venerdì 3 maggio 2013

Letta lo scodinzoliere è stato fiduciato (per ora)



Il vero problema istituzionale di questo squinternato e democratico Stivale è l’endemica debolezza dell’esecutivo, cioè del governo. Il Berlusconi fu in parte un’anomalia. Molto in parte in verità, avendosi dovuto rimangiare molti dei propositi e dei programmi con i quali era partito. I nostri “padroni” non lo permisero.

Letta, appena eletto e “fiduciato” è corso nelle Cancellerie d’Europa a rassicurare, a pietire, a fare atto di scodinzolamento e sottomissione.

Una volta si correva a Washington.

Oggi si va da Draghi della BCE (non era meglio chiamarla col suo vero nome, “Lanzichenecchi Europa Bank”?), dalla Maerkel (che, ricordiamolo sempre, è in vista di elezioni. Potrebbe vincere l’ala antieuropeista e sentire un tuono: aufiedersen Europa), dal barcollante Hollande e, ovviamente, a Bruxelles.

“Comandi, signor padrone”.

Il fatto vero è che gli Europei ci considerano inaffidabili e non capiscono le nostre baruffe chiozzotte: “Sono venti e più anni che parlate di riforme istituzionali, ma col cavolo che le fate. Ah, les Italiennes!......”

Del resto il Letta junior ha appena nominato quaranta (quaranta ! !) sottosegretari. Se non fosse tragico, ci sarebbe da sbellicarsi: 21 ministri più 40 sottosegretari necessitano di un teatro per una riunione plenaria. Ed infatti di comica si tratta, anche se Goldoni e Moliere si rivoltano nella tomba.

Berlusconi tuona sull’IMU: il fine è chiaro. I suoi sondaggi gli confermano che il (fu) PD è in caduta libera, ed il Silvio aspetta solo l’occasione per staccare la spina  al governo e farci tornare alle elezioni. Uscito dalla porta vuol rientrare dalla finestra. Ma alla sua età, chi glielo fa fare?

E poi, che l’IMU dia il voltastomaco è palese. Ma forse non sarebbe meglio incrementare SUBITO l’economia, magari esentando dalla tassazione le nuove assunzioni? Non sarebbe elettoralmente di così immediato impatto, ma sarebbe un buon inizio per tentare di stare a galla. O no?

In compenso la casta si agita come fosse tarantolata per il tizio che ha sparato a due Carabinieri. E chi dice le cose come stanno, passa per forcaiolo. Basta che uno dica che non c’è da stupirsi se un matto spara, perché l’esasperazione è ormai palpabile, ed ecco scatenarsi il moralismo scandalizzato della casta e dei giornalisti-linguetta. Moralismo che tace di fatto su chi rivolge per vergogna, per disperazione, per dignità erroneamente ritenuta decaduta, la violenza contro se stesso. Sembra quasi, al contrario, che questo dia fastidio, che disturbi il manovratore. Razza di sepolcri imbiancati, viscido nido di vipere!
Né ci si scandalizza per violenza o omicidio nei confronti di donne, ormai fatto pressoché giornaliero. Civiltà alla fine dei suoi giorni. Nostalgia della Cavalleria, intesa nel più alto e nobile del termine.

La violenza, contro casta ed istituzioni crescerà: è il segno che le braci sotto la cenere si sono riattivate ed ormai vediamo le prime fiammelle. Non lo avessi detto e previsto, accidenti! E badate che non fa piacere sapere dove siamo diretti: a tutti farebbe piacere la vita tranquilla, produttiva, con il piacere di costruire il domani. Ma non sono questi i tempi.

Ora stanno arrivando i quattro cavalieri dell’apocalisse, se mi passate la citazione.
Teniamo duro, gente, con la spina dorsale dritta.

Fabrizio Belloni

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