Ne
ho proprio pieni i “belloni”… E’
dalle elementari che il mio cognome, del quale sono fierissimo (a
Lodi c’è l’ospedale Belloni: famiglia sanguigna e prolifica, che
arrivò ad essere anche banchiere del papa: nessuno è perfetto!),
che il mio cognome –dicevo- si presta ad una rima naif e di facile
intuizione.
E la faccenda non mi dispiace: chi non sa ridere di se
stesso vive una vita grigia e triste. A parte la disquisizione
araldica, questa volta i “belloni” mi girano come eliche di un
motoscafo.
Siccome
sono un pirla, invece di andare a prendere aria, la mattina mi guardo
i telegiornali. E ammetto che leggo anche i giornali. Colpevole,
vostro onore, sono colpevole: mi rimetto alla sua pietas, alla sua
comprensione. Mirate al petto e risparmiate la barba, anche se
incanutita: esempio e ricordo di una contestazione antica e mai
sopita; a Rapallo, Santa Margherita e Portofino a 14 anni ero l’unico
ad averla, con orrore e scandalo delle mamme borghesucce e gioia
delle figlie. Colpevole fin da allora, vostro onore.
Colpevole e
grazie a dio, porcello.
In
questi giorni di metà agosto sulla tragedia degli invasori africani
e medio orientali si è inserita una nota stonata come il suono di
una campana incrinata. Un cardinalone, tale Galantini, a capo della
congrega dei vescovoni italici, ha levato alto il suo latrato: “Chi
si oppone ai rifugiati è un piazzista a caccia di voti”.
Probabilmente, più realista del re, il cardinalone voleva dar man
forte al suo caporione, il gesuita vestito di bianco, in arte
Francesco, che dallo scranno pietrino ha sentenziato: “
respingerli (gli
invasori, n.d.r.) è un
atto di guerra”.
Il
che, se fosse vero, avrebbe una percentuale, minima ben inteso, di
verità. Con un particolare che il gesuita trascura: la
guerra la hanno iniziata, senza dichiarazione,
“loro”, gli
invasori. Che sono un
esercito che tenta di sfondare il fronte nei due salienti più
deboli: Grecia ed Italia, ove lo Stato è assente ingiustificato.
Per
ora non sono armati, ma trovare armi non è poi una faccenda così
difficile, con finanziatori occulti (e mica tanto, a dire il vero),
coste colabrodo, confini terrestri gruviera. Già in certi quartieri
delle grandi città le Forze dell’Ordine entrano solo se in forze e
con circospezione.
E’
uno stato di aggressione che vede soccombere le nostre Comunità, la
nostra Società. Con il sorriso beffardo di poteri forti d’oltre
Oceano e d’oltre Mediterraneo, felici
di constatare il realizzarsi del loro perverso e micidiale disegno
strategico: disgregare l’Europa, colpendola dal Sud, punto di
debolezza.
Ora,
capisco che il pastore cattolico pesca bene nel torbido, nel
disordine, nel marasma. Capisco che il Vaticano, finanziariamente
nelle mani della Goldman Sachs, sia prono alla strategia antieuropea della banca
giudea (Soros ha finanziato Tsipras, guarda caso!); capisco che tanti bei
ragazzoni di colore possono fare la felicità del disordine di certo
clero (con annessi battaglioni di zitelle clericali assatanate);
capisco che il gesuita vestito di bianco sia arrivato dalla America
del Sud, ove striscia la “teologia della liberazione”, di
tupamara origine e che tale teologia sia nel suo DNA….
Capisco
tutto.
Ma o il papa parla come capo dei credenti, ed allora vorrei
chiedergli se famiglia, terra, sangue, dovere, ed appartenenza siano
o no valori accettati e condivisi. Oppure se parla come capo di uno
Stato estero, anche se ingombrate, ed allora si contenga, si munisca
di un pannolone vocale e si faccia gli affari (puliti?) del suo
Stato.
Gli
comunico, soavemente, che noi gli invasori non li vogliamo.
Semplicemente
e decisamente.
Come
non li vuole l’Europa, che sta trovando, o ritrovando, il suo
spirito. Bianco, forte e libero, alla faccia di papi e cardinaloni
progressisti. E gli Stati che tali sono chiudono i confini e si
preparano allo scontro. La Gran Bretagna istituisce forze speciali
anti tunnel; la Francia chiude Ventimiglia, L’Ungheria mette il
filo spinato con corrente elettrica (nessuno dice che ci sono
cento/centocinquantamila afgani e bengalesi che premono ai suoi
confini), la Croazia prende i clandestini invasori e li ficca in
isolette inaccessibili, la Spagna alza a Ceuta e Melilla barriere di
sei metri. Ecc. Ecc. Ecc…..
E la Grande Germania si sta riarmando.
Pesantemente (come del resto fa il Giappone, ma questa è un’altra
storia).
E i tecnici stanno preparando un cambiamento di sistemi
d’arma, adatti al contenimento dell’invasione.
La
nota stonata, che puzza
di tradimento, è la
somma degli appelli di certo clero. Dalla guerra dei trent’anni in
poi è in atto uno scontro fra la chiesa di Roma e l’Europa. Con i
gesuiti in funzione di commandos curiali. Ha sempre vinto l’Europa,
grazie agli Dei!
Ma
irrita assaissimo che i media diano tanto spazio alle esternazioni
del capo di uno Stato estero (come se non ci fosse già una
indigestione obbligatoria di ogni starnuto di americani ed israeliani
a rompere oltre il lecito!).
E trovo sconveniente al limite del
tradimento che un cittadino italiano, di professione cardinalone, si
permetta di intervenire in faccende di cui è bene si tenga lontano e
fuori dai …..”belloni”. Per le questioni pubbliche vige (almeno
dovrebbe) il codice civile e soprattutto penale italiano.
Se fossi un
“piazzista”, onorevole e pulita professione, gli farei causa,
all’arrogante, improvvido cardinalone. Pussa via! E che non si
permetta di trinciare giudizi e dare consigli di pubblica
(in)decenza, travestita da dettame morale. La sua chiesa ha Everest
di mattanze, di stragi, di roghi, di intolleranza, di malignità, di
corruzione, di sfacelo morale, di assassinii di papi e non solo (Papa
Luciani dice niente?) per permettere a un cardinalone di dare
giudizi. Dovrebbero, tutti gli alti prelati, per almeno un paio di
secoli vestirsi di stracci, con cenere sulle pelate, a piedi nudi, a
pane ed acqua, strisciare davanti ad ogni essere umano e chiedere
perdono. Perdono di esistere.
Arroganti,
traditori, cortomiranti, scaltri, astuti, avidi. Se tornasse il loro
dio, quel povero Jeoshua da loro bestemmiato e tradito ogni giorno,
caverebbe un palo dalla vigna e ripeterebbe l’azione squadrista
come quella volta contro i mercanti nel tempio. Solo che questa
volta sarebbe l’assemblea della CEI. E giù, botte da orbi!
Sai
come ci divertiremmo?
E
per oggi basta cattiverie clericali. Altrimenti mi scomunicano……(qui
ci vorrebbe una risata sardonica).
Però
ho nostalgia di Don Camillo e di Peppone.
Fabrizio
Belloni
..............
Commento di Sergio Mengoni: "caro Saul ma come fai a dar voce a F. Belloni con questo post? Ha contenuti inesatti, toni sarcastici e autoreferenziali, visioni personalisitche mischiate con tutto, dalla massoneria alla celebrazione viscerale di se stesso. Più che un uomo di opinione che legge molti giornali e ascolta molti tg (a mio avviso inutilmente), io lo trovo decisamente mediocre e anacronistico, in malafede disinformato e preconcetto, esiguo nel suo pensiero filosofico e nell'elenco dei suoi valori vaghi e discutibili (a parte la famiglia con cui concordo). Il suo stile, dal tono dannunziano a aulico mi dà il senso del fancazzista che può criticare tutto e tutti dall'alto senza entrare nel merito delle cose con strani cenni al ventennio o a quella parte di esso grama e superficiale. Mostra un anticlericalismo ottocentesco, greve e grossolano, critica la Chiesa Cattolica come deprecabile per due millenni di iniquità a suo carico come se lui appartenesse ad una genia speciale di angeli senza macchia con il DNA di ogni verità. "giudica e manda secondo che avvinghia" direbbe il poeta, si erge a possessore del vero ma non ce lo dice, sembra in procinto di riscrivere il messaggio evangelico per poi comunicarlo allo stesso Cristo che tutti vedano chi è Belloni.... ah dimenticavo .....un' omelia può essere definita con molti aggettivi.. direi decine se non centinaia.. ma "improvvida" non lo avrei immaginato .... "improvvide omelie" .... Belloni, penso che abbia più di un tarlo della mente. .... mi chiedo se gli è venuto così perché gli suonava bene o se abbia scartabellato dizionari per trovare un aggettivo così bizzarro.."
RispondiEliminaMia rispostina: "Improvvida sta a significa: 'inconsapevole delle conseguenze' e non è poi un aggettivo così bizzarro, anzi molto spesso usato dagli ecclesiastici proprio per qualificare le altrui opinioni. Ma quel che volevo significare, pubblicando la lettera di Belloni, è che non sempre le "verità" vengono espresse in maniera politicamente corretta, e da persone rispettabili. Anche gli "ignobili" a volte possono esprimere concetti conducenti ad una verità, pur con male parole. Infatti i saggi raccomandano di ascoltare la critica del nemico poiché in essa si cela una verità. Disse Yamamoto Tsunetomo, al proposito delle forme della ragione e quelle della spontaneità: "la ragione ha una forma angolare, e resta immobile anche in casi estremi. La spontaneità invece è rotonda, si può dire che essa non detesti né il bene né il male, né la rettitudine, né la parzialità". Non avere una posizione da difendere sarebbe la via migliore senza con ciò diventare nichilisti... Non so se questo sia il caso di Belloni, che personalmente non conosco, ma le sue esternazioni, pur esagerate, le trovo spontanee e divertenti, l'ho dimostrato anche nella scelta delle immagini allegate al post.... Sursum corda... e ricordiamoci sempre che benché la semplicità sia qualcosa di piccolo nessuno può dominarla. A questo proposito disse il saggio Daozhen: "La semplicità non è una funzione né una posizione, non è un nome né un numero, non ha divisioni prefissate fra alto e basso. Esiste prima delle categorie umane, e perciò nessuno può dominarla..." (Paolo D'Arpini alias Saul Arpino)