VITERBO. Essì, caro sindaco di Viterbo, ing. Leonardo Michelini: “ siamo nella mmerda ! “
Eppropio, Viterbo, la sua città, la nostra città é (quasi)… sommersa dalla mmerda.
Da quella vera, purtroppo.
Non solo da quella che si intende per metafora, quando tutto va male.
Eggià perché… perché anche in questo caso non è che - a Viterbo - la situazione si possa intravedere molto differente.
Ma oggi non è di ‘ merda per metafora ‘ che intendiamo parlare, egregio sindaco Michelini..
Nossignore.
Quella di cui parliamo oggi, infatti, è… la cacca dei cani.
Sissignore: la cacca dei nostri carissimi e fedeli amici a quattro zampe che non risparmia nessun angolo del centro storico e non risparmia nemmeno le periferie.
La cacca che non risparmia i marciapiedi dei quartieri periferici.
La cacca che non risparmia le aree verdi, laddove esistono, laddove dove i cani sono liberi di correre e… di fare i loro bisogni quando chi li de-tiene in casa li porta fuori per la loro … ora di aria.
Eccerto; se poi, alla ‘ cacchina ‘ dei cani che i pedoni rischiano sempre di trovarsi attaccata sotto le scarpe (se non guardano bene dove mettono i piedi) aggiungiamo i rifiuti, le foglie secche macerate dall’acqua, le pozzanghere causate dalla pioggia, ecco che possiamo tranquillamente tornare alla metafora, laddove metafora e realtà si uniscono e si confondono… nella cacca..
Essì: a questo punto posiamo tranquillamente dire che… gente, siamo nella mmerda !
Posiamo dire che… gente, Viterbo è nella mmerda dei cani e… non solo.
A ricordarcelo, carissimo sindaco Michelini, è stata - questa volta - la signora Ofelia Fiorentini.
La signora Ofelia Fiorentini che ha scelto noi perché la rappresentassimo nei confronti del Comune di Viterbo, del sindaco di Viterbo.
Perché noi ci facessimo portavoci, egregio sindaco Michelini, della sua protesta nei confronti del Comune di Viterbo.
Epproprio, illustrissimo sindaco Michelini.
La protesta.
La signora Ofelia Fiorentini è venuta a cercarci per ‘ lamentare ‘ lo stato di indecenza in cui versano le strade del capoluogo a causa della ‘rumenta ‘ esistente… anche sui marciapiedi.
Epproprio, caro sindaco Michelini.
La signora Fiorentini ha usato proprio questo termine: la rumenta.
La ‘ rumenta’ che a Genova - ci ha spiegato - indicherebbe la… sporcizia.
Viterbo è sporca, dunque, ha denunciato la nostra cordiale interlocutrice ed è sporca soprattutto - ha tenuto a sottolineare - nella zona del quartiere Cappuccini.
Sporcizia a parte, le strade sono piene di buche e di toppe ed i marciapiedi sono sempre più sconnessi con grave pericolo per i pedoni che ci si avventurano.
Senza contare, dicevamo, gli avvallamenti dove - con la pioggia - si creano veri e propri ‘ laghetti ‘ croce e delizia di pedoni ed automobilisti.
‘ Delizia ‘ degli automobilisti che provano l’ebbrezza dell’acqua plaining ogni volta che, in velocità, entrano in uno di questi improvvisati ‘ laghetti ‘, ‘ croce ‘ dei pedoni che non possono in alcun modo sottrarsi alla doccia che le auto riservano loro.
Chissà perché, mentre la signora Ofelia Fiorentini ci raccontava queste cose, a noi venivano in mente le immagini che tanto hanno fatto discutere in questi giorni la stampa nazionale ed i telegiornali di tutte le emittenti.
Essì, ci sono venute in mente le docce disinfestanti con il tubo, riservate agli ospiti deiCie.
Eggià, quando la signora Fiorentini ci ha parlato delle disavventure dei pedoni per colpa degli automobilisti, abbiamo pensato immediatamente agli immigrati sotto il getto gelido e violento dell’acqua che li avrebbe dovuti… disinfestare.
Chissà perché !?
Tutto il contrario, in realtà, di quello che avviene per le strade di Viterbo, egregio sindacoMichelini, quando piove e quando gli automobilisti non vogliono capire che non sono loro i padroni delle strade, che esistono anche i pedoni, i pedoni che non devono essere… disinfestati.
Eggià: i pedoni, signor sindaco.
Quelli che ( e qui torniamo all’inizio del nostro discorso) sono costretti a impegnarsi ed a districarsi in sempre più complicate gimkane per evitare di appiccicarsi sotto le suole le tante ‘ cacchine ‘ dei cani che si incontrano, cacchine che poi potrebbero essere portate in casa, magari sui tappeti o… in machina se la loro condizione di pedoni si alterna a quella di automobilisti.
La signora Ofelia Fiorentini, nel farci il suo racconto non era certo divertita, signor sindaco, ma ha sempre mantenuto un tono ed un linguaggio estremamente corretto, estremamente rispettoso.
Siamo noi, caro sindaco Michelini, che trasformiamo il linguaggio corretto e niente affatto irriverente - seppure non affabile - della signora Ofelia Fiorentini nel nostro ‘solito ‘ linguaggio.
Un linguaggio , egregio sindaco Michelini, il nostro, spesso irriverente, appunto, ma che aiuta a capire meglio le cose, che meglio riesce ad interpretare gli stati d’animo, le sensazioni delle persone.
Un linguaggio - il nostro - che non disdegna la satira, un linguaggio - il nostro - che arriva diretto al punto, senza inutili e vuoti giri di parole.
Un linguaggio - il nostro - esimio ing. Michelini, che vuole essere ‘ il linguaggio del popolo incazzato ‘ (giustamente) , il linguaggio che anche a lei capita sicuramente di ascoltare per la strada, differente dal linguaggio dei salotti ma proprio per questo ancor più da… ascoltare.
Dicevamo dei cani, dunque, e dicevamo dei ‘ regalini ‘ che questi ultimi non possono fare a meno di lasciarci di tanto in tanto, regalini più o meno abbondanti, regalini più o meno… consistenti.
Regalini che i proprietari di cani sarebbero tenuti a raccogliere dalla strada e dai marciapiedi e dai prati verdi, signor sindaco, e che molti in effetti raccolgono mentre tanti altri evitano di farlo.
Lei li avrà visti, signor sindaco, questi suoi bravi concittadini che vanno in giro con il loro amato ‘ fido ‘ al guinzaglio o sciolto e, in una mano, il fatidico… sacchetto e paletta.
Paletta per raccogliere i ricordini, sacchetto per riporli e poi gettarli.
Ma qui, egregio sindaco Leonardo Michelini, qui - ci diceva la signora Ofelia Fiorentini - qui comincia il dramma di chi sa di essere un bravo cittadino, un cittadino ligio alle regole, un cittadino che conosce le leggi e che le vorrebbe rispettare.
Essì.
Eggià.
Epproprio, signor sindaco.
Le vorrebbe rispettare ma… non può !
A Viterbo, nella sua città, nella città di arte e di cultura, nella città che vorrebbe diventare città turistica, nella città che ora può vantare anche il trasporto della Macchina di Santa Rosa come patrimonio intangibile dell’umanità, nella città universitaria di Viterbo, nella ex Città dei Papi che ora aspetta con ansia anche l’arrivo del nuovo Papa Francesco, nella Viterbo delle belle donne e delle belle fontane, carissimo sindaco Michelini, il…ricordino… la cacchina… la mmerda dei cani che i proprietari raccolgono con la paletta e poi conservano nel sacchetto, i sacchetti di mmerda, per farla breve - signor sindaco - dove li mettiamo ?
Essì.
Eggià.
Epproprio.
Dopo averla raccolta, la ‘ cacchina ‘ del nostro amico Fido, egregio sindaco Leonardo Michelini, il cittadino ligio e rispettoso, dove la mette ?
La signora Ofelia Fiorentini ci ha garantito che qualche cassonetto, forse qualche cestino più che qualche cassonetto, da qualche parte di Viterbo, in qualche quartiere periferico di Vitreo, sicuramente c’è.
Non c’è niente dentro le mura, non c’è niente nel centro storico di Viterbo.
Sarà per questo che il centro storico, le vie e viuzze del centro storico sono piene di ‘cacchine ‘ che nessuno raccoglie ?
Perchè non si saprebbe dove buttarle?
Perché, per farlo, si dovrebbe andare da un capo all’altro della città ?
E’ questa, signor sindaco la città turistica nella quale Lei vorrebbe trasformarela Viterbo città di arte e di cultura e… di Santa Rosa ?
Pensa forse che i turisti proprietari di cani decideranno di ‘ saltare Viterbo ‘ nei loro programmi, nei loro tours, solo perché non potrebbero smaltire i rifiuti organici dei loro fedeli amici a quattro zampe ?
O pensa forse, signor sindaco, che i turisti potrebbero essere disposti ad andarsene in giro per Viterbo, a vedere e fotografare monumenti e fontane, a visitare chiese e pregare Santa Rosa sempre con il loro bravo sacchetto pieno di… mmerda attaccato alla cintola ?
Per poi portarselo, magari, al ristorante?
Per poi portarselo, magari, in auto o sul pullman ?
Per poi riportarselo, magari, a casa, a Roma o in un’altra città, dopo una giornata così trascorsa nella città dove Dante elogiò le acque del Bulicame ?
Davvero, signor sindaco, pensa che Viterbo potrà mai diventare la città turistica che noi tutti vorremmo, e lei primo tra tutti - sicuramente - egregio ing. Michelini, se Viterbo continuerà ad essere off limits per i nostri amici a quattro zampe ed i loro proprietari, se Viterbo continuerà ad essere così inospitale verso chi non è disposto a viaggiare senza farsi accompagnare dal suo ‘ compagno ‘ a quattro zampe ‘ ?
Nossignore, signor sindaco.
Questo è un problema ‘ di mmerde ‘ che però - per Viterbo - non può essere considerato un problema di merda ( in senso volgarmetaforico) se visto nell’ottica di un turismo ancora tutto da scoprire, ancora tutto da realizzare.
Nelle altre città turistiche non è come a Viterbo.
Anche i cani sono considerati i benvenuti se… accompagnati dai loro padroni e dai loro… portafogli.
Anche a loro sono riservati i diritti riservati ai ‘ turisti a due gambe ‘, anche i loro proprietari hanno diritto a comportarsi da… turisti civili.
Siamo noi che dobbiamo ancora dimostrare - purtroppo -, signor sindaco, che… siamo civili.
E giacché siamo in tema di civiltà, pur rimanendo in tema di bisogni corporei, signor sindaco, ci permetta di chiudere questa nostra chiacchierata con un altro ‘ richiamo ‘.
Il ‘ richiamo ‘ al rispetto per le esigenze corporali delle persone, degli… animali a due gambe e due piedi.
Di noi tutti, insomma.
A Viterbo esiste, da sempre, il problema dei gabinetti pubblici.
Non si può pensare di portare turisti a frotte nella nostra Città dei Papi e di… Santa Rosa se non ci preoccupiamo - dopo aver fatto mangiare e bere di qualità ed in abbondanza i turisti ( che significano soldi, che significano economia, che significano lavoro) non si può non pensare - dicevamo - anche ai loro bisogni corporei.
Ai cessì, signor sindaco.
Ai cessi pubbici, signor sindaco.
Magari a quelli chimici, signor sindaco.
Essì.
Eggià.
Epproprio.
Per le persone, egregio sindaco Michelini, la ’ storia ‘ della paletta e del sacchetto per la popo’ non funziona così come - per la pipì- non può bastare un muro dietro l’angolo in un Paese che non vuole essere… sessista.
Allora, caro sindaco, prendiamo spunto dalla garbata reprimenda che sia noi che Lei abbiamo ricevuto dalla signora Ofelia Fiorentini e avventuriamoci in uno scatto di orgoglio.
Nossignore.
Nossignori.
Viterbo non è una città… di mmerda.
Non siamo, a Viterbo, nella mmerda.
Né per colpa dei cani, né per colpa dei viterbesi.
Nossignore.
Ora, signor sindaco, ci aspettiamo che a Viterbo - centro e periferia - facciano finalmente la loro comparsa quantomeno i bagni chimici per i viterbesi e per i turisti.
Ora ci aspettiamo, signor sindaco, che a Viterbo, in tutti i quartieri di Viterbo, centro e periferia, finalmente facciano la loro comparsa i contenitori per i sacchetti con la… popò di Fido.
O no ?
Sen. Michele Bonatesta