mercoledì 10 settembre 2014

Altra italia... gli italiani emigrano, in sostituzione arrivano gli immigranti

Gli italiani se ne vanno....



Ormai oltre un quarto della popolazione svizzera è composta da stranieri residenti, di questi il 60 per cento sono italiani. COME MAI? Che siano tutti evasori fiscali come certa propaganda ideologica vorrebbe farci credere?

Vi racconto il caso più recente di cui sono venuto a conoscenza nella mia cerchia di conoscenze.

Una signora del cosiddetto ceto medio, ormai in via di estinzione o quanto meno di emigrazione, possedeva un appartamento di medie dimensioni e di buona qualità, ma non certo di lusso.

Un giorno le pervenne una raccomandata dall’Agenzia delle Entrante con la quale le contestavano che il suo appartamento era di lusso e doveva essere accatastato come tale e doveva pagare tasse arretrate per 88 mila euro. Una bazzecola! La signora ormai piuttosto anziana seppur non certo indigente rimase alquanto turbata e si rivolse a tutti i professionisti che è necessario coinvolgere in un simile caso tra cui: geometra, notaio, commercialista ed avvocato, per le contestazioni pertinenti e l’inevitabile ricorso, che fu vinto, in quanto l’appartamento non era qualificabile come di lusso e lo si sapeva.

Il disturbo per la signora è stato di alcune migliaia di euro di parcelle da pagare ai professionisti, che se fossimo stati in uno stato civilmente serio non sarebbe neppure avvenuta la contestazione, ma in ogni caso la parte in causa perdente avrebbe dovuto pagare ogni spesa, trattandosi oltretutto in questo caso di lite temeraria, se fosse avvenuta tra soggetti privati, ma questa non è una democrazia e meno che mai un paese civile e pertanto lo stato autoritario ha sempre ragione, imponendosi con la forza.

Avendo speso tutti quei soldi, giustamente la signora tramite i suoi tecnici ha fatto chiedere al direttore dell’Agenzia delle Entrate, che era presente durante lo svolgimento dibattimentale del ricorso, per quale motivo avessero mosso quelle contestazioni assurde che un semplice sopralluogo avrebbe facilmente smentito, la risposta del dirigente pubblico stupì per la sua franchezza: “Ci abbiamo provato!”. Esattamente quello che ho sempre pensato, ci provano. E non solo il settore pubblico statale, ormai ci provano anche gli oligopoli delle forniture di servizi, come il gas, l’energia, la telefonia, ecc.. Ci provano ad estorcere denaro all’utenza, quella più debole, ricorrendo a sotterfugi, intimidazioni, vessazioni, trucchi, truffe legalizzate, azzardi, ecc., il peggio del repertorio burocratico e dell’impunità garantita dalla complicità politica.

Il risultato finale fu che la signora in questione, schifata di questo paese, ha venduto il suo alloggio (anzi, sarebbe meglio dire “svenduto”) e si è trasferita nella vicina Svizzera italiana (Canton Ticino), vicina geograficamente ma distante anni luce come civiltà ed organizzazione pubblica. Ne ebbe conferma fin dai primi giorni, in quanto fermata dalla polizia cantonale per un controllo le riferirono che la sua patente non era valida in Svizzera e doveva regolarizzarla. La signora abituata all’Italia si aspettava una sanzione, mentre invece gentilmente i poliziotti la rassicurarono e la istruirono su dove recarsi.

Un venerdì pomeriggio si recò agli uffici della motorizzazione, cosa che in Italia non sarebbe stato possibile perché gli orari sono molto più ridotti ed il venerdì pomeriggio non lavora più nessuno nel settore pubblico, e dopo pochi minuti le dissero che poteva andare che la pratica era impostata e per lei non c’erano ulteriori incopmbenze. La signora stupefatta e preoccupata chiese perché non le dessero qualche foglio timbrato, qualche ricevuta, qualche pezzo di carta. L’impiegata con tatto e determinazione la rassicurò dicendo che non si trovava in Italia ma in Svizzera, che la pratica era informatizzata, se la polizia l’avesse fermata con terminale di bordo avrebbero controllato che la patente giaceva presso la motorizzazione e comunque lunedì mattina gliel’avrebbero consegnata direttamente al suo indirizzo. Le sembrava di vivere in un sogno, un paese magico, invece era solo un paese normale. È l’Italia a non esserlo, ad essere una società malata, marcia, corrotta, immorale, indecente, degradata, e chi più ne ha più ne metta.

E c’è ancora qualcuno che guarda i talk show con i politici come ospiti, che si chiedono come mai si emigra dall’Italia, cercando di convincere che è solo perché non si trova lavoro …

Cav. Dott. Claudio S. Martinotti Doria   www.cavalieredimonferrato.it    claudio@gc-colibri.com

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