Caro
Sindaco Michelini, …eppure i viterbesi lo hanno detto chiaro e tondo in
quel famoso giugno del 2011: una maggioranza bulgara, come si usa dire, ha
sancito e ha ordinato ai propri dipendenti politici di porre in essere un
principio molto chiaro, limpido e cristallino; su 27.794 votanti il 95% dei suoi concittadini ha detto che NON
VUOLE che il servizio idrico sia gestito da privati.
Le
sue dichiarazioni in merito, purtroppo, dicono che non esclude a prescindere
questa possibilità e la dicono propenso a cedere la Talete ad una società come
ACEA che è per il 49% privata!
Il
Movimento 5 Stelle ha raccolto per mesi le firme necessarie alla presentazione dei quesiti referendari ed ha
sostenuto estenuanti campagne di informazione per esortare i viterbesi a
recarsi alle urne; e non lo ha fatto certo da solo! Associazioni, comitati e
forze politiche, hanno contribuito alla campagna referendaria. Il risultato è stato eclatante e chiaro
al di là di ogni possibile interpretazione.
Eppure
lei, caro sindaco, sembra volersi arrogare il diritto di ignorare il volere dei
viterbesi e di tutti i cittadini italiani paventando la possibilità di cedere
la gestione del bene acqua a società private contrariamente a quanto sancito
dal referendum. Le diciamo subito che ci opporremo con ogni mezzo a questa
scelta che non esitiamo a definire scellerata. Difenderemo il rispetto della
volontà dei cittadini.
Al
presidente Zingaretti, anche lui propenso all’assegnazione ad un unico gestore
regionale del servizio quale ACEA,
ricordiamo che la sua maggioranza in Regione ha votato insieme alle
opposizioni ed all’unanimità la legge regionale n. 5 del 2014 che ribadisce i
principi dei referendum sulla gestione “pubblica” del servizio idrico ed indica
la modifica dell’attuale sistema degli ATO locali a favore di aree di bacini
idrografici.
La
legge n.5 nasce da una proposta di legge di iniziativa popolare che ha visto
ancora una volta il Movimento 5 Stelle, insieme al forum per l’acqua pubblica
ed a tutte le associazioni e comitati proponenti, impegnato per settimane in
strada per la raccolta delle firme necessarie alla sua presentazione e siamo
quindi felici del successo ottenuto ma anche preoccupati ed indignati dalla
facilità con cui la politica, la “vecchia politica”, dimentica gli impegni
assunti.
Infine,
a molti degli attuali consiglieri comunali
di Viterbo vogliamo ricordare che a festeggiare in piazza il risultato
di quel referendum c’eravate anche voi; sorrisi, abbracci, bandiere di partito
e proclami sono ancora oggi visibili in molte foto in rete ed è a quei momenti
che vogliamo riportare la vostra memoria.
Se
manifestavate in piazza perché davvero felici di quel risultato e perché
davvero convinti che un bene primario come la gestione dell’acqua pubblica non
debba rispondere a logiche di profitto, non potete non approvare un ordine del
giorno da noi presentato e che sarà in discussione in consiglio comunale oggi
15 gennaio e che impedisca di veder calpestato il volere dei vostri
concittadini espresso con quel referendum.
Non
potete nemmeno non essere presenti in consiglio quando si discuterà e si voterà
quel documento perché un’assenza equivarrebbe, a nostro avviso, ad un
tradimento, ad un disconoscere quegli ideali che festeggiavate in piazza con
cittadini, associazioni e comitati, così come lo sarebbe proporre un documento
vago o di semplice indirizzo e che non sia invece un netto NO alla gestione privata dell’acqua.
Votare
invece un documento condiviso da tutto il consiglio comunale che dichiari in
maniera inequivocabile che il servizio
idrico DEVE essere pubblico, dimostrerebbe la vostra coerenza e
sancirebbe ancora una volta, e speriamo per sempre, che il bene acqua pubblica
non deve essere gestito con logiche di profitto come ha sancito in maniera
inequivocabile in referendum del 2011.
Non
facciamo oggi i nomi di chi era presente in piazza per festeggiare il
referendum ma evidenzieremo i nomi di coloro che con il loro voto contrario,
con la loro astensione o con la loro assenza non permettesse di ribadire la
volontà dei viterbesi e aprirebbe di fatto la strada alla privatizzazione
dell’acqua “pubblica”.
Movimento
5 stelle Viterbo
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