Un’arte dall’antica Cina: "I Bonsai"
Il termine “bonsai” non sta a significare soltanto un albero di dimensioni ridotte coltivato in un piccolo vaso, bensì un’arte ed uno stile di vita che si è sviluppato in Cina molti secoli fa. I maestri bonsaisti cinesi facevano distinzione tra punsai e pun-ching: il primo termine ripete sia nella forma così come nel contenuto quello successivo giapponese di bonsai (da bon “vassoio”, contenitore e sai “coltivare”); pun-ching sta invece a significare un albero piantato in un contenitore e contornato da un paesaggio. Prima di essere comunque un’espressione prettamente estetica, il bonsai nasceva come armonia creata tra cielo e terra, tra essere umano e natura: un particolare moto spirituale, capace di rappresentare con un atto perfetto la disposizione dall’intimo al sublime.
In quest’ottica di misticismo va così interpretata la scelta di un celebre poeta ed ufficiale dell’esercito cinese, tale Ton Guen- Ming che abbandonò gli affari di stato e scelse di vivere coltivando crisantemi in vaso. Questo fu probabilmente il primo esempio verso la coltivazione in piccoli contenitori, non soltanto di fiori ma bensì di alberi. Attorno all’anno Mille i pun-sai entrano a far parte delle descrizioni letterarie, e quest’arte, inizialmente solo appannaggio della nobiltà, a partire dalla meta del XVII secolo entra a far parte e si sviluppa nella vita di ogni ceto sociale cinese. In Giappone i bonsai vennero introdotti come omaggio che i nobili cinesi indirizzavano verso gli ambasciatori nipponici, poi ebbero maggiore diffusione grazie al commercio dei mercanti. Qui il bonsai divenne all’inizio un’arte per aristocratici, coltivata con la stessa passione ed intensità spirituale dei maestri cinesi, e poi fu permessa al “popolo” solo nella seconda metà del XIX secolo. Nel 1878 per merito di un espositore giapponese, che partecipò alla Fiera mondiale presentata a Parigi, i bonsai fecero il loro ingresso in Europa. Il bonsai, sia che rappresenti un boschetto o un albero solitario, deve riportare nella mente di chi lo osserva l’immagine degli alberi riprodotti nel loro ambiente naturale.
L’obiettivo principale di quest’arte è testimoniare il lento e costante cambiamento della natura, introducendo un sentimento di pace interiore, riprodotta nel verde che genera calma e semplicità agli occhi dell’uomo. L’arte del bonsai cerca di imitare nelle sue varie espressioni ciò che è rappresentato in natura. Come cambia la natura e varia le piante presentandole in forme, insiemi e svariati portamenti, così si esprime il bonsai in stili ed interpretazioni diverse. Partendo dal concetto che non esistono due bonsai perfettamente identici, si possono classificare i bonsai per linee generali con stili diversi.
Per i singoli bonsai gli stili possono essere: Moyogi o stile eretto o informale. E’ lo stile che più si avvicinale al genere ed al portamento spontaneo delle piante e quindi anche il più semplice da realizzare. La verticalità del tronco è dritta ma la pianta ha una sinuosità che gli conferisce naturalezza nella forma. L’albero è in perfetta bilanciatura, poiché l’apice è in linea con la base del tronco ,ed i rami sono distribuiti in modo alternato e casuale. Nel formare questo stile inizialmente i rami non vanno potati eccessivamente per evitare di indebolire la pianta. Le specie che meglio si prestano allo stile “moyogi” sono le querce, gli aceri ed i faggi. Chokkan o stile eretto informale. Stile contraddistinto da un unico tronco che cresce assottigliandosi a gradazione verso l’apice.
I rami più forti si dipartono dalla base in modo bilanciato e simmetrico, le radici sono disposte a raggiera e la pianta nell’insieme è costituita da una figura conica ben proporzionata. Le conifere si adattano in modo ottimale allo stile Chokkan. Shakan o stile inclinato. Il tronco della pianta è inclinato con angolature diverse rispetto al terreno. A causa delle forme spezzate non presenta continuità dalle quali prendono vita rami più o meno vigorosi o fitti.
Kengai o stile a cascata. Ricopia in maniera artistica l’aspetto di alberi cresciuti in particolari situazioni ambientali quali per esempio i dirupi scoscesi spezzati dal vento. Lo stile principale è il tronco arcuato e ripiegato su se stesso che esce dal contenitore per formare una cascata vegetale. Per questo stile si utilizzano vasi molto profondi ed alti posti solitamente su uno sgabello così da accentuare l’effetto scenico dell’andamento del tronco e facilitare la potatura. Gli alberi che mettono in risalto meglio questo stile sono le conifere ,l’azalea, il biancospino, il cotogno.
Rita De Angelis
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