner in Argentina al movimento bolivariano di Chavez in Venezuela) e dalla connivenza con la dittatura militare che insanguinò l’Argentina nel periodo 1976-1983 e con i governi che successivamente spremettero l’Argentina agli ordini del Fondo Monetario Internazionale.
Ma la sua è stata un’opera condotta sempre in sordina, coerente con la linea dettata all’inizio del secolo XVII dal cardinale gesuita Roberto Bellarmino: la Chiesa Cattolica deve governare, ma restando dietro le quinte. La sua personalità corrisponde quindi ai compiti che i capi della Chiesa Cattolica e la Corte Pontificia devono affrontare in questi anni di crisi del capitalismo. È un indice del livello raggiunto dalla crisi del sistema imperialista il fatto che proprio uno dei fautori del governare stando in seconda fila e manovrando gli altri, sia ora chiamato a governare direttamente, per la prima volta nella storia della Chiesa Cattolica.
La Corte con la gerarchia che fa capo ad essa è uno dei principali pilastri della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Essa ha ramificazioni e agenti in tutti i paesi e svolge un ruolo politico importante in tutti i paesi con popolazione di origine europea o che sono stati colonie della borghesia europea, per la conservazione del sistema sociale borghese e quindi del sistema imperialista mondiale, nonostante la crisi insanabile del capitalismo.
In Italia inoltre da quasi settanta anni a questa parte la Corte Pontificia è il centro del sistema di potere della borghesia imperialista, al punto che a ragione chiamiamo il regime Repubblica Pontificia e che chi si ostina a prescindere da questo fatto è costretto a lamentarsi ora dell’assurdità ora di uno ora di un altro aspetto della società italiana, senza capire la ragione di quello che gli capita tutt’attorno. Perché la Corte Pontificia è un centro di fatto, ufficialmente non esistente e quindi irresponsabile: ma proprio per questa ragione ogni discorso sulla legalità (la criminalità organizzata, la corruzione, l’evasione ed elusione fiscali, l’economia in nero, l’amministrazione della giustizia, l’applicazione delle leggi e della Costituzione, ecc., ecc.) è aria fritta; per dirla usando le parole di Massimo d’Alema, “l’Italia non è un paese normale”, un caso unico del suo genere tra i paesi imperialisti.
Lo stato a cui è ridotta la città di Roma è una fotografia esemplare dello stato a cui il dominio della Corte Pontificia ha ridotto il nostro paese.
Con l’elezione del nuovo Papa la Chiesa Cattolica sceglie di “cambiare tutto per non cambiare niente”. Che dovesse non cambiare niente, è inscritto nella sua natura che è definita dal ruolo di pilastro del sistema imperialista mondiale assunto a seguito della conciliazione tra Chiesa Cattolica e borghesia e della loro alleanza contro il movimento comunista decisa dopo la Comune di Parigi (1871), ai tempi di Leone XIII. Il “cambiare tutto” consiste nell’accentuazione che la Corte Pontificia darà alla sua opera caritativa, alla sua immagine e in una certa misura anche al suo ruolo effettivo di organizzatore della beneficenza dei carnefici verso le loro vittime, di fronte al precipitare della crisi del capitalismo con il suo carico crescente di miseria e di guerra, di fronte alla guerra di sterminio non dichiarata che si aggrava di giorno in giorno, condotta dalla borghesia imperialista contro le masse popolari in ogni angolo del pianeta.
Con l’elezione del nuovo Papa la Corte Pontificia non prende nettamente partito nello scontro che si delinea nella Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti.
Lo scontro dovrà ancora svilupparsi più nettamente, prima che la Corte Pontificia debba prendere una posizione. Quindi i contrastanti interessi pro e contro l’ Unione Europea continueranno ad agitare la vita della Corte e a riflettersi nella politica dei vertici della Repubblica Pontificia che spremono le masse popolari italiane e saccheggiano il nostro paese per conto della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Nessun contributo alla soluzione della loro crisi politica verrà dall’elezione del nuovo Papa.
La soluzione resta interamente nelle mani dei comunisti italiani e di quanti altri si assumono il compito di promuovere l’organizzazione degli operai e delle altre classi delle masse popolari.
Nuovo Partito Comunista Italiano
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