sabato 21 aprile 2012

"Viterbo: aprile dolce dormire .... per vegliare non c'è più alcun luogo" - L'ultimo cinema è stato chiuso... per curia

Cinema Trieste, chiuso per curia....

Un epitaffio corto: "Il Trieste viveva, è morto!" (Saul Arpino)

Sì, anch'io sono stato al cinema Trieste di Viterbo, tantissimi anni fa, dove avevamo organizzato un incontro per parlare di Bioregionalismo e di habitat naturale della Tuscia. I sedili erano un po' sgangherati ma almeno ci sentivamo a casa, in un ambiente non troppo pretenzioso, dissimile dalla grande sala della curia o del palazzo dei papi. I papi di Viterbo, ah, sì, ricordo tre anni fa quando venne il papa Ratzinger ed il comune addirittura costruì un grande palco solo per fargli recitar messa e arringare i fedeli, nel campo dell'ex gazometro, dove prima si era stabilita una comunità alternativa. La comunità alternativa fu appositamente sfrattata per far posto al papa... Chissà quale sarà lo scopo recondito della chiusura del Cinema Trieste, che alla curia appartiene? L'ultimo cinema di Viterbo diventerà "luogo di culto" o sala giochi per videogames? Non sappiamo ancora cosa decideranno i preti ed i vescovi.

Nel fratetmpo per solidarietà culturale con i vecchi gestori dell'ex cinema teatro si è svolto il 21 aprile, giorno di luna nera, un "mesto funerale della cultura di Viterbo"... (Paolo D'Arpini)


Cronaca di un funerale culturale

La storiaccia comincia così..: ”Lunedì 2 aprile il Cinema Trieste ha chiuso i battenti in quanto non è stato rinnovato il contratto d’affitto da parte della Curia di Viterbo ai gestori Paolo e Michele Sessa. Senza spiegazione alcuna si è tolto a Viterbo l’ultimo spazio teatrale agibile e sala cinematografica di quartiere da dopoguerra ad oggi. Di fatto, la chiusura del cinema Trieste rende ancora più evidente la totale mancanza di spazi per la cultura in una citta capoluogo di provincia come la nostra. Basti pensare ai luoghi storici, chiusi o inagibili (Teatro San Leonardo, Cinema Corso, Metropolitan, Azzurro, Teatro comunale dell’Unione e molti altri), tolti pian piano alla collettività senza un’alternativa per i cittadini e le associazioni teatrali, culturali, cinematografiche che esistono a Viterbo e si trovano senza più un luogo dove poter continuare le loro attività.Per questo si è formato il Comitato spontaneo di cittadini al fine di informare la popolazione, sensibilizzarla sulla decadenza e la caduta di tutti gli spazi dedicati alla cultura a Viterbo.

Il “cinema Trieste” ha chiuso. Ora la città di Viterbo non ha più cinema, né teatri. Nessuno spazio per la cultura nella città, che è capoluogo dei provincia nel Lazio e che conta 69 mila abitanti. Ai cittadini orfani di uno spazio in cui esprimersi altro non restava che celebrare “Il funerale della Cultura”, che si è svolto sabato 21 aprile. Il corteo è stato silenzioso, di quel silenzio che risuona nelle menti e fa male. Al funerale, hanno preso parte: registi, attori, professori universitari, studenti e semplici cittadini. Un corteo laico e simbolico, che ha attraversato la città con fiaccole, dedicando soste e racconti mirati davanti a quei cinema e teatri che ora sono chiusi. La cultura nella città dei papi non è più di casa. Il cinema Trieste, uno spazio di proprietà della Curia, sarà utilizzato forse per dire messa. Quello che prima era un centro vitale e propulsivo nella diffusione della cultura tra giovani e non, mancherà ai cittadini di Viterbo.

Ora non esistono più spazi che siano aperti tutto l’anno a disposizione delle associazione e delle realtà che della formazione dei ragazzi hanno fatto negli anni il loro punto di forza. Già i preziosi siti archeologici del Teatro Romano di Ferento e del Castel d’Asso erano stati abbandonati a sé stessi, mentre il Museo Civico sarà smembrato, l’ennesimo simbolo della cultura che nella città viene meno.

AGGIORNAMENTO dell'ultima ora:

600 partecipanti alla manifestazione del comitato ”Cinema Trieste aperto”
VITERBO – ”Una città senza cultura è una città senza futuro”. Con questo slogan è partito da piazza Adolfo (quartiere ellera di Viterbo) il ”Funerale della cultura”, la manifestazione ideata dal comitato ”Cinema Trieste aperto – Spazi alla cultura”.Il percorso della manifestazione ha toccato tutti i luoghi di Viterbo in cui in passato si è prodotta cultura e che ora per diverse motivazioni sono chiusi: sono stati citati gli altri cinema ora non più aperti al pubblico (Azzurro, Lux, Metropolitan), il teatro San Leonardo, il cinema teatro ”Genio”. La lunga marcia funebre è passata per piazza del Plebiscito ed è sceso anche il sindaco Marini che nei giorni scorsi si aveva parlato di vitalità della cultura viterbese.
Proprio nel cuore della città i partecipanti hanno inscenato un flash mob: tutti giù per terra mentre suona una sirena che indica pericolo. Il corteo ha poi attraversato Corso Italia per terminare di fronte al teatro dell’Unione, simbolo della chiusura degli spazi culturali.La processione funebre si è ingrossata con il passare del tempo: 600 i partecipanti in rappresentanza delle oltre cinquanta associazioni (Camerata polifonica viterbese, compagnia teatro popolare ”P. Liuzzi” di Caprarola, compagnia teatrale ”I giovani”, per citarne alcune) che hanno aderito facendo sentire la vicinanza agli ideatori di questa camminata che celebra un vero e proprio lutto. Ma anche tante famiglie, tanti bimbi. Comune denominatore il colore nero, simbolo della tristezza che porta la mancanza di qualcosa a cui si tiene molto.
Come hanno più volte affermato i componenti del comitato spontaneo contro la chiusura del cinema Trieste, l’obiettivo è della manifestazione è ”sensibilizzare l’opinione pubblica non solo sulla chiusura del Trieste, ma sulla mancanza di luoghi culturali a Viterbo. L’importanza del teatro non sta solo nella produzione di spettacolo, ma nella qualità degli stessi, nella forza che il teatro possiede di aggregazione e socializzazione. Vorremmo che da quest’inverno della cultura che stiamo vivendo si possa passare ad una primavera in cui posano fiorire tutti gli spazi e i luoghi culturali”.Tra i tanti che hanno partecipato anche Laura in rappresentanza dei ragazzi che stano occupando il teatro ”Valle” di Roma: ”Questo corteo funebre dà a noi che occupiamo il Valle la forza di andare avanti – ha detto – sono dieci mesi che siamo dentro, ma mai come in questi momenti siamo vicini a tutte quelle realtà che combattono per il bene comune. Il teatro è una piazza di incontro e di scambio di relazioni. Prendiamoci in mano la nostra vita – ha concluso – immaginare un futuro diverso non è impossibile”.La fame di cultura e sapere è stata saziata da tanti cittadini comuni che hanno seguito la manifestazione e che si avvicinavano agli organizzatori per chiedere i motivi della scelta di celebrare il funerale.

Grande commozione alla fine quando ha parlato Elda Martinelli che dell’associazione ”Teatro di carta” che all’interno del Trieste svolgeva la sua attività: ha ringraziato tutti i ragazzi e i genitori che ”in questi venti anni hanno permesso che crscesse e si sviluppasse la grande esperienza del Teatro di carta.

Doriana Goracci


Com'era un dì... oggi è chimera


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Commento del Sindacato ISA: “AFFRANTI DAL DOLORE, IL SINDACATO I.S.A. SI ASSOCIA ALLA PERDITA DELL’IDENTITA’CULTURALE A VITERBO PER CHIUSURA CINEMA TRIESTE “ Anche il sindacato I.S.A., sentendo quanto qui di sopra riportato, inorridisce al pensiero di perdere un pezzo di storia. E in maniera vibrata, ci associamo ed eleviamo il nostro sgomento, nel pensare in questo momento, quante persone del luogo sia morti che vivi, si staranno girando e rigirando chi nelle tombe chi nelle proprie abitazioni, ponendosi delle domande: ma se veramente Dio esiste, a quale Dio bisogna credere?“

1 commento:

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