lunedì 20 maggio 2013

Giovanni Faperdue: "Per far decollare Viterbo ci vuole l'acqua calda..." - Cronistoria di un termalismo malcondotto


Viterbo e la scoperta dell'acqua calda - Dipinto di Franco Farina

Care amiche, cari amici, 
oggi puntiamo l’indice contro l’inefficienza di chi siede a Palazzo dei Priori. Tale stato di cose impedisce ai progetti di prendere corpo e frenando l’occupazione favorisce la disoccupazione.

E’ un malcostume che va condannato e noi lo condanniamo senza mezzi termini.  Chi non ha le capacità di aiutare Viterbo ed i viterbesi può starsene a casa. Glielo chiediamo con forza.


Solo da pochi giorni il Comune di Viterbo ha finalmente approvato il progetto dello stabilimento termale della Società Free Time. La pratica era partita nel lontano 2009. 

Era andata più volte in commissione edilizia senza alcun risultato. A marzo di quest’anno la Free Time, in linea con la crisi che stiamo vivendo, aveva ripresentato il progetto riducendo la cubatura residenziale e lasciando  quasi invariata quella termale. Qualche giorno fa la commissione edilizia ha finalmente approvato il progetto. 

Diciamo finalmente perché a Viterbo servono stabilimenti termali che creino occupazione e rilancino questo settore che dal 1993 è governato da un monopolio, che non fa bene al nostro turismo (vedere su Google Maps un commento di un cliente che ha fatto una vacanza in uno noto stabilimento termale di Viterbo) e non fa bene alla città. Infatti, se a Viterbo chiudono i negozi, se a Viterbo la disoccupazione è alle stelle, se a Viterbo non circolano più soldi, la colpa è anche di tutta questa burocrazia che fa dormire le pratiche. 

Noi pensiamo che se il progetto Free Time presentato nel marzo 2009, fosse stato subito approvato, oggi quello stabilimento termale sarebbe già funzionante e darebbe lavoro a diverse centinaia di persone tra dipendenti diretti e indiretti, facenti parte dell’indotto. 

Nell’economia di Viterbo un numero così elevato di stipendi alleggerirebbe la crisi e sarebbe una  boccata vitale di ossigeno. 

Però i nostri amministratori non la pensano così, essi stanno comodi sulla poltrona dove sono seduti e verificano tutti i giorni il famoso adagio: “Panza piena non pensa a quella vota”. 

Un’altra questione che ancora oggi è avvolta in un grande mistero è la storia recente della proprietà delle Terme ex Inps. Dunque rileggendo le cronache del tempo scopriamo che fu l’on. Giuseppe Fioroni allora deputato, a far passare la legge che stabiliva il passaggio delle ex terme Inps al Comune di Viterbo a titolo gratuito. 

Poi nel secondo passaggio al senato fu il senatore Michele Bonatesta che bloccò un emendamento che le voleva fare ritornare alla formula onerosa. Quindi tutto a posto e la pratica  passò al Comune di  Viterbo dov’era sindaco Marcello Meroi. 

A questo punto della storia su tutta la vicenda cala una nebbia fitta che copre tutto e tutti per diversi anni. Quando alla carica di sindaco fu eletto Giancarlo Gabbianelli si scoprì con grande stupore che le ex Terme Inps erano diventate di proprietà della Regione al 100% (forse c ‘era stata qualche inadempienza?). 

A quel punto tra Comune e Regione si litigò, si lottò e alla fine Viterbo riuscì a fatica a riconquistare il 50% di quella struttura. Si cantò vittoria ma era una vittoria di Pirro. 

In effetti la verità era che avevamo perso il 50% di quella struttura, che poteva essere tutta nostra. Questi i fatti abbastanza inquietanti che ci dicono come per tanti anni la gestione del bacino termale del Bullicame è stata fatta senza porre la giusta attenzione alla creazione di posti di lavoro e allo sviluppo del termalismo viterbese. 

Noi che abbiamo studiato bene tutta la storia termale di Viterbo, ribadiamo ancora una volta che il vero termalismo non può essere un solo stabilimento che lavora in regime di quasi monopolio. Il vero termalismo è quello per il quale si batte da tempo l’Associazione “Il Bullicame” e che adesso è nel progetto “Viterbo Città Turistica” della lista “Insieme per il Territorio con Bonatesta”. 

Il vero termalismo è creare un’offerta multipla e variegata che consenta di poter rispondere a tutte le fasce di possibile utenza. Se sarò eletto mi batterò per la nascita di nuove strutture termali e, come prima cosa, farò cambiare il nome di questa città  in Viterbo Terme, che da solo è un cartello pubblicitario.   

Giovanni Faperdue

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