Circa dieci giorni fa attivisti del nostro movimento hanno svolto una prima indagine insieme ad un gruppo di attivisti ecologisti turchi in diverse zone del Kurdistan(un report verrà pubblicato nei prossimi giorni).In base a questo e a informazioni raccolte da gente del posto il numero di incendi boschivi ha superato il numero di 50 in almeno otto province:: Dersim (Tunceli), Çewlik (Bingöl), Amed (Diyarbakır), Mardin, Siirt, Şirnex (Şırnak), Çolemerg (Hakkari) e Bitlis.Il numero complessivo delle aree forestali bruciate nell’ultimo mese ha raggiunto i 10.000 ettari di terra.
Siamo preoccupati che tutto ciò sarà intensificato nelle prossime settimane fino a quando le operazioni militari dell’esercito turco continueranno.
Chiediamo di nuovo agli attivisti politici internazionali,ai movimenti sociali,alle ONG che lavorano sulle questioni ecologiche e ai partiti politici di venire nel Kurdistan del nord il prossimo mese. La tua / la loro partecipazione può avere un contributo per affrontare il problema di questi incendi boschivi a livello internazionale.
I partecipanti della delegazione dovrebbero essere in Amed (Diyarbakir) la sera del 9 settembre 2015. Nel tardo pomeriggio del 12 settembre il programma terminerà. Il 10 settembre la delegazione indagherà sugli incendi boschivi nella provincia di Amed. Il 11 settembre è prevista per un’altra provincia (Mardin o Şirnex).Il 12 porteremo assieme i risultati delle visite. Siamo in grado di offrire ed organizzare alloggio se richiesto.
Siamo lieti di accogliere ogni persona che aderisce a questa importante delegazione!
Ercan Ayboga
Movimento ecologico della Mesopotamia
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Articolo collegato:
Sarebbero frutto di una strategia di guerra dell'esercito turco, gli incendi estesi alla zona montana del Kurdistan settentrionale. E' quanto sostiene l'associazione ambientalista Movimento ecologico della Mesopotamia. Il governo turco ha infatti unilateralmente interrotto l'armistizio con la guerriglia curda, sferrando un attacco in forze alle basi del PKK (Partîya Karkerén Kurdîstan)
Secondo quanto denuncia Ercan Ayboga, del Movimento ecologico della Mesopotamia, "L’esercito turco, in modo sistematico e pianificato, spara con munizioni e bombe che provocano incendi boschivi. In particolare nelle province di Dersim (Tunceli), Sirnex (Şırnak) e Amed (Diyarbakir), nelle sue operazioni contro l’Hpg l’esercito ha bruciato parecchie foreste ecologicamente molto sensibili. In tal modo l’esercito turco spera di limitare la mobilità delle Hpg. Questo metodo di lotta contro la ribellione curda di lunga durata è già stato ampiamente utilizzato già negli anni ’90 nel Nord Kurdistan. In quegli anni, nelle regioni contese è stata bruciata quasi ogni grande foresta".
L’esercito di Ankara avrebbe appiccato la maggior parte degli incendi nelle aree che il governo islamista turco ha dichiarato "zone di sicurezza" solo dopo aver ripreso la guerra contro i kurdi. "La popolazione locale e gli attivisti del nostro movimento – spiega Ayboga – sono stati ostacolati dall’esercito turco quando tentavano di raggiungere le zone colpite per cercare di spegnere gli incendi, mentre le istituzioni governative responsabili non agivano. Quindi supponiamo che abbiano ricevuto ordine di non intervenire. Diverse centinaia di ettari di foreste sono stati ormai bruciati nel Nord Kurdistan, dove il tipo di albero principale è la quercia».
Fonte: http://www.salvaleforeste.it/59-uncategorised/4069-la-guerra-ambientale-di-edrogan-fuoco-alle-foreste-per-stanare-i-curdi.html
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Altro articolo:
Secondo Ercan Ayboga, del Mezopotamya Ekoloji Hareketi (Movimento ecologico della Mesopotamia), «con la ripresa della guerra nel Nord Kurdistan da parte dello Stato turco a fine luglio 2015, l’esercito turco ha iniziato a bruciare le foreste».
Gli estesi incendi di foreste nel Kurdistan turco sono infatti il frutto degli attacchi dell’esercito turco alle basi montane dei guerriglieri dell’Hgp, le forze di difesa del popolo del Pkk (Partîya Karkerén Kurdîstan) e anche a attivisti politici non legati direttamente alla guerriglia. La Turchia infatti, con la scusa di combattere lo Stato Islamico/Daesh sta fa settimane martellando i militanti kurdi con i quali ha interrotto unilateralmente le trattative di pace.
Ayboga nei giorni scorsi aveva denunciato che «L’esercito turco, in modo sistematico e pianificato, spara con munizioni e bombe che provocano incendi boschivi. In particolare nelle province di Dersim (Tunceli), Sirnex (Şırnak) e Amed (Diyarbakir), nelle sue operazioni contro l’Hpg l’esercito ha bruciato parecchie foreste ecologicamente molto sensibili. In tal modo l’esercito turco spera di limitare la mobilità delle Hpg. Questo metodo di lotta contro la ribellione curda di lunga durata è già stato ampiamente utilizzato già negli anni ’90 nel Nord Kurdistan. In quegli anni, nelle regioni contese è stata bruciata quasi ogni grande foresta».
Una tecnica che ricorda gli incendi delle foreste vietnamite con il napalm da parte dell’esercito Usa, ma qui l’esercito turco brucia foreste che il governo centrale di Ankara considera a tutti gli effetti parte indivisibile della Turchia, smascherando così il neocolonialismo che sta dietro questa guerra che doveva essere contro il Daesh ma che è in realtà contro l’autonomismo Kurdo, sia in Turchia che i Siria o in Iraq..
L’esercito di Ankara ha appiccato la maggior parte degli incendi nelle aree che il governo islamista turco ha dichiarato “zone di sicurezza” solo dopo aver ripreso la guerra contro i kurdi. «Ecco perché la popolazione locale e gli attivisti come quelli del nostro movimento – spiega Ayboga – sono stati ostacolati da parte dell’esercito turco quando tentavano di andare per le zone colpite per cercare di spegnere gli incendi. Queste iniziative sono state realizzate mentre le istituzioni governative responsabili non agivano Partiamo dal presupposto che siano stati istruiti dal governo a non intervenire. Ad oggi, diverse centinaia di ettari di foreste sono stati bruciati nel Nord Kurdistan, dove il tipo di albero principale è la quercia».
Il Mezopotamya Ekoloji Hareketi rivolge un appello agli attivisti politici internazionali, ai movimenti sociali e alle Ong che lavorano su problemi ecologici a partecipare ad una delegazione internazionale. Questa delegazione dovrebbe approfondire la dimensione e gli impatti degli incendi boschivi delle ultime settimane, il successivo comportamento dei funzionari turchi, gli sforzi della gente del posto per spegnere gli incendi e, se esistono incendi in corso e informare l’opinione pubblica internazionale sulla base delle loro osservazioni».
Ayboga conclude «Noi pensiamo che il comportamento estremamente distruttivo dello Stato turco in questa guerra sporca deve essere trattato anche a livello internazionale. Il termine per la delegazione internazionale è prevista dall’8 al 12 settembre 2015».
Fonte: http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/lesercito-turco-incendia-le-foreste-del-kurdistan-per-stanare-i-guerriglieri-del-pkk-video/
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