Ahaiai! Mi sa che stavolta mi metto proprio nei guai. Tutta colpa della mia solita mania di riuscire a vedere le cose con occhi strabici. Sono pure un po’ astigmatico e vedo i colori un po’ diversi. Insomma ho due cervelli, sono due persone, mi piace e non mi piace….
Ho appreso, in ritardo rispetto alla popolazione normale del pianeta, che Nelson Mandela non è più fra noi.
Sono stato in Sud Africa tanti anni fa, di passaggio a Durban, una città moderna e pulita, era il 1973 e c’era ancora l’apartehid. Andai a pisciare in un bagno pubblico dove c’erano due reparti: quello per bianchi e quello per neri. E c’erano pure due guardiani: il guardiano bianco ed il guardiano nero.
A giudicare dall’esterno la qualità del servizio sembrava identica, stessi lavabo, stessi orinatoi, insomma si trattava di un cesso “democratico”, malgrado la separazione per razze, e soprattutto era pulito e gratuito, non c’era nessun bussolotto nemmeno per le “offerte volontarie”.
Inutile dire che avendo precedentemente viaggiato in tutta l’Africa equatoriale ed essendo appena reduce dall’India rimasi molto impressionato. Cessi così mai visti nemmeno in Italia. Durban poteva essere scambiata per una città canadese, con grandi boulevards e case non troppo alte in ottimo stato. Girai parecchio in varie zone e non riuscii veramente a capire quali fossero le aree dedicate ai bianchi e quelle ai neri e se ci fosse una reale differenza fra le due, in quanto a servizi e comodità.
Vagando immemore del luogo e del tempo, su strade linde poco trafficate e con grandi marciapiedi, ecco che ebbi l’esperienza vera del Sud Africa. Di quel che il paese sarebbe diventato… Una signora nera ben vestita avanzava dalla parte opposta verso di me, a fianco aveva una bambina, immagino fosse la figlia, anch’essa linda e pinta. Quando ci incrociammo non potei fare a meno di notare una cosa che mi sconvolse alquanto. La bambina si portava appresso al guinzaglio, trascinandola sul pavimento, una bella bambola bionda, bianca e rossa di incarnato. La strattonava, come fosse stato un cane pigro e recalcitrante, tirandola per il collo a cui era legato il guinzaglio.
Compresi che il destino del Sud Africa era in qualche modo segnato… e per capirne qualcosa di più in seguito lessi la storia di questo paese “africano” per modo di dire. Prima della conquista inglese il Sud Africa era una terra libera abitata da Boeri, i cosiddetti Afrikaners, che erano contadini olandesi lì emigrati in cerca di terre fertili da lavorare. L’Olanda, si sa è una bassa pianura spesso allagata dal mare e numerosi suoi abitanti, per fame e per cercare un futuro, emigrarono in Sud Africa e vi si stabilirono. Erano semplici contadini ed artigiani e non dovettero contendere lo spazio a nessuno, il Sud Africa era praticamente disabitato salvo qualche sparuta tribù nera di poche migliaia di individui, che comunque non praticavano l’agricoltura. E gli Afrikaners non avevano bisogno di manodopera, lavoravano in proprio la terra, com’erano abituati, con le loro mogli ed i loro figli. Poi Furono scoperte delle ricchezze minerarie e immediatamente gli inglesi – come stavano facendo in tante altre parti del mondo – pensarono bene di appropriarsene. Dichiararono guerra ai Boeri, anzi quasi li debellarono, chiudendo i superstiti in campi di concentramento (furono gli inglesi ad inventarsi i lager, non i tedeschi).
Dopo la conquista inglese e l’inizio dello sfruttamento massiccio delle risorse iniziarono a scendere in Sud Africa torme di lavoratori neri, ma non solo anche indiani e cinesi, richiamati dagli inglesi stessi a svolgere tutti i lavori più pesanti, nelle miniere, etc. allo stesso modo in cui precedentemente “attrassero” i negri in Nord America per lavorare nelle piantagioni e nelle fabbriche. In un certo senso nel Sud Africa avvenne anticipatamente quel che ora sta succedendo in Europa, con il flusso continuo di disperati in cerca di lavoro. Questo richiamo di lavoratori di varie etnie è caratteristico di tutte le ex colonie inglesi, successe la stessa cosa anche in Kenya, in Tanzania, etc.
Ma in Sud Africa fu molto più evidente, anche considerando che non esisteva una consistente popolazione autoctona.
I boeri superstiti rimasero più che altro isolati nelle loro fattorie mentre i conquistatori albionici per meglio controllare la piazza, con il solito meccanismo del “divide et impera”, istituirono delle classi sociali basate sull’etnia. Dabbasso i negri emigrati, poi gli indiani e gli asiatici (non dimentichiamo che Gandhi iniziò la sua “carriera” in Sud Africa), poi i boeri e gli europei latini, ed in cima alla piramide i “puri” albionici.
Col passare del tempo, comunque, la situazione si ammorbidì e sotto un presidente di origine boera fu infine stabilita la parità tra tutti i cittadini… e Mandela uscì di galera.
Alt, per carità… Mi accorgo adesso che sono persino andato troppo in là. Volevo parlare di Nelson Mandela e della sua campagna non violenta per i pari diritti dei cittadini sudafricani.. ma sono uscito fuori tema.
Ci rientro in modo assolutamente anomalo, sottoponendo al lettore, forse ormai stanco, alcuni suoi pensieri: “La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati. La nostra paura più profonda è di essere potenti ogni oltre limite.
E’ la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più. Ci domandiamo ”chi sono io per essere brillante , pieno di talento, favoloso?” In realtà, chi sei tu per NON esserlo?
Siamo figli di Dio. Il nostro giocare in piccolo non serve al mondo.
Non c’è nulla di illuminato nello sminuire se stessi così gli altri non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere, come fanno i bambini. Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi…..
E quando ci liberiamo delle nostre paure, la nostra presenza automaticamente libera gli altri”. (Nelson Mandela)
E’ la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più. Ci domandiamo ”chi sono io per essere brillante , pieno di talento, favoloso?” In realtà, chi sei tu per NON esserlo?
Siamo figli di Dio. Il nostro giocare in piccolo non serve al mondo.
Non c’è nulla di illuminato nello sminuire se stessi così gli altri non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere, come fanno i bambini. Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi…..
E quando ci liberiamo delle nostre paure, la nostra presenza automaticamente libera gli altri”. (Nelson Mandela)
E qui mi cospargo il capo di cenere…
Paolo D’Arpini
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Nota "anomala" sul tema ricevuta da Fabrizio Belloni
Mandela è morto
Se fossi un negro (e non come ipocritamente si usa dire oggi “nero”, che puzza di superiorità inconscia, mista a falso rispetto), oggi sarei diviso fra dolore epidermico per la morte del Nelson, e rabbia profonda.
Assisteremo ora alla solita orgia di incensamenti, di commemorazioni, di paragoni a quell’altro mito fasullo che fu Gandhi (ci torneremo), alla commozione di tutti i radical chic, di tutti i catto-comunisti del mondo. Gli “intellettuali” (attenzione: la parola non è un insulto, come ormai è nel lessico comune, ma qui intesa come nullafacente che finge di esprimere idee per lo più rubacchiate qua e là, mal digerite ma fatte pagare in soldi cospicui dal sistema) si stracceranno le vesti e eleveranno peana di osanna.
Tutto bene.
Però.
Però, essendo maligno per natura e soprattutto scelta, non posso ricordare alcune cosette sottaciute dai più.
Prima considerazione. Il Sud Africa, meglio, il Suid Africa, in lingua Boera (gli eroici “Afrikaner” di origine olandese che per primi presero possesso del Sud del Continente Nero) trovarono una terra spopolata nella vasta maggioranza della sua estensione, incolta, paradiso selvaggio. Solo in parte popolata dagli splendidi Zùlu, razza guerriera, forte che sotto il Regno di Chaca si illusero addirittura di far rinascere l’Impero Romano. Un missionario consigliò a Re Chaca di far adottare ai suoi “Impi” (si può tradurre con “reggimenti razziatori e conquistatori”) l’antico gladio Romano. Gl inglesi successivamente ricevettero in più occasioni svariate serie di sberle pitturate sui loro arrossati musi dai guerrieri Zùlu.
Ma per il resto la terra era vuota di umani e piena di natura.
Poi fu scoperto il ricco sottosuolo, gonfio d’oro e di altri metalli pregiati.
Occorreva mano d’opera.
Da tutta l’Africa accorsero moltitudini di uomini, con le famiglie al seguito. E non solo dall’Africa, venne la gente. Dall’India i bastimenti scaricavano migliaia di disperati ad ogni viaggio, per esempio.
E chi arrivava dal Nord si faceva a piedi anche migliaia di chilometri per arrivare ad un lavoro in miniera, pesante, sì, ma cento volte meglio della situazione che lasciavano.
Il Sud Africa – Suid Afrika fiorì, sotto la guida bianca, che, in stretto regime di separazione razziale, riusciva a trasformare masse incolte e selvagge, in gente lentamente, con i tempi adatti alla psiche negra, in popolazione con coscienza di sé. Progresso tecnologico galoppante (il primo trapianto di cuore di Barnard, ricordate?), paradiso in crescita geometrica. Ferocemente anticomunista. Tant’è vero che era ricco, prospero, ordinato
Poi ci si misero di mezzo i…. “democratici”: un uomo, un voto, gridavano
Nelson Mandela si fece 27 anni di carcere (oggi lo glorificano per questo: ma onestamente cosa avrebbe potuto fare invece? Evadere, forse, col rischio di una raffica di mitra. Era un detenuto condannato per sovversione. E trattato pure coi guanti, sotto la spinta di tutti i “democratici” del mondo). Assurse a simbolo della ….. “lotta di liberazione” (altra accezione che per me, in Italia , ha la valenza di turpiloquio). Magari la moglie intanto si sollazzava con tutta la squadra di calcio di Soweto, ma questi sono affari loro. Un po’ meno affari loro la brama di gioielli della signora, scandalo messo a tacere dai media-linguetta, al solito.
E quando fu liberato, il Nelson si affrettò a dimostrare di aver capito tutto di come funziona la democrazia. “Nessuna supremazia nera”, affermò l’ipocrita. “Chi prende più voti, avrà la supremazia”. Con una popolazione di 8 a 2 a favore dei negri.
Che presero il potere.
Risultato: in meno di un decennio l’economia fu mandata a rotoli. L’Aids dilagò, costringendo i caporioni a pietire medicine regalate dagli odiati bianchi. La situazione rotolò al punto che i negri furono costretti a fare appello alla classe dirigenziale Bianca per rimettere le cose a posto. Ora il Sud Africa – Suid Afrika sta risorgendo, ricca come è la natura da quelle parti. Sotto la guida, palese od occulta, dei Bianchi.
Qualche problema razziale vi è ancora: nelle poche fattorie che i Bianchi hanno testardamente mantenuto spesso vi sono incursioni di negri che rubano, stuprano (donna bianca, donna bianca!….), ammazzano, bruciano e distruggono. Sui media –linguetta vi sono solo tracce di queste…….“fantasie locali”.
Nelson Mandela? Pace all’anima sua, e basta.
Ma la storia vera è un’altra.
Fabrizio Belloni
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