mercoledì 4 agosto 2021

La storia del fico...

 


Sykè (il fico) era una delle figlie di Oxilos e Amadriade e da loro discese il mondo vegetale.

Il fico é un punto di contatto tra i concetti di maschile e femminile.

Durante le favolose Falloforie, celebrazioni Dionisiache, si portava in processione un fallo intagliato nel fico; un simulacro dei resti carnali di Dioniso smembrato e cotto dai titani. Solo il fallo si era salvato che, trafugato da Atena, venne donato a Zeus, il quale, a sua volta, vi incorono' la Grande Madre Rea che da allora porta un pene in testa che la feconda e nutre e rende viva. L'allegoria é potente e permette al fico la fama di cui godeva tra i popoli antichi.

Il fico era il simbolo del Capro fecondatore ma anche della dea Rumina; la dea dell'allattamento. Fu sotto un caprifico (fico maschio) che la lupa allattò Romolo e Remo.

Nella genesi dopo aver mangiato dell'albero della conoscenza, Adamo ed Eva si accorsero della propria nudità, fino ad allora ignorata, e cercarono di celarla agli occhi di Dio con le foglie dell'albero da cui avevano mangiato.

"..la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquisire conoscenza, prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede al marito e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di entrambi e si accorsero di essere nudi: intrecciarono foglie di fico e ne fecero cinture. ..."  Genesi 3,1-12

L'iconogarafia moderna identifica nella mela il frutto della conoscenza ma più verosimilmente la causa della cacciata dal paradiso fu un fico.

Forse é per questo che il fico ha anche una fama funesta; sarebbe frequentato dagli spiriti e dalle mie parti si dice che il fico é traditore. Per molti vecchi "fa un'ombra che non riposa" e ci era vietato arrampicarvisi sopra; il motivo sta nella fragilità dei rami che, anche all'apparenza sani, possono schiantarsi sollecitati da un peso. I vecchi lo sapevano e ci mettevano in guardia.

Dal punto di vista botanico il fico ha alcune particolarità mica da poco. Vive ad esempio in simbiosi obbligata monospecifica con un piccolo imenottero, la Blastophaga psenes.

Questa piccola vespa sverna solamente all'interno degli ovari del Caprifico. Quando nascono, maschi e femmine si fecondano all'interno del falso frutto (sincarpo) e solo le femmine sfarfallano all'esterno coperte di polline per andare a deporre le uova in un nuovo sincarpo ospite. Le piante di fico "femmina" ricevono la vespa ma hanno gli stili del gineceo molto lunghi, che non permettono l'ovoposizione e vengono solo fecondati dal polline trasportato dagli insetti, producendo i semi. Il fico senza la vespa é sterile e la vespa non può riprodursi che nei fichi. Questa condizione crea una simbiosi obbligata non molto frequente in natura.

L"uomo ha tuttavia imparato a sfruttare un'altra particolarità del fico e cioè la capacità partenocarpica, che produce frutti maturi privi di semi, quindi in assenza di fecondazione e quella partenogenica che addirittura permette la generazione di semi fertili monoclonali cioè prodotti senza impollinazione, che é una condizione molto rara in natura.

Massimo Luciani



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