giovedì 15 agosto 2019

Aria di mafia... finalmente si respira!


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Al governo tecnico, di unità nazionale, di scopo, di accozzaglia, di salute, di Alzheimer, con Briatore, di Al Capone, di chi ci sa fare, di chi sa disfare, neocrispino, bergogliano, del presidente (e qui siamo fritti)...

A questo punto non siamo più alla battaglia delle idee, di quelle poche emerse dai 5 Stelle e di quelle porche che frullano in testa a tutti gli altri che di stelle ne portano tante, insieme a strisce e con una stella polare a sei punte, ma corsa per o contro il tempo. Chi vuole raccogliere subito le mele bacate, prima che marcino del tutto e chi vuole che cadano a terra e se le pappino le cornacchie. Tutte le ipotesi messe in campo, ognuna che si pretende favorita dall’oracolo sul Colle che, peraltro, medita solo su chi eleverebbe le migliori preci nel tempio Nato-UE, fanno davvero schifo. Far ammazzare i 5 Stelle dal plebiscito pro-Salvini, auspicio di chi nel sistema si occupa più di interessi nei caveau che di poltrone nella giostra del “calcio in culo” parlamentare, dalla Banca d’Italia alla Confindustria, dai furbetti del quartierino ai furboni del quartierone, a quelli che si affidano al sovranista di pongo per succhiare il sangue al Sud e poi godersi il morso sul collo dai tedeschi, fino al Vaticano da sempre fedele al sistema che accoppia i  “pieni poteri” di Salvini ai propri pieni poteri spirituali (non solo) e che funziona al meglio dopo la messa di mezzanotte.


L’Union Sacrée di tutti contro Salvini, oltre che dalle appendici locali dei liberal clintoniani e sorosiani, è propugnata dal settore che, quanto ad affidabilità si fida più del PD e codazzo sinistro, politico, mediatico, sindacale, per quel che riguarda un neoliberismo meno spocchiosamente arraffone e trasparente, ma più turbofinanziario, di maggiore tenuta grazie a modi più opachi e urbani e con l’indisturbato apporto degli schiavi da tratta, deportati dai paesi delle risorse da recuperare. Ha per riferimento i guerrafondai e ricolonizzatori del Partito Democratico americano. E qui potrebbe rispuntare un Giuseppe Conte di transizione, uno che ha già dato buona prova di sé con Washington, Bruxelles, Guaidò e Nato e che si trascinerebbe qualcuno della non sempre limpida miscellanea eletta, un po’ per celia e un po’ per non morire, nelle ultime politiche.

C’è poi la soluzione Monti, pardon Draghi che, dopo aver fatto per le banche tedesche e francesi quanto è culminato con il matricidio della Grecia, ora potrebbe sistemare definitivamente al carretto italiano il traino dei più belli spiriti animali del capitalismo neocarolingio. Ha dietro Goldman Sachs, come si sa, il che comporta anche la benevolenza di Rothschild, IOR, banche private tutte e Federal Usa, nonché l’operatività discreta del già citato mondo di mezzo, ormai globalizzato...


Fulvio Grimaldi -  www.fulviogrimaldicontroblog.info

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