In questa disgraziata epoca di s-civiltà dell'immagine, in cui la natura delle forme sommerge gli eventi della vita, onde mascherare il fatto che essi non contengono più nulla, l'aggettivo "consono" è diventato una star del burocratichese aziendale e pseudo tale. Ne fanno cattivo uso, a man bassa, disgraziatamente, anche i presidi, impegnati quant'altri mai nel disperato tentativo di produrre una
umanità di esseri appiattiti, scialbi, monodimensionali (zerodimensionali sarebbe l'optimum, solo che senza dimensione residua si scompare definitivamente nel nulla).
Sembra dunque che a questo mondo ognuno che ottenga una sudata poltrona qualsivoglia si senta impegnato a trascorrere il resto della propria esistenza lavorativa ad esperire i metodi per manifestare il proprio potere, meglio ancora se vuoto, scialbo, inconsistente, inutile, come un tramonto cui non segue nemmeno la notte, perché sprofonda nel nulla.
Ma una discussione sull'orsa Daniza e i cacciatori mi ha sorprendetemente fornito una nuova idea: i presidi dovrebbero venire impagliati, e i loro miseri resti così trattati appesi ai muri sordi e grigi delle scuole di ogni ordine e grado, onde severamente suonare a monito degli astanti, suggerendo loro di non ridursi così, di rimanere umani, ad onta di ogni suggestione carrieristica che la vita possa
provare ad offrire.
Siate ciò che siete, e rimanete tali, rifiutatevi di diventare un dirigente: nuoce gravemente alla salute.
"AAA, impagliatori di animali cercasi, ottime occasioni di impiego, astenersi perditempo".
Vincenzo Zamboni
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