lunedì 18 dicembre 2017

Lista Popolare: "Potere al Popolo. Abbiamo aspettato troppo… Ora ci candidiamo pure noi!"


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Si è tenuta a Roma, alle ore 10 di domenica 17 dicembre  2017, al teatro Ambra Jovinelli, l'assemblea nazionale di Potere al Popolo – Lista Popolare. Di seguito il Manifesto di  Lista Popolare. (M.P.)

Siamo le giovani e i giovani che lavorano a nero, precari, per 800 euro al mese perché ne hanno bisogno, che spesso emigrano per trovare di meglio. Siamo lavoratori e lavoratrici sottoposte ogni giorno a ricatti sempre più pesanti e offensivi per la nostra dignità. Siamo disoccupate, cassaintegrate, esodati. Siamo i pensionati che campano con poco anche se hanno faticato una vita e ora non vedono prospettive per i loro figli. Siamo le donne che lottano contro la violenza maschilie, il patriarcato, le disparità di salario a parità di lavoro. Siamo le persone LGBT discriminate sul lavoro e dalle istituzioni. Siamo pendolari, abitanti delle periferie che lottano con il trasporto pubblico inefficiente e la mancanza di servizi. I malati che aspettano mesi per una visita nella sanità pubblica, perché quella privata non possono permettersela. Gli studenti con le scuole a pezzi a cui questo paese nega un futuro. Siamo le lavoratrici e i lavoratori che producono la ricchezza del paese.
Ma siamo anche quelli che non cedono alla disperazione e alla rassegnazione, che non sopportano di vivere in un’Italia sempre più incattivita, triste, impoverita e ingiusta. Ci impegniamo ogni giorno, organizzandoci in comitati, associazioni, centri sociali, partiti e sindacati, nei quartieri, nelle piazze o sui posti di lavoro, per contrastare la disumanità dei nostri tempi, il cinismo del profitto e della rendita, le discriminazioni di ogni tipo, lo svuotamento della democrazia.
Crediamo nella giustizia sociale e nell’autodeterminazione delle donne, degli uomini, dei popoli. Pratichiamo ogni giorno la solidarietà e il mutualismo, il controllo popolare sulle istituzioni che non si curano dei nostri interessi. In questi anni abbiamo lottato contro i licenziamenti, il Jobs Act, la riforma Fornero e quella della Scuola e dell’Università; contro la privatizzazione e i tagli della Sanità e dei servizi pubblici; per la difesa dei beni comuni, del patrimonio pubblico e dell’ambiente da veleni, speculazioni, mafie e corruzione, per i diritti civili; contro le politiche economiche e sociali antipopolari dell’Unione Europea; contro lo stravolgimento della Costituzione nata dalla Resistenza e per la sua attuazione. Per un mondo di pace, in cui le risorse disponibili siano destinate ai bisogni sociali e non alle spese militari. E ogni giorno ci impegniamo a costruire socialità, cultura e servizi accessibili a tutte e tutti.
Abbiamo deciso di candidarci alle elezioni politiche del 2018. Tutte e tutti insieme. Perché questo pezzo di paese escluso è ormai la maggioranza, e deve essere ascoltato. Perché se nessuno ci rappresenta, se nessuno sostiene fino in fondo le nostre battaglie, allora dobbiamo farlo noi. Perché siamo stanchi di aspettare che qualcuno venga a salvarci…
Abbiamo deciso di candidarci per creare un fronte contro la barbarie, che oggi ha mille volti: la disoccupazione, il lavoro che sfrutta e umilia, le guerre, i migranti lasciati annegare in mare, la violenza maschile contro le donne, un modello di sviluppo che distrugge l’ambiente, i nuovi fascismi e razzismi, la retorica della sicurezza che diventa repressione.
Abbiamo deciso di candidarci facendo tutto al contrario. Partendo dal basso, da una rete di assemblee territoriali in cui ci si possa incontrare, conoscere, unire, definire i nostri obiettivi in un programma condiviso. Vogliamo scegliere insieme persone degne, determinate, che siano in grado di far sentire una voce di protesta, che abbiano una storia credibile di lotta e impegno, che rompano quell’intreccio di affari, criminalità, clientele, privilegi, corruzione.
Potere al Popolo significa costruire democrazia reale attraverso le pratiche quotidiane, le esperienze di autogoverno, la socializzazione dei saperi, la partecipazione popolare. Per noi le prossime elezioni non sono un fine bensì un mezzo attraverso il quale uscire dall’isolamento e dalla frammentazione, uno strumento per far sentire la voce di chi resiste, e generare un movimento che metta al centro realmente i nostri bisogni.
Vogliamo unire la sinistra reale, quella invisibile ai media, che vive nei conflitti sociali, nella resistenza sui luoghi di lavoro, nelle lotte, nei movimenti contro il razzismo, per la democrazia, i beni comuni, la giustizia sociale, la solidarietà e la pace.
Affronteremo questa campagna elettorale con gioia, umanità ed entusiasmo. Con la voglia di irrompere sulla scena politica, rivoltando i temi della campagna elettorale. Non abbiamo timore di fallire, perché continueremo a fare – prima, durante e dopo l’appuntamento elettorale – quello che abbiamo sempre fatto: essere attivi sui nostri territori. Perché ogni relazione costruita, ogni vertenza che avrà acquisito visibilità e consenso, ogni persona strappata all’apatia e alla rassegnazione per noi sono già una vittoria. Non stiamo semplicemente costruendo una lista, ma un movimento popolare che lavori per un’alternativa di società ben oltre le elezioni.
Insieme possiamo rimettere il potere nelle mani del popolo, possiamo cominciare a decidere delle nostre vite e delle nostre comunità. Chi accetta la sfida?
Lista Popolare 
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3 commenti:


  1. Commento di F.G.:

    “...peccato che a questi bravi ragazzi del giurassico manchi totalmente il contatto con la realtà, con le nuove configurazioni del Potere, con la dissoluzione delle strutture di classe, con l’arma fine del mondo che sono le nuove tecnologie massificanti e de-identificanti. Il primo disastroso limite è il loro voluttuoso precipitarsi nella trappola mondialista e nazionicida della migrazione, massima operazione della globalizzazione per privare i gruppi umani coesi dell’autocoscienza, autostima, consapevolezza del proprio passato e quindi del proprio ruolo nel presente. tutto deve essere libera circolazione delle merci, dei capitali e degli uomini-merce. Deafricanizzare l’Africa in modo che ne restino a disposizione solo le risorse. e si ciancia di accoglienza e solidarietà collaborando alla deportazione e all’alienazione del meticciato. questo è collaborazionismo: le migrazioni, gli sradicamenti, le deportazione meritano solo una risposta, quella data dal movimento africano antagonista al vertice di Abidjan, L’Europa è una truffa, la migrazione è una trappola. si tratta semplicemente della nuova edizione della tratta degli schiavi. Eppoi, che bei compagni di viaggio, il clan familistico della Rete e le formichine spaesate di RC. La Nato sghignazza, come se la spassa con i diversamente europei dei ronzini della Mossa del cavallo. Non ci resta che ridere...”

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  2. Commento di Paola Slaviero:

    "Io sono andata ad alcune assemblee di Pot al pop e, pur concordando con domande tipo Pilar “ quale popolo” o di Marinella sulla pochezza del tema guerra e assenza di analisi sul contesto internazionale, penso che bisognerebbe partecipare e contribuire ad inserire nel dibattito questi temi.

    La mia impressione è che dentro questa aggregazione ci sia di tutto ma tanti giovani attivi e impegnati sia nelle lotte che in tentativi di analisi della realtà, tipo i Clash City Workers, che lavorano da anni a stabilire dei coordinamenti delle lotte dei lavoratori in Italia.

    Poi ci sono tutti i più o meno vecchi esponenti dei gruppi e gruppuscoli che girano ai margini della vasca dei pesci rossi per capire come mangiarseli meglio.

    Poi c’è Rifondazione che mi sembra l’unica presenza organizzata sul territorio nazionale e che con Acerbo pare voglia fare un discorso di apertura e non di apparati …mah.. tutto da vedere.

    Personalmente non credo nella possibilità di formare una lista elettorale ma se ci si riuscisse, con dei nomi credibili all’interno del movimento, sarebbe già un successo. Vorrebbe dire che la massa informe comincia a strutturarsi almeno un pochino.

    Non credo neppure che ci siano chances di raggiungere il minimo per avere un rappresentante in parlamento, ma la campagna elettorale potrebbe , e sottolineo potrebbe, essere un momento di dibattito in cui potremmo e dovremmo inserire i nostri contenuti. chiarendo bene i nessi tra crisi sociale e guerre presenti e future.

    Secondo me il nostro compito è di starci dentro a questo movimento portandoci le nostre analisi e consapevolezze.

    E’ inutile e solo distruttivo elencare i limiti che ci sono, ci sono tutti, va bene e allora???

    Lì dentro ci sono molti soggetti e raggruppamenti che lottano contro lo stato di cose esistente e cercano di organizzarsi, vogliamo ignorarli perché troppo rozzi e ignoranti??
    Paola"

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  3. Dice Radio Cusano:

    “La ‘mossa del cavallo’? La nostra non è una lista di sinistra, ma una lista civica dalla parte del popolo. E infatti si chiama ‘Lista del popolo'”. Esordisce così, ai microfoni di Ho scelto Cusano (Radio Cusano Campus), il giornalista-saggista Giulietto Chiesa, che spiega l’iniziativa politica sua e dell’ex pm antimafia, Antonio Ingroia. Vogliamo sottolineare subito che noi non siamo tra quelli che strillano contro il populismo”

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