venerdì 4 gennaio 2013

Attenzione si scivola. Lezione al baretto di Spilamberto sull’uso delle penne e del chewing gum


Paolo D'Arpini, alle prese col cappuccino bollente, a Calcata


Ogni baretto è una scuola, che sia a Calcata, a Treia od a Spilamberto c’è sempre qualcosa da imparare e da conoscere. 
Qui a Spilamberto, ad esempio, con Caterina facciamo il giro dei bar, cambiando luogo quasi ogni mattina. In tal modo “accontentiamo tutti”… Certo dal punto di vista della soddisfazione personale alcuni baristi sono più affettuosi ed attenti alle nostre –soprattutto mie- richieste (vedi quella insindacabile di poter avere il cappuccino bollente con poca schiuma).
Stamattina toccava a Maria, la barista che sta nel centro storico, in un vecchio locale che ha visto tempi migliori ed ora è il ritrovo di vecchietti, disoccupati, immigrati dal meridione ed extracomunitari di ogni sorta: soprattutto marocchini e albanesi. Maria stessa è una donnona che viene dal sud, grassa e grande, mora e con gli occhi neri, e sa come trattare con i suoi clienti… Malgrado l’età matura ancora risulta appetibile (evidentemente per la sua stazza) soprattutto ai nord africani che adorano le donne “capienti”. Tempo fa assistetti alla corte alla quale un giovanotto prestante la sottoponeva: “Maria, in Marocco si sta bene, sai, perché non vieni anche tu lì?” E maria senza rispondere, serviva il caffè ed ammiccava. Maria ci sa fare con i maschi del sud… sa come gestire i suoi pollastri.
Ed una riprova lampante l’abbiamo avuta scoprendo gli avvisi affissi alle pareti del bar. In un angolo un po’ nascosto, solitamente occupato da extracomunitari, faceva bella mostra un cartello con su scritto a grandi lettere: “I chewing gum attaccateveli dove dico io… e non sotto i tavoli. Maria”.
Con Caterina ci siamo sbizzarriti ad immaginare quale fosse quel posto sottinteso dalla Maria, fra le p. oppure nel buco del c.?, Comunque il messaggio era forte e chiaro adatto a menti semplici. Altra ingiunzione, affissa a fianco del bancone, recitava: “Chi usa le penne x scrivere è pregato di chiedere al barista e restituire al medesimo”. Evidentemente c’è qualcuno che le penne le usa anche per scopi diversi, oltre che per la scrittura, ma la chiarificazione –sulla penna che deve essere restituita al barista- evidentemente era frutto dell’opera letteraria del marito di Maria, un omone par suo.
E la prova la ebbi giorni addietro allorché assistetti ad una scenetta fra un extracomunitario ed il barista stesso: “Vorrei una penna..” – “Che ci devi fare?” – “Ci devo scrivere un numero di telefono”.. Al che sbuffando e controllando la direzione che la penna prendeva l’omone gliela allungava, accertandosi (con occhio indagatore) sull’uso e sulla celere restituzione della stessa. Eh sì, di questi tempi anche una penna fa gola…. E poi si sa gli extracomunitari viaggiano al risparmio. Ad esempio il giorno del primo dell’anno, eravamo lì al bar di Maria, essendo l’unico aperto in tutta Spilamberto, la calca era tanta… Pareva che tutti si fossero dati appuntamento lì… Ad un certo punto, aspettando al bancone il nostro turno, assistetti all’ingresso in massa di una dozzina di albanesi (o forse romeni, non so), che si precipitarono a congiungersi ad altri di loro già seduti ad un tavolo (non vi dico la ressa attorno al tavolo), mentre un paio di loro ordinavano a Maria “tre caffè”. Proprio 3 caffè…
Ma torniamo al presente, qual è la lezione appresa oggi? Sono ben due: la prima è che sulle pagine dell’Unità e della Stampa campeggiavano i titoloni dei disaccordi fra il monti ed il bersani sull’uso delle uscite elettorali fatte in Rai… e l’altra, all’uscita dal bar, ultima avvertenza di Maria, che recitava: “Attenzione, si scivola!”.
Paolo D’Arpini

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Intervento chiarificatore sull’uso strumentale delle liti in corso:
Non fatevi fregare. Le finte baruffe tra Monti e i trinariciuti sono il normale copione elettorale. Monti recita la parte del Dott. Balanzone, ipocritamente misurato, per mantenere l’aplombe da professore, affidabile, sicuro. Bersani, l’Arlecchino di turno (Ricordate Moliere? “Arlecchino servitore di due padroni?”….), reagisce con la compostezza di un cavallo in un acquario: vorrebbe fare il benzinaio ed invece gli tocca fare il ragioniere. Vendola cerca di ritagliarsi il ruolo di Pulcinella, mormorando parole che in bocca ad un politico sembrerebbero feroci, ed invece in bocca sua sono solo patetiche frasi sussurrate da Colombina.

E’ tutto un teatrino, miserabile per fingere un distinguo che non c’è. Sanno che poi dovranno recitare Pinocchio: il Gatto e la Volpe, ai danni del cittadino Pinocchio, che andrà a sotterrare gli zecchini-voti per vederseli regolarmente fregare. Dall’altra parte il Cai-nano Silvio afferma che l’accordo con la Lega è vicino. Prima considerazione: per il bene della Lega ricordo che Berlusconi è un bugiardo professionista. Poi ricordo Maroni, e perdo ogni speranza. La Lega dovrebbe, a mio avviso, per salvare un microscopico motivo di esistenza, chiamarsi fuori, correre da sola, aspettare un giro. Che sarà breve, brevissimo, oltretutto. Ma la brama, la sbavante voglia di una poltrona, quella che sia, potrebbe indurre a scelte “democristiane”. 
Tristezza galoppante, soprattutto guardando le facce della base leghista. Vedremo. Fabrizio Belloni

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