(Programma completo su www.casediterra.it) - Info. f.renzetti
Architettura tradizionale mediterranea e paesaggi di terra
la casa di terra non e’ un luogo geografico ma una interpretazione del mondo, un punto di vista ideale sulla condizione umana. rivendicare la diversità dell arch trad med come resistenza consapevole al conformismo dei modelli dominanti. amore per la propria terra, per i colori la luce gli odori. per il brulichio di storie e tradizioni popolari. la casa di terra non e’ più e non sara più un luogo di appartenenza, ma soltanto un punto di osservazione sulle cose, una visione del mondo che può essere fatta da chiunque a qualsiasi latitudine. il materiale terra si disperde in una esperienza accessibile a tutti, composta da molteplici innesti e contaminazioni, cio che conta e’ la capacita di metabolizzare tutto questo e di utilizzare punti di osservazione sparsi nel mondo tra loro intrecciati per dare espressione alla irriducibile autentica esperienza della realtà quotidiana contemporanea.
monocromo terra
il monocromo terra con il suo perimetro di spazi volumi luci e ombre e’ un enorme cretto dove si leggono come in un affresco i diversi giorni lavorativi, i massoni sovrapposti uno sulla altro, le screpolature e le fessure del tempo. la stanza di terra funziona come una camera oscura dal meccanismo diverso, non rovescia le immagini in una fissità spazio temporale, le lascia dinamiche fluide libere di scorrere, trasormate. nel monocromo terra la luce entra e d e’ pervasa ed inondata di un colore ocra incomparabile, il colore della terra che spegne e attenua la forza dei cromatismi fluiti dall esterno. la casa di terra e’ un punto di vista ideale un osservatorio sul paesaggio circostante. nel caldo colore della terra ci si sente al sicuro più calmi rinfrancati, come tra le braccia di una enorme donna di colore….ocra che inebria i nostri sensi con motivi che sono tra i più naturali, la terra l acqua la paglia. madre natura ci apre gli occhi a scenari incessanti, paesaggi mai visti, ipnotici e irripetibili. sono i colori del paesaggio abruzzese dei calanchi, le pendici della maiella e delle valli. i verdi delle colline l'azzurro del cielo e in lontananza il mare. la stanza e’ sempre in rapporto ai campi e alle campiture di paesaggio.
parole dalla terra
una casa di terra adagiata con leggerezza al declivio, esempio di una architettura rurale legata a una specifica cultura subalterna con un livello di trasmettibilita molto basso. essa e’ legata a tempi ciclici solari, lunari e a ritmi biologici naturali. una enorme scultura in terra cruda con i massoni sovrapposti con la paglia che fuoriesce, non ha un nome l autore non uno stile o una storia la costruzione se non le poche testimonianze orali. e’ espressione di una tecnica costruttiva collettiva o corale protratta nel tempo tramandata di generazione in generazione rispettando le regole del riuso utilizzazione delle poche risorse terra adatta acqua legnami per le travi canne e paglia per il tetto, quando non cerano coppi, il metodo di costruzione riporta al moto cosmico spiraliforme, a guscio di lumaca, dettato da motivi pratici, costruendo una parte di muro massimo 80 cm si girava attorno al perimetro permettendo l'asciugatura alle parti già realizzate. la casa di terra rappresenta un luogo costruito senza mappa, ( mappa, rappresentazione dello spazio, come capacita di manipolazione simbolica della cultura). il luogo naturale e’ l'informazione fondamentale dell architettura rurale, anche la materia terra contiene informazioni impastata con la sacralità dell acqua e la solarità della paglia ha dato vita a questa scultura modellata da mani antiche.
paesaggi della memoria
l arch trad med e’ un forte elemento di qualificazione dei paesaggi agrari. le forme semplici dell arch rurale povera per necessita trovano la loro forza come elementi della memoria di un paesaggio di cui sentiamo il bisogno di mantenere le tracce. la conservazione degli elementi dell edilizia della tradizione rurale ci consente di mantenere una trama di volumi e di spazi evocativi del lavoro e della vita di un tempo di particolari semplici ma carichi di significati, in questo senso queste case in cui generazioni hanno vissuto e lavorato assumono dignità di architettura minore per la loro spontanea capacita di essere elemento unificante di paesaggi naturali e umani, paesaggi interiori. l architettura minore mediterranea che una cultura del benessere ha spinto ad abbandonare va riproposta e mantenuta come elemento importante della nostra memoria storica culturale
elementi caratterizzanti dell architettura tradizionale
o architettura minore mediterranea
forme
materiali
climatizzazione passiva
informazioni fondamentali contenute nella arch trad med
intelligenza emotiva
intelligenza sociale
intelligenza cognitiva
in un paesaggio bio culturale processi economici processi culturali e processi naturali sono sullo stesso livello. nei paesaggi contemporanei in genere c e’ una forte gerarchia con al primo posto processi economici poi i processi culturali e infine quelli naturali
processi naturali
processi economici
processi culturali
la zappa e il tamburello (psicoantropologia)
un mulo che trascina un carretto con le ruote cigolanti produce un suono, un armonico che ci introduce nella dimensione estiva di un aia affollata, voci canti e richiami nella campagna assolata: il sottofondo ,continuo, un tappeto sonoro, il frinire delle cicale. il suono persistente dei cesti battuti ritmicamente dalle donne per pulire le fave sembra quello delle tammorre o dei tamburelli. anche nelle cucine profumate e spaziose dei casali il ritmo del setaccio scuote su e giu il pensiero affollato delle donne intente nel lavoro quotidiano: nell atmosfera onirica il suono dei tegami di rame lucente e delle stoviglie colorate, il rumore silenzioso e polveroso dei mobili antichi, il richiamo delle donne, non toccate quella
..! rivolto ai bambini che guardano affascinati la massa del pane che lievita sul tavolo. anche chi zappa la terra nei campi cela nel suo movimento un ritmo ben preciso, un ritmo interiore diverso da quello di un pastore o di un artigiani. il ritmo interiore del contadino che si cela nel movimento continuo della zappa da forma a un paesaggio lento nella sua evoluzione che trae valore da un insieme di soluzioni ecologiche, di tradizioni, di rapporti di lavoro. la zappa emblema di un paesaggio conservatore,
ritmo interiore di generazioni che hanno saputo trasmettere intatto nel tempo un sapere collettivo del quale e’ ancora possibile indagare alcuni caratteri.
il valore culturale della zappa, il nostro valore culturale, affonda nella terra, nella zolla di terra che la zappa separa per un attimo dalla massa marrone informe.
il contadino con la zappa e i piedi ben piantati per terra
e’ al centro del campo,
al centro di un mondo interiore
che da ordine al caos del mondo esteriore:
nell arco della sua vita cura con lentezza
un paesaggio rurale di cui era l unico tutore.
gente con i piedi per terra,
che lavora la terra,
che resta legata alla sua terra.
nella terra c e’ molto di più della nostra storia,
ci sono le nostre radici.
un racconto affascinante su come eravamo
e come siamo ancora.
un racconto che parla del lento scorrere delle stagioni
e del tranquillo fluire dei fiumi.
ora il senso del ritmo e’ cambiato,
non e’ più quello di un tempo.
sono cambiati i modelli di riferimento,
meccanici tecnologici elettronici.
il rumore prepotente del trattore scuote la mente del contadino assonnato, seduto fiero alla guida del suo mezzo meccanico. le tradizioni cambiano a seconda del tempo , dell area geografica di riferimento ma anche a seconda dell eta e della classe sociale.
la zappa, legata più al mondo maschile a un ritmo più riflessivo e meditativo.
il tamburello rappresentante del mondo femminile: il cesto e il setaccio, con ritmo catartico.
sono i simboli di un sapere attuale che cerca di rivitalizzare il passato, destinato a divenire il cantore di un nuovo clima culturale definito: futuro arcaico
lomax spiega che i tediosi e faticosi procedimenti della vita di ogni giorno vengono gioiosamente distorti e ricambianti in modo vivo e accattivante in modo che la fatica e il suo risultato si presentano simultaneamente. da una parte la fatica di un continuo spostarsi per lavorare la terra e accudire al bestiame. dall altra il risultato nella fertilità dei raccolti. orticoltori e danzatori portano il prodotto del loro lavoro, mimando allo stesso tempo le forme più tipiche del loro sforzo produttivo. in africa occidentale il più importante attrezzo agricolo e’ una zappa dal manico corto per usare il quale bisogna chinarsi in avanti durante il lavoro. il movimento principale della danza rispecchia chiaramente uno dei principali atti di sussistenza. ogni tradizione culturale consacra nel suo stile di espressione i modelli di movimento essenziali alla sopravvivenza del gruppo nel suo specifico ambiente. basato sempre sul repertorio di modelli di movimenti familiari alla comunità.
nel linguaggio cinetico della vita quotidiana,
il movimento di zappare, battere la terra come ballare;
il movimenti di battere il cesto e il setaccio,
separare e raccogliere i frutti del lavoro,
come suonare il tamburello.
percorsi lineari iterativi, potrebbero essere attinenti alla sfera sacra e ai rituali di fertilita della terra e della canalizzazione della fatica e del lavoro che, attraverso una tecnica del corpo e per mezzo di un addestramento al movimento misurato e continuato alleni al superamento della fatica stessa.
in Campania la tammorra e’ femminile come strumento cavo che genera il suono e che con la forma rievoca il disco lunare, fatto del legno che nasce come dono dalla madre terra, così la zappa nel manico di legno mentre nella parte di ferro riassume una primordiale tecnologia nel forgiare il metallo, legata più al fuoco e al disco solare.
zappa ballo sole terra
tamburello cesto setaccio suono luna vita della terra
diventano anche sorta di propiziazione ed iniziazione erotico sessuale. elemento periferico ma indispensabile all esecuzione dell espressione rituale e’ il vino.
infatti lo stato di ebrezza che provoca, solleva l uomo da suo essere terreno. nello stesso tempo fa si che l allontanamento dalla realtà e lo sfogo siano completi. il vino grazie ai suoi poteri e’ un elemento complementare sin dalle antiche ritualità, della danza della musica e del canto, sia del mondo laico sia in quello devozione popolare. il vino era capace di dare coraggio e conforto: il coraggio di unirsi e fare baccano e durante la festa dare sfogo all estasi individuale e collettiva, alla frenesia, a quello che i greci chiamavano entusiasmo.
Ferdinando Renzetti
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