Il vero problema
istituzionale di questo squinternato e democratico Stivale è l’endemica
debolezza dell’esecutivo, cioè del governo. Il Berlusconi fu in parte
un’anomalia. Molto in parte in verità, avendosi dovuto rimangiare molti dei
propositi e dei programmi con i quali era partito. I nostri “padroni” non lo
permisero.
Letta,
appena eletto e “fiduciato” è corso nelle Cancellerie d’Europa a rassicurare, a
pietire, a fare atto di scodinzolamento e sottomissione.
Una volta si
correva a Washington.
Oggi si va da
Draghi della BCE (non era meglio chiamarla col suo vero nome, “Lanzichenecchi
Europa Bank”?), dalla Maerkel (che, ricordiamolo sempre, è in vista di
elezioni. Potrebbe vincere l’ala antieuropeista e sentire un tuono: aufiedersen
Europa), dal barcollante Hollande e, ovviamente, a Bruxelles.
“Comandi, signor
padrone”.
Il fatto vero è
che gli Europei ci considerano inaffidabili e non capiscono le nostre baruffe
chiozzotte: “Sono venti e più anni che parlate di riforme istituzionali, ma col
cavolo che le fate. Ah, les Italiennes!......”
Del resto il Letta
junior ha appena nominato quaranta (quaranta ! !) sottosegretari. Se non fosse
tragico, ci sarebbe da sbellicarsi: 21 ministri più 40 sottosegretari necessitano
di un teatro per una riunione plenaria. Ed infatti di comica si tratta, anche
se Goldoni e Moliere si rivoltano nella tomba.
Berlusconi tuona
sull’IMU: il fine è chiaro. I suoi sondaggi gli confermano che il (fu) PD è in
caduta libera, ed il Silvio aspetta solo l’occasione per staccare la spina al governo e farci tornare alle elezioni.
Uscito dalla porta vuol rientrare dalla finestra. Ma alla sua età, chi glielo
fa fare?
E poi, che l’IMU
dia il voltastomaco è palese. Ma forse non sarebbe meglio incrementare SUBITO
l’economia, magari esentando dalla tassazione le nuove assunzioni? Non sarebbe
elettoralmente di così immediato impatto, ma sarebbe un buon inizio per tentare
di stare a galla. O no?
In compenso la
casta si agita come fosse tarantolata per il tizio che ha sparato a due
Carabinieri. E chi dice le cose come stanno, passa per forcaiolo. Basta che uno
dica che non c’è da stupirsi se un matto spara, perché l’esasperazione è ormai
palpabile, ed ecco scatenarsi il moralismo scandalizzato della casta e dei
giornalisti-linguetta. Moralismo che tace di fatto su chi rivolge per vergogna,
per disperazione, per dignità erroneamente ritenuta decaduta, la violenza
contro se stesso. Sembra quasi, al contrario, che questo dia fastidio, che
disturbi il manovratore. Razza di sepolcri imbiancati, viscido nido di vipere!
Né ci si
scandalizza per violenza o omicidio nei confronti di donne, ormai fatto
pressoché giornaliero. Civiltà alla fine dei suoi giorni. Nostalgia della
Cavalleria, intesa nel più alto e nobile del termine.
La violenza,
contro casta ed istituzioni crescerà: è il segno che le braci sotto la cenere
si sono riattivate ed ormai vediamo le prime fiammelle. Non lo avessi detto e
previsto, accidenti! E badate che non fa piacere sapere dove siamo diretti: a
tutti farebbe piacere la vita tranquilla, produttiva, con il piacere di
costruire il domani. Ma non sono questi i tempi.
Ora stanno
arrivando i quattro cavalieri dell’apocalisse, se mi passate la citazione.
Teniamo duro,
gente, con la spina dorsale dritta.
Fabrizio Belloni
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