Continuando a intossicarsi quotidianamente di costose televisioni, quotidiani e mass media di regime, come può mai il popolo emergere dall'infantilismo che lo getta nelle braccia delle favole del dominio ?
Abbandonarle significa abbandonare il bombardamento ideologico-culturale del potere, rendendosi conto che solo sulla partecipazione, adesione e obbedienza, esso si fonda, attraverso la cultura fraudolenta autoipnotica.
O getti la tv, o non sei più tu.
Non serve propriamente l'immaginazione, è più utile l'osservazione: della realtà, dei fatti, dei fenomeni, invece che della pubblicità da piazzisti di saponette del regime.
Per sapere che "Il pil è insufficiente" è una bugia non occorre addentrarsi in complicate equazioni economiche: basta osservare che la produzione viene distrutta per convenienza davanti agli occhi di tutti: la sovrapproduzione alimentare per non abbassare i prezzi per abbondanza di offerta, oltre alla enorme distruzione scientifica pianificata nella guerra per la contesa dei mercati e delle risorse (a parte il fatto che persino Joseph Stiglitz ha riconosciuto pubblicamente, su "La globalizzazione e i suoi oppositori"; che il pil non è assolutamente un calcolo oggettivo, e che viene anzi regolarmente manipolato e falsificato secondo convenienza dei pianificatori economici).
Queste forme di distruzione di produzione sono evidenti, non nascoste, e certificano che produciamo troppo, non troppo poco, ovvero lavoriamo troppo, non troppo poco.
Chi fa a meno di avvelenarsi con i mass media borghesi risparmia soldi e capisce facilmente che questa è una società opulenta sprecona, a vantaggio di pochi, non una società povera dal supposto insufficiente prodotto.
Casomai sono impoveriti i derubati dal capitale.
Senza il rincoglionimento della propaganda borghese è facilissimo vedere pure che "l'eccesso di debito" è una panzana ancor più ovvia.
Non c'è nessun debito, semplicemente non esiste, poiché si tratta di una semplice invenzione costruita all'origine per omessa contabilizzazione della moneta emessa alla fonte.
La società non ha alcun debito con nessuno, e il debito dello stato verso la banca centrale è una banale bugia da due soldi.
E non a caso Giacinto Auriti proclamò lo sciopero dei debitori.
Solo il rincretinimento propagandistico può far pensare diversamente.
C'è bisogno di una grande cura disintossicante.
Ma non occorre una cultura specifica particolare per accorgersi che la favola del debito è una bugia.
Basta una considerazione elementare: io ho un debito che vale x se mi sono fatto prestare x da qualcuno.
Quindi, se non ho chiesto e ricevuto alcun prestito, come fanno i giornali a sostenere che ogni cittadino, per il solo fatto di esistere, abbia un debito y da pagare ? E' immediatamente evidente che da qualche parte qualcuno mente, e che quel debito non esiste.
Sulla base di questa ovvia constatazione chiunque può aggiungervi le eventuali ricerche che lo condurranno a scoprire la sbalorditiva natura della frode: la banca crea denaro dal nulla, non lo contabilizza in attivo, poi lo presta allo stato come se fosse suo (Il che è un falso, visto che non lo ha conteggiato in attivo) e ne vuole la restituzione con l'interesse.
Lo stato, invece di stampare denaro così come stampa francobolli, accetta il trucco, tanto scarica il falso debito sul cittadino attraverso l'estorsione fiscale, e che gli frega mai allo stato di fare debito, se poi lo getta sul cittadino, rapinandolo ?
Anche qui, la spiegazione è semplicissima, elementare: i politici spendono soldi non loro.
Tutte cose semplici, facilissime da capire.
Ma chi ascolta e legge 1000 volte al giorno "La luna è fatta di formaggio" finirà per crederci, senza nemmeno chiedere prove (che non esistono).
Bisogna liberare le menti dal gendarme cerebrale costruito dalla propaganda dominate.
La guerra, se vogliamo chiamarla così, è mentale, bisogna liberare il pensiero dalla spazzatura della menzogna fraudolenta, e dal poliziotto ideologico che la custodisce.
A dirla in altri termini: è indispensabile la demistificazione, sempre, comunque, dovunque.
Fino alla distruzione dell'intero sistema di truffa.
Vincenzo Zamboni
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