Del “piano Kalergi” se ne continua a parlare, anche a sproposito, nei blog e sulle pagine di Facebook, come di una “diabolica macchinazione globalista” di matrice antesignana.
“PIANIFICATO DA TEMPO IN MODO SCIENTIFICO DALL’ELITE AL POTERE È IN ATTO IL GENOCIDIO DEI POPOLI EUROPEI… La realtà è sotto gli occhi di tutti, consapevoli e NON consapevoli, protagonisti e NON protagonisti. E’ tutto scritto nel Piano Kalergi…”. Questo il tono più o meno degli allarmi lanciati in rete.
Ma sul cosiddetto “piano” si fa molta disinformazione, non si sa bene se funzionale ad alcunché, in esso non si parla di “meticciato” come oggi lo intendiamo, ossia del mescolamento di razze di diversi “colori”.
Richard Nikolaus Eijiro Graf Coudenhove-Kalergi era l’erede di una antica famiglia nobiliare ungherese. Il padre fu funzionario all’Ambasciata imperiale austro-ungarica in Giappone, egli nacque dal matrimonio che il padre contrasse con una giapponese esponente della nobiltà di quel paese. Il progetto “Paneuropa” fu un progetto prototipo di Unità europea in senso eurasiatico che nulla aveva a che fare con un ipotetico melting-pot.
Per avere adeguata conoscenza leggere il suo libro PANEUROPA edito dalla Cooperativa (cattolica) riminese “Il Cerchio”. Non si capisce ancora perché si continua ad accusare Kalergi di progetti che nulla hanno a che fare col suo. Indubbiamente, lui, che era il classico EURASIATICO, prevedeva, anzi, vedeva, o peggio, paventava un calo demografico europeo e forse cercava di esorcizzarlo tramite incroci, MA IN SENSO EURASIATICO.
Faccio presente che oggi, e l’abbiamo più volte affermato per conoscenza diretta dei fatti, moltissime donne dell’Est Europeo (dove sono in maggioranza demografica) hanno “passato il ponte” e sono arrivate in Italia con il compito di spodestare la donna italiana, ormai troppo vittima di elaborazioni mediatiche di stampo occidentalista.
Bene! La riviera adriatiche esprime un modello assai funzionale di questo spodestamento. Benissimo!
NOI SPERIAMO MOLTO DA QUESTE “NUOVE NOZZE” basate sulla ripartizione del lavoro e sulla interpretazione non corrotta del ruolo del maschio italico. Questa è l’invasione che ci piace e che, vedi caso, passa assolutamente inosservata dai Media.
Giorgio Vitali
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