L’invasione
africana e medio orientale è stata studiata a tavolino e sostenuta
per interessi geopolitici.
Fino
a che lo sostenevo io, venivo gratificato nella migliore delle
ipotesi, come visionario estremista: il mondo è pieno di
benpensanti, che si allineano ferocemente dietro la televisione, i
grossi giornali, l’ideologia rimasticata e i dettami della curia.
Stavo e resto antipatico per lesa tranquillità, affossamento della
abitudine, procurata messa in moto del dubbio, insinuazione della più
odiata attività: pensare. Sia ben chiaro: non mi reputo chissà che,
non credo di essere una testa importante.
Sono
un nessuno. Ma
un nessuno che ha sempre pensato con la propria testa e non con
quella altrui, fedele all’adagio “o vivi come pensi, o finisci
per pensare come vivi”. E ho sempre detto che l’invasione in atto
è il tentativo degli Stati Uniti di far scontrare l’Europa con
l’Africa ed il Medio Oriente, onde poter svolgere il mestiere che
meglio sanno fare, cioè imporre poi la pax americana.
“Fanatico,
estremista, catastrofista” ….
Oggi
sono però in buona compagnia. Avrei sostenuto la tesi sopra esposta
anche se fossi rimasto solo, perché è verosimile, credibile e
logica. Ma oggi ho il piacere di vederla confermata da altri, ben più
qualificati. In Austria viene pubblicato un periodico, “Info
Direct”, da sempre
vicinissimo alle Forze Armate, quasi un organo ufficioso della
“Osterreichshen
Abwehrants”, il
Servizio Segreto delle Forze Armate austriache. Nell’ultimo numero
la pubblicazione dice a chiare lettere che gli USA, attraverso varie
organizzazioni ed associazioni pagano
per il traffico degli invasori
nel Mediterraneo.
E, a riprova, la fonte austriaca afferma quanto
tutti presumono e che alcuni sanno bene: il passaggio dall’Africa
all’Europa costa da un minimo di 7.000
ad un massimo di 14.000
euro, in funzione della zona di provenienza. Una cifra troppo alta ed
improponibile per africani e medio orientali. Da notare che gli
organi ufficiali della Polizia Austriaca al proposito mantengono un
ferreo silenzio.
In fondo si ripete la storia della Siria e
dell’Ukraina. Nella Repubblica europea fu il Dipartimento
di Stato ed il denaro di Soros a
finanziare le piazza, in Siria nugoli di mercenari di almeno venti
Paesi diversi cercano di abbattere lo Stato socialista nazionale. E’ il
business per i migranti che arricchisce avide e sciacallesche
Organizzazioni: solo in Austria una di queste onlus ha ottenuto dallo
Stato 21 milioni di euro di sovvenzioni.
Oramai si è creata una rete
finanziaria che stende i suoi tentacoli su tutta l’Europa. La onlus
di cui sopra ha sede in Svizzera, la “ORS service AG”, che è
posseduta dalla finanziaria “British
Equistone Partners
Europa”, che fa capo
alla Barklays Bank,
la potentissima finanziaria conosciuta come la “corazzata
Rotschild”, con
satelliti del calibro della Banca Privata “NM Rotschild” e
“Lazard Brothers”.
E
così il cerchio si chiude. Distruggere gli stati (Libia è l’esempio
da manuale), per impadronirsi delle risorse. Contemporaneamente far
montare l’odio e l’avversione delle masse africane e/o arabe nei
confronti della sempre odiata Europa, fino ad una situazione di
scontro e di guerra, strisciante prima, dirompente in seguito (i
Militari dei Paesi europei lo sanno benissimo e alcune Nazioni,
quelle serie, ci si stanno preparando). Quindi far intervenire la
potenza di fuoco yankee, per rimettere a tacere il terzo Mondo e
contemporaneamente operare un pesante “protettorato” su tutti o
parte dei Paesi Europei.
Ed
ancora una volta ho avuto il piacere di trovare conferma delle mie
previsioni ed analisi in un politologo molto ma molto più importante
del nessuno sottoscritto: Thierry Meyssan,
che a chiare lettere
afferma che questa è una precisa strategia americana risalente agli
anni ’70 del secolo scorso, elaborata dall’ebreo
Leo Strauss
(1899-1973) e
denominata “La
teoria del Caos”.
Un tanto per informazione.
Fin
qui il piacere di aver elaborato analisi e formulato, modestamente,
previsioni che in questi giorni vengono avvalorate dall’interesse
che l’invasione provoca in tanti Europei.
La
rabbia è constatare che le incrostazioni di pigrizia mentale, la
paura di dover rivedere schemi auto protettivi, il conformismo
piccolo borghese o la servitù fideistica impediscono a tanti di
trovare in sé la forza di voler capire. La rabbia è vedere il
papato asservito agli interessi della finanza giudea (che per altro
lo tiene per la gola attraverso la Goldman
Sachs) e di fatto
artefice degli interessi finanziari allocati altrove. La rabbia è
verificare come il falso scudo del buonismo non sia altro che la
difesa della credenza che il punto di riferimento esistenziale di
tanti risieda in quello che è politicamente corretto pensare (o
credere di pensare).
Non
fa rabbia l’avversione che i baciapile, i benpensanti, i
quauquaraquà riservano a chi la pensa diversamente da loro: fa
rabbia che si appellino a forme di esposizione e non si confrontino
sui fatti e sulle cifre. Fa rabbia la “coincidenza” che si
verificò, quando il nostro (?) primo Ministro andò a trovare Obama,
ed immediatamente scoppiò una escalation geometrica di sbarchi e di
barconi, con annesso rosario di morti in mare. Fa rabbia verificare
come lo Stato qui non esista, e che si utilizzi in modo quasi ludico
anche il teatrino dell’imbarazzo delle sinistre nel caos di
gestione del fenomeno, caos che ha scatenato gli appetiti adunchi di
iene, sciacalli e coprofagi in genere. Uno spettacolo miserabile.
Avrei
preferito aver torto.
Ma
andrà ancora peggio.
Fabrizio
Belloni - fabriziobelloni@yahoo.it
”...il dubbio che i disperati non potessero permettersi il costo del traghetto per l'Italia l'avevo già espresso parecchio tempo sulle pagine del nostro Giornaletto. Essendo stato in Africa sapevo che con quelle cifre si poteva impiantare una attività remunerativa, altro che viaggio “da disperati”. Evidentemente a qualcuno conviene questa immigrazione di massa. Ma, come inizialmente è convenuto agli USA pagare i Mujaheddin afgani per contrastare la Russia, ci sarà un grave scotto da pagare, poi. E chi lo pagherà forse lo sappiamo già!”
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