Ante Scriptum
"Sono politicamente cadaveri che camminano e parlano. Ma lasciano solo una scia bavosa come le lumache. Il sole le asciugherà."
Scriptum
Gargamella
Bersani raggruppa i suoi a Napoli e sciorina i “meriti” che il
trinariciuto PD ha avuto nell’ultima tornata di quella messa nera
che sono le elezioni. “Non vogliamo accordi con Grillo. Siamo i
primi. Abbiamo ringiovanito le schiere. All’estero siamo quelli che
hanno avuto di più. Abbiamo un sacco di donne nelle liste. Vogliamo
cambiare. Non compriamo parlamentari….” Ecc. ecc. ecc.
Poi deve
sconsolatamente ammettere che non ce la farà, che non ha i numeri.
Non dice che è colpa sua, perché è italiano fino al midollo.
Italiano di oggi, beninteso. Cerca di
mascherare l’impotenza, il Gargamella. Ha voluto la bicicletta,
credendo fosse addirittura un motorino, e ora scopre che non sa
pedalare. Forse le due o tre sinapsi che ancora fanno contatto sotto
la pelata gli stanno lentamente facendo capire che lo hanno voluto
bruciare, che lo hanno messo in mezzo.
Cioè,
lo hanno fregato.
Ma
lo Psiconano Berlusconi è ancora in situazione peggiore.
Visite
fiscali. Occhi che lacrimano (lo vada a dire a camionisti o
contadini, la storia degli occhi. Vedrà che rispostine riceve!),
sbalzi di pressioni, ospedali con professoroni che fanno il quadrato
di Villafranca a difesa dell’illustre degente. Cancellazione di
manifestazioni anti toghe, per convenienza tattica, ma immediata
calata degli onorevoli-la-voce-del-padrone al palazzo di giustizia di
Milano per protestare, manifestare, solidarizzare, ovviamente a solo
beneficio delle telecamere. Minaccia di Aventino…..Appello al
savoiardo re Giorgio, ancora per poco al Colle.
Mario
Merola, il Re della sceneggiata Napoletana, si rivolta nella tomba.
Sbeffeggiato fuori di Napoli quando era in vita, assurge oggi a
gigante preveggente della vita politica italiota. “I figli so’
piezzi ‘e core”, diceva il Mario (quello serio, da Napoli, non
quello reclame della stitichezza, da Varese); unico aggiornamento “le
poltrone so’ piezzi ‘e core”, avrebbe dovuto dire.
Una
massaia, persona seria, abituata a far di conto col borsellino ed i
banchi della verdura e del pane, fa un ragionamento semplice: “Siamo
in emergenza; il Gargamella ha un terzo dell’elettorato; lo
Psiconano ha un terzo dell’elettorato; Grillo ha un quarto
dell’elettorato. Dove è la difficoltà? I numeri se vogliono ci
sono”
Vero.
Sacrosanto. Inconfutabile.
Unico
appunto: secondo i sondaggi, Grillo veleggia ormai verso e oltre il
30%.
E
se Grillo non ci sta, se la vedessero gli altri due. I numeri ci
sono. Non li vogliono vedere perché la casta è la casta, e non può
cambiare. Anche perché è finita.
Checché
dicano i tromboni della vecchia politica che sbrodolano sui media, è
inutile sperare che sia Grillo a cavare le castagne dal fuoco per
salvare il lato B della casta.
Hic
Rhodus, hic salta, dicevano i vecchi, saggi latini: traslato vuol
dire che ora per la casta è suonato il gong dell’ultima ripresa.
Resta solo da stabilire se perderà ai punti o, molto probabilmente,
per ko.
Ad
un caro amico cui da qualche anno dicevo che la andava a pochi,
suscitando la sua diffidenza, ora posso clamorosamente annunciare:
“Ladri di Roma: è finita!”
Ora
verrà la parte più difficile.
Ci
sarà da correre, ragazzi. E non sarà né bello, né elegante, né
piacevole.
Ma
è finita.
“Hann
till Ragnarok!, Per Odino!”
Fabrizio
Belloni
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