venerdì 16 agosto 2019

Società civile e ritorno all'esercito popolare...

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Fra le proposte  non andate a buon fine nel moribondo  governo Conte risulta esserci quella di ripristinare un servizio  misto, metà civile e metà militare, "per riabituare i giovani a svolgere mansioni utili alla patria e risvegliare in loro un senso di disciplina".  Io personalmente ho svolto servizio militare per 15 mesi e debbo dire che quel periodo fu per me molto utile per capire come funzionavano tante cose nella società. Non penso quindi -come disse Berlusconi- che "il servizio militare (o civile che fosse) rappresentasse una perdita di tempo per i giovani"....

Inoltre non sono d’accordo con il sistema corrente in cui il servizio militare -come deciso da un  precedente governo Berlusconi- sia riservato a forze prezzolate, semplici volontari, credo che l'onere della difesa (dico “difesa”…)  della nostra terra o dei legittimi interessi dei suoi abitanti non possa essere delegata a “mercenari”. Senza dimenticare le proposte  avanzate da alcuni partiti "progressisti" di concedere la cittadinanza italiana a  quegli stranieri che si impegnassero a servire nell'esercito... 

Prima di "omologare" gli  stranieri -che 
 hanno già raggiunto nel nostro paese  un numero critico...- e che  in realtà non risultano "omologabili", poiché insofferenti  alle regole civili o  impossibilitati al lavoro per ragioni burocratiche  (se non quello in nero o ad attività illegali) occorre pensare alla "rieducazione" dei giovani italiani.   Considerando anche che perlopiù questi giovani non sono in grado di "resistere", perché viziati dalla società dei consumi, dalle droghe e dalla mancanza di senso di responsabilità e di disciplina civica.  

Mi sembra ovvio che la situazione corrente rispecchi pienamente quella decadente del tardo impero romano, in cui la morale e l'incapacità di  dignità  fece dell'Italia una terra dominata dai barbari.  Le famose invasioni barbariche contavano a malapena poche migliaia di individui (comprese donne e bambini ed armenti) mentre Roma aveva oltre un milione e mezzo di abitanti ma quei pochi barbari determinati bastarono per annichilire e distruggere un sistema, forse marcio, forse indegno di essere mantenuto,  come probabilmente sta succedendo ai giorni nostri…!   E la causa anche allora fu che la difesa della società era stata delegata a mercenari di origine straniera (che alla prima occasione presero il potere) ed al "buonismo" degli alti prelati  cristiani che, nel frattempo, avevano assunto  il controllo religioso e politico della società. 

Insomma se in Italia ci fosse bisogno di difendere il territorio o la comunità un esercito di leva potrebbe aiutare mentre quello vigente dei mercenari serve solo a combattere le guerre della Nato in varie parti del mondo (sempre a spese dei cittadini) mentre il popolo può essere oppresso e vilipeso sia dai burocrati e tassatori che dai delinquenti comuni e mafiosi (aborigeni o allogeni che siano) in santa alleanza.  

Il Libro dei Mutamenti afferma: "Nel grembo della terra vi è l’acqua: l’immagine dell’Esercito. Così il nobile magnanimo verso il popolo accresce le sue masse” - L’immagine dell’esagramma L’Esercito (Shih n. 7) del Libro dei Mutamenti, è molto chiara nell’indicarne il significato. Infatti nell’antichità, in virtù della coscrizione obbligatoria, i soldati erano presenti nel popolo come l’acqua sotto la terra. Ed avendo cura della prosperità del popolo si ottiene un esercito valoroso. 
Ed ancora nella prima linea: “Un esercito deve servire in buon ordine ed armonia. Se ciò non avviene incombe sciagura”.

La coscrizione obbligatoria può sembrare una sopraffazione, se serve ad una causa ingiusta, ma è l’unico modo, oggi,  per riconoscersi tutti figli dello stesso paese.  Questa possibilità di servizio misto civile-militare potrebbe essere allargato anche a livello Europeo, alleggerendo così la sudditanza agli USA  e creando una valida alternativa  alla NATO.


Paolo D’Arpini
 

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1 commento:

  1. Commento ricevuto via email da Giorgio Stern: "... un esercito di popolo è preferibile ad un organizzazione, seppure gestita dallo Stato, di mercenari. Se non altro perché, qualora si verificasse necessario, il popolo disporrebbe di un'esperienza organizzativa per combattere. Utile, anche se minima. È gia successo, gli alpini che tornavano dalla Russia sapevano combattere i nazisti e i traditori repubblichini. Ma per rimanere ad oggi, credo, che, esistendo un esercito di leva, risulterebbe, ad esempio, più problematico inviare contingenti in Afganistan, nei paesetti repubblichini del Baltico o altri posti simili. Qualcuno potrebbe obiettare. Mentre oggi, chi lo esercita questo mestiere in modo volontario, pagato (mi sembra) bene, non lo fa, o è molto meno indotto a farlo, e ciò vale anche per i suoi famigliari. Io comunque vedo l'esercito di leva profondamente diverso da quello del passato a cui ambire e a cui tendere. Strutturato in modo da risultare flessibile, per esempio, e portare i giovani del Nord a lavorare a grandi opere pubbliche al Sud e viceversa. E per l'esempio fatto sopra, potrebbe essere più facile riuscire a portarlo fuori dall'organizzaione guerrafondaia detta "NATO". Quante tante implicazioni avrebbe la nuova visione militare del Paese! Ecco, queste sono le ragioni, alcune che mi vengono alla mente e che pongo all'attenzione, prima di negare una tale eventualità."

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