Tutta questa indignazione di massa perché un judoka egiziano non ha stretto la mano a un avversario sionista non l'ho vista quando l'entità sionista, alla partenza della delegazione palestinese per il Brasile, ha bloccato tutti gli indumenti da gara e da allenamento dei palestinesi, le divise per la sfilata della cerimonia di apertura delle Olimpiadi e persino la bandiera Palestinese. Non l'ho vista quando l'entità sionista ai check-point sparava sui calciatori della nazionale palestinese. In quel caso lo spirito sportivo era andato in coma?
Qualche mente sopraffina potrà obiettare dicendo: ma cosa centra lo sport con la politica o con le cause territoriali. Centra, come se non centra. Gli arabi hanno due motivi per non stringere la mano ad un sionista, i non arabi né hanno uno.
1) Gli Arabi come cittadini e la maggioranza dei loro Paesi non riconoscono l'entità sionista come stato. Ed è vero che l'atleta ha sbagliato a non stringere la mano al sionista, infatti non avrebbe dovuto gareggiare, perché gareggiando ha riconosciuto l'entità sionista come stato... altro che mano.
2) (Motivo che accomuna gli arabi e non arabi): Quando nell'entità sionista si chiede ai sionisti se sono favorevoli o meno ad una guerra con i palestinesi, gli intervistati sono sempre favorevoli al massacro e alla guerra. E dato che l'atleta è un sionista - il caso non esiste - anche lui rientra tra quelli che sono favorevoli ai massacri e alle guerre.
Parole povere: Non ci rompete i cabasisi con questa indignazione di massa, l'intero Universo con tutte le forme che ci vivono dovrebbe rifiutarsi di stringere la mano ai sionisti... Shalom!
Khalid Torkezi Al-Qurayshî
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