Le pretestuose bombe di Obama sulla Siria: e noi, che fare?
Riassumendo le furbissime mosse dell'Obama (che ha già semi-neutralizzato Iran e Cuba): con il pretesto di difendere i "ribelli" siriani dall'Isis (come se ci fosse una netta divisione fra questi "settori" dell'opposizione armata in Siria: ma la Libia non ha insegnato nulla?), Obama autorizza raid aerei anche contro l'esercito nazionale siriano - che sta combattendo contro l'Isis ma ovviamente a Obama questo dettaglio non pare importante, ANZI.
Notizia di cronaca: "“Il presidente americano
Barack Obama ha dato l’autorizzazione alle forze Usa a compiere
raid aerei in difesa dei gruppi di “ribelli” siriani addestrati
dal Pentagono nell’ambito della sua strategia anti-Isis, anche se
ad attaccarli saranno le forze del presidente siriano Bashar al
Assad. La decisione di autorizzare raid aerei a sostegno delle forze
anti-Isis, scrive il Wall Street Journal, arriva al termine di un
dibattito andato avanti per un mese, e aumenta il rischio di uno
scontro diretto con il regime al potere a Damasco...” (Sponda Sud)
Rimane da chiederci: che fare?
Se fossimo capaci di azioni dirette non violente le dovremmo fare a livello internazionale anche in pochi davanti alle ambasciate Usa in tanti paesi. O anche normali manifestazioni, se si svolgessero in uno stesso giorno in tanti paesi, servirebbero a smascherare il re nudo.
Ma NON ci si riesce mai. Adesso provo a scrivere alla mailing list internazionale No Syria intervention lanciando per l'ennesima volta l'idea di una giornata comune di azione. Ma so già che mi risponderanno: "l'ho messo sul mio facebook" (o "sul mio blog"), e solo due gatti si muoveranno. questo è diventato il movimento pacifista negli ultimi anni. Già non ha mai azzeccato iniziative efficaci, e adesso nemmeno si muove più fuori dal computer (salvo chi si trova intorno a basi militari, vedi il caso Sardegna e Sicilia).
Marinella Correggia
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Articolo collegato:
Commento di Marco Palombo del Comitato NO NATO:
RispondiEliminaMarinella domanda che facciamo noi, in questi giorni, per tentare di contrastare le manovre contorte di Obama per giustificare azioni militari in Siria.
Io ricordo le ultime estati.
Nel 2011
era in pieno svolgimento la guerra Nato contro la Libia. Iniziata a marzo e finita a fine ottobre 2011.
Nel 2012
ci fu una grande offensiva contro il governo siriano a luglio con un attentato dove furono colpiti un ministro e un cognato di Assad e iniziò il grande attacco ad Aleppo. Assad sembrava finito e furono stanziati milioni di euro dal ministro Terzi per il dopo Assad.
A Roma a inizio luglio Padre Dall' Oglio provò a mobilitare un supporto "ai ribelli" dalla sinistra italiana mentre il 31 luglio facemmo un sit in con una buona partecipazione, 20-30 persone, davanti all' Ambasciata USA.
Nel 2013
a luglio ci fu la rottura tra l' Isis e i "i ribelli" alleati dell' Occidente e probabilmente il sequestro di Dall' Oglio è legato a questo. Il 21 agosto ci fu poi la presunta strage di Ghouta con i gas e il rischio di un intervento armato occidentale contro Damasco. Sfumato fortunosamente grazie all' impegno di papa Francesco e alla fermezza della Russia.
Nel 2014
a luglio ed agosto il protagonista del M.O. fu l'Isis, con la proclamazione del Califfato. Ma le stesse milizie, già prima della famosa proclamazione del Califfato, si chiamavano Stato islamico (o Califfato ) dell' Iraq e del Levante (poi della Siria dopo l' unificazione, fallita in seguito, con al Nusra).
Nacque quindi la coalizione anti Isis e per qualche settimana sembrò possibile ancora una volta un intervento armato terrestre occidentale nel Medio Oriente.
Nel 2015
era prevedibile qualche nuova manovra nella regione. L' obiettivo o il cavallo di Troia sembrava essere un possibile intervento in Libia, che si è rivelato invece più complicato del previsto. Ora la Turchia e gli Stati Uniti stanno facendo altri passi pericolosi che potrebbero innescare un casus belli.
Che fare dunque ? Non credo che nei prossimi 15 giorni possa essere tentato qualcosa contro le manovre belliche in Medio Oriente. Quello che possiamo fare è seguire sempre le notizie e far conoscere tutti i passi pericolosi ed ambigui che possono innescare un intervento occidentale diretto.
Quello che farò io è studiare la questione delle sanzioni a Damasco e denunciare che cerchiamo di impoverire ancora di più un popolo allo stremo, per metà sfollato dalle proprie case.
Milioni di persone in fuga mentre la ricca Europa va in crisi per 40.000 richiedenti asilo.
Un terzo degli arrivi in Europa via mare proviene dalla Siria e noi invece che aiuti diamo altre difficoltà. La contraddizione è lampante, ripeterlo, provando ad essere sempre più chiari nella spiegazione di tutto questo, può essere utile. A voi ripeterò cose che vi sono già note, ma nella speranza di raggiungere con queste informazioni qualche persona in più, continuerò a ricordare questa vergogna delle sanzioni.