In questi primi giorni del settembre 2016 si verifica
una serie di eventi che sono il segno, direbbe forse Roland Barthes,
dell’abisso di degrado e turlupinatura in cui è precipitata la
società occidentale a forza di direzioni religiose al diapason
dell’ipocrisia e della superstizione, di amici del giaguaro che
hanno totalmente inquinato lo spettro dell’azione e del pensiero
sinistri, e di media corrotti fino all’ultima macchia di inchiostro
e facinorosamente al servizio del potere che dovrebbero controllare e
contenere. Nello specifico parlo di papa Bergoglio e di Teresa di Calcutta (pronuncia Calcata) Premio Nobel e ora pure
santa...
Mummie e streghe. Tutto fa soldo.
Facendosi precedere dalla
santificazione di un papa in odore di CIA e di un altro papa
manifestamente CIA, sobillatore di popoli, finanziatore di quinte
colonne fasciste in collusione con la mafia e distruttore di Stati
sovrani; rafforzata la speculazione su un Anno Santo in disarmo,
sepolto sotto Mafia-capitale, trascinato per le vie della capitale la
mummia di un santo imbroglione, incazzoso, ma nobilitato dal ruolo
di picchiatore squadrista e di falsificatore di stigmate all’acido,
il papa che tutti quelli che a noi stanno sul cazzo celebrano come un
novello fraticello d’Assisi raggiunge un insuperabile apogeo nella
caratterizzazione del suo pontificato (i “segni” di Barthes) con
l’elevazione agli altari di Madre Teresa di Calcutta, autentico
ipogeo dell’etica e della verità.
Tuttavia, se si guarda ai meriti dei
tanti santificati nel corso del tempo, Bergoglio fa pure bene, la
vecchia ragazza sta in linea. C’è coerenza, tipo con Santa Elena,
madre di Costantino, o con Teodora, imperatrice di Bisanzio, grandi
massacratrici di pagani e perciò grandi autrici di miracoli. Anche
Madre Teresa ne ha fatti. Ne volte un elenco per difetto?
Miracoli degni di canonizzazione
Visitate da missioni di medici veri
(che poi ne scrissero inorriditi) le cliniche della suora, manco
infermiera, manco portantina, risultavano degli orrendi tuguri
sporchi e puzzolenti dove, su brande e pagliericci, senza farmaci,
senza la minima profilassi igienica, agonizzanti da linfomi, colera,
tbc, peste bubbonica, lebbra e tumori allo stadio terminale,
straziati dai dolori, invocavano anestetici e antidolorifici che la
Santa negava perché “il tuo dolore ti avvicina al dolore di
Gesù e ti apre le porte del paradiso”. In compenso li toccava
con le sue dita miracolanti. E i lamenti dei moribondi si
trasformavano in sacramenti. Altra era la cura che la vecchia aveva
per i suoi acciacchi. Li andava a curare nelle più esclusive
cliniche svizzere e anche italiane. Ora potete andare a pregare
davanti al ritratto della santa appeso nella clinica romana “Salvator
Mundi”. Le fatture le pagava con le donazioni miliardarie che
riceveva per le sue “opere di bene”.
Un “segno” per capire chi fosse
questa santa ci è dato anche dall’identità dei donatori.
Personcine dabbene che, in cambio delle sue forsennate campagne
contro l’aborto e il divorzio e del suo sostegno al loro modo di
condurre le cose, la gratificavano, non solo di ricche donazioni, ma
di inviti a prolungate vacanze nelle rispettive sontuose residenze.
Il migliore di costoro aveva la rogna ed era Ronald Reagan, di cui,
ospitata spesso nel suo ranch a Santa Barbara in California,
promuoveva in giro per il mondo le politiche militari ed economiche
che hanno impostato il Nuovo Ordine Mondiale, come poi perfezionato
dai Bush e da Obama e ora affidato a Hillary.
Ronald, il cowboy, era un angioletto
rispetto ad altri donatori presso i quali Teresa cercava ristoro e
amorosi sensi. Come Anastasio Somoza, ultimo della dinastia Somoza
che depredò e piagò il Nicaragua dagli anni ’30 fino alla
rivoluzione sandinista del 1979. Il presidente Usa ammetteva: ”E’
una gran bastardo, ma è il nostro bastardo”. E Somoza,
dittatore dal 1967 al 1979, una delle figure più sanguinarie e
corrotte tra quelle messe su dagli Usa nel cortile di casa
latinoamericano, era pure il bastardo di Teresa.
Come lo era un
maniaco ossessivo delle stragi dei suoi sudditi l’altro fiduciario
della Cia e del Pentagono nella regione, Francois Duvalier, detto
Papà Doc, dittatore di Haiti dal 1957 al 1971. Gli succedette il
figlio Jean-Claude, Bebè Doc, sul trono fino al 1986. Con questi due
criminali il popolo di Haiti scomparve in un oceano di miseria e di
sangue della cui continuità si occupavano i famigerati “Tonton
macoute, i pretoriani del regime antesignani, nella gestione
della società, degli umanitaristi dell’Isis e di Al Nusra. Oceano
di fame e di sangue su cui, grata e soddisfatta, veleggiava la futura
santa assieme a Papà e a Bebè. Ora di Haiti si occupa, in modi non
del tutto dissimili, la Fondazione Clinton. Della cui generosità e
ospitalità Teresa, ora nelle grazie del Signore, non può più
godere, ma sicuramente ne trarranno beneficio le sue suorine.
Duvalier padre e figlio,
benefattori di Teresa
Quanto al Premio Nobel, visto quel che
ci vuole per meritarselo, Teresa non poteva fare davvero di meglio
quando si precipitò con tutte le sue 13mila rughe in Kosovo e, da
brava mafiosa albanese, si impegnò alla morte per sottrarre i
kosovari albanesi alla sanità pubblica serba e per cacciarli in
quella privata da lei allestita a sostegno e con il conforto dei
camerati tagliagole dell'UCK.
Per ulteriori fatti, storie, miracoli,
vicende edificanti della santa donna, basta fare una passeggiatina
per Wikipedia e affini. A supporto del severissimo processo di
canonizzazione vi avrà attinto di sicuro anche la commissione
insediata dal papa. Da questo meraviglioso papa attorno al quale
fioriscono rose, violette, pace e letizia. Fratelli e sorelle
buonasera.
Fulvio Grimaldi - www.fulviogrimaldicontroblog
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