martedì 12 marzo 2013

L'altra faccia della luna.... prima della fuoriuscita finale



Ante Scriptum

"Sono politicamente cadaveri che camminano e parlano. Ma lasciano solo una scia bavosa come le lumache. Il sole le asciugherà."

Scriptum

Gargamella Bersani raggruppa i suoi a Napoli e sciorina i “meriti” che il trinariciuto PD ha avuto nell’ultima tornata di quella messa nera che sono le elezioni. “Non vogliamo accordi con Grillo. Siamo i primi. Abbiamo ringiovanito le schiere. All’estero siamo quelli che hanno avuto di più. Abbiamo un sacco di donne nelle liste. Vogliamo cambiare. Non compriamo parlamentari….” Ecc. ecc. ecc. 

Poi deve sconsolatamente ammettere che non ce la farà, che non ha i numeri. Non dice che è colpa sua, perché è italiano fino al midollo. Italiano di oggi, beninteso.  Cerca di mascherare l’impotenza, il Gargamella. Ha voluto la bicicletta, credendo fosse addirittura un motorino, e ora scopre che non sa pedalare. Forse le due o tre sinapsi che ancora fanno contatto sotto la pelata gli stanno lentamente facendo capire che lo hanno voluto bruciare, che lo hanno messo in mezzo.

Cioè, lo hanno fregato.

Ma lo Psiconano Berlusconi è ancora in situazione peggiore. 

Visite fiscali. Occhi che lacrimano (lo vada a dire a camionisti o contadini, la storia degli occhi. Vedrà che rispostine riceve!), sbalzi di pressioni, ospedali con professoroni che fanno il quadrato di Villafranca a difesa dell’illustre degente. Cancellazione di manifestazioni anti toghe, per convenienza tattica, ma immediata calata degli onorevoli-la-voce-del-padrone al palazzo di giustizia di Milano per protestare, manifestare, solidarizzare, ovviamente a solo beneficio delle telecamere. Minaccia di Aventino…..Appello al savoiardo re Giorgio, ancora per poco al Colle.

Mario Merola, il Re della sceneggiata Napoletana, si rivolta nella tomba. Sbeffeggiato fuori di Napoli quando era in vita, assurge oggi a gigante preveggente della vita politica italiota. “I figli so’ piezzi ‘e core”, diceva il Mario (quello serio, da Napoli, non quello reclame della stitichezza, da Varese); unico aggiornamento “le poltrone so’ piezzi ‘e core”, avrebbe dovuto dire.

Una massaia, persona seria, abituata a far di conto col borsellino ed i banchi della verdura e del pane, fa un ragionamento semplice: “Siamo in emergenza; il Gargamella ha un terzo dell’elettorato; lo Psiconano ha un terzo dell’elettorato; Grillo ha un quarto dell’elettorato. Dove è la difficoltà? I numeri se vogliono ci sono”

Vero. Sacrosanto. Inconfutabile.

Unico appunto: secondo i sondaggi, Grillo veleggia ormai verso e oltre il 30%.

E se Grillo non ci sta, se la vedessero gli altri due. I numeri ci sono. Non li vogliono vedere perché la casta è la casta, e non può cambiare. Anche perché è finita.
Checché dicano i tromboni della vecchia politica che sbrodolano sui media, è inutile sperare che sia Grillo a cavare le castagne dal fuoco per salvare il lato B della casta.

Hic Rhodus, hic salta, dicevano i vecchi, saggi latini: traslato vuol dire che ora per la casta è suonato il gong dell’ultima ripresa. Resta solo da stabilire se perderà ai punti o, molto probabilmente, per ko.

Ad un caro amico cui da qualche anno dicevo che la andava a pochi, suscitando la sua diffidenza, ora posso clamorosamente annunciare: “Ladri di Roma: è finita!”

Ora verrà la parte più difficile.

Ci sarà da correre, ragazzi. E non sarà né bello, né elegante, né piacevole.

Ma è finita.

Hann till Ragnarok!, Per Odino!”

Fabrizio Belloni

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