lunedì 14 giugno 2010

Natura Naturans: "Mentre il grano é in spiga, l'amore e la grandezza dell'uomo vivo si palesano..." Giorgio Vitali

Caro Paolo D'Arpini, giustamente tu mi definisci "buono"....

ED IO VI AGGIUNGO...PIO. PIO SOVRATTUTTO, IN QUANTO FEDELE ED UMILE DEVOTO AL GRAN DIO PRIAPO! MA LA FACCENDA MI RICORDA ANCHE IL PIIISSIMO ALONSO QUISCIANO IL BUONO. iL BUONISSIMO DON QUICOTE, CHE A CAVALLO DEL MITICO RONZINANTE IMPERVERSAVA PER LE CAMPAGNE ASSOLATE IMPARTENDO SANTISSIME BENEDIZIONI AI VILLICI CHE NON VOLEVANO RICONOSCERE IL SUO MESSAGGIO RELIGIOSO.

E COSTUI MI RICORDA UN GRANDE DEL NOSTRO TEMPO, (Nella grandezza non c'è distinzione fra personaggi mitici o personaggi realmente vissuti, visti al passato, essi soggiornano nella nostra mente in funzione esclusiva della loro grandezza.) MI RIFERISCO INFATTI AL "CHE GUEVARA", il quale, partendo per il suo ultimo viaggio, per la sua totale "missione" che sa allora ed oggi,di sacrificio rituale, così essendo stata "sentita" da milioni di giovani, scriveva che intendeva sentire ancora una volta.... sotto i suoi talloni gli zoccoli di Ronzinante, che voleva ...rimettersi in cammino con il suo scudo al braccio. E questo mi rimbalza al grande Fitzcarraldo [grande Klaus Kinski!], coi suoi progetti mirabolanti, veri in quanto grandiosi come la ferrovia transamazzonica, lo spostare una montagna per collegare due fiumi, fondare una città nel mezzo di una foresta inesplorata, costruire un gran teatro in un agglomerato urbano tutto sporcizia e miserie.

Questi sono i geni coi quali vogliamo avere a che fare, perchè la grandiosità dei loro sogni non confliggerà mai con il nostro sentire sulla Natura (Natura Naturans) I loro sogni sono grandi come i nostri, essendo noi costretti a confrontarci giornalmente con piccoli architetti di baracche accatastate nel mezzo di un torrente, di scaraventato di rifiuti industriali scaricati in aiule di piante arcaiche, di impiantatori di pale elettriche nel mezzo di un Parco Naturale, di distruttori di reperti di arte arcaica per far posto ad un villaggio turistico.

ARCAICITA' D'ITALIA: ARGIL, L'UOMO DI CEPRANO.
Nel 1994, l'occhio vigile ed entusiasta del paletnologo Italo Biddittu, scoprì per caso, in sedimenti esposti da lavori di scasso stradale, presso Ceprano (Frosinone), svariati frammenti di un reperto fossile che a lui sembravano interessanti. Chiunque,come già accaduto milioni di volte, non ci avrebbe fatto caso. Coinvolti i ricercatori dell'Istituto Italiano di Paleontologia Umana di Roma, questi cominciarono a setacciare il terreno. SORPRESA! mettendo insisme i pezzi essi conclusero trattarsi di un cranio di un esponente del genere....( pensa un pò...) ...HOMO! [Un prete protoarcaico?] Insomma, studia che ti studia, il reperto risulta caratterizzato da una morfologia arcaica simile a quella di HOMO ERECTUS ! (E poi dicono che gli italici NON sono dei "latin lovers"..), comunemente ritenuto progenitore dell'Homo Sapiens (a giudicare dal comportamento degli italici dei giorni nostri la decadenza è ampiamente dimostrabile...).

PENSANTE! Già 800 mila anni fa per l'Italia andava vagolando un Homo Sapiens! (E per duemila anni ci hanno detto che no, che tutta la sapienza ce l'hanno portata i preti, attingendola dal deserto...).
Insomma, Roma... non quella di Benedetto e di Gianni, ha tutto il diritto di fregiarsi del titolo di CAPUT MUNDI, per il fatto che nientemeno che a Ceprano, ove pascolano libere e belanti, capre, pecore e ...pastori, è stato trovata la prova dell'esistenza, proprio in quei luoghi, di uno dei fossili di HOMO più importanti del mondo in virtù dei suoi caratteri misti, arcaici e derivati. Questa questione mi convince. In parte per i caratteri arcaici, che possiamo ritrovare nella popolazione del luogo, degnissima erede di tale capostipite, in fondo, si tratta di qualche migliaio di generazioni e nulla più; ed in parte per i caratteri "derivati" che possiamo riscontrare nell'ampia e variopinta popolazione dei nostri "esteti" "artisti" e "stilisti".

OGNI VOLTA CHE UN CONTEMPORANEO SCOPRE LA VERITA' GIUNGE ALLA CLASSICITA'.

Il caso di Marguerite Yourcenar.
Nello scenario della "civiltà dei consumi", della tecnica esasperata e della omogenizzazione incalzante, del paese globale e della mediatizzazione totale, una riflessione di grande respiro ci viene fornita dalla lettura degli scritti della Yourcenar, della quale mi piace riportare alcuni brani:
Gli stoici concepivano l'Universo come un grande, unico corpo animato da un principio. Capace di plasmare le forme cangianti nel tempo. A questo principio fu dato il nome di fuoco, o meglio di "logos". Esso è dappertutto e nulla di ciò che accade può sottrarsi alla sua influenza. La vita che ne deriva disegna nel cosmo un anello: il fuoco produce, il fuoco assorbe, poi, di nuovo, tutto rinasce, senza fine.Così, all'INIZIO, stabilì il Fato.

Nessun equilibrio sarà mai possibile se non si distruggeranno queste città artificialmente gonfiate, e questo mostruoso sviluppo delle regioni litoranee che provoca una forma di degrado e di squilibrio la cui natura stessa ci è nuova. Bisogna che ogni uomo, per vivere umanamente, abbia uno spazio vitale.

Mi piace concludere ricordando la dedica che Antonin Artaud scrisse in prefazione ad Eliogabalo della Yourcenar: "Dedico questo libro ai Mani di Apollonio di Tiana, contemporaneo di Cristo, e a quanto può restare di Illuminati autentici in questo mondo che se ne va. E per sottolineare la sua inattualità profonda, il suo spiritualismo,la sua inutilità, lo dedico alla anarchia ed alla guerra per questo mondo. Lo dedico infine agli Antenati, agli Eroi nel senso antico ed ai Mani del Grandi Morti"

Giorgio Vitali.

Introduzione al discorso che si tiene a Calcata il 29 giugno 2010:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/06/10/calcata-29-giugno-2010-chiusura-dei-festeggiamenti-per-il-solstizio-destate-tavola-rotonda-le-stagioni-come-metro-sociale-sessuale-e-riproduttivo-nella-societa-umana-ed-in-natura%e2%80%9d/



ADDENDA:
Scrive Levi-Strauss: "Il Mito è una storia. Una storia DI FATTI REMOTISSIMI, che serve a comprendere il presente e il futuro"

Scrive Gabrio Vitali: "Ogni tanto m'avvedo di come anch'io subisca- e davvero non vorrei-la grande menomazione inflitta come una maledizione, dall'attuale forma di civiltà all'umanità contemporanea: quella sorta d'incapacità o, nei casi più fortunati, di tentennamento nella ricerca e nell'elaborazione dei significati profondi delle cose che accadono, quella speciale balbuzie che ci sorprende, così di frequente, quando c'impegnamo nella costruzione e nell'espressione del senso che la vita riveste per noi"

Da: Limiti dell'Umanità. di Goethe:
Che mai distingue
dagli uomini gli Dei?
Che molti flutti
scorrono a questi innanzi,
un fiume eterno:
noi solleva l'onda
noi l'onda inghiotte,
e si sprofonda.
Un breve anello circoscrive intera
la nostra vita;
generazioni su generazioni
s'aggiungono con veci ininterrotte
della loro esistenza alla catena
indefinita.

Da: La metamorfosi delle piante.
Pensa come molteplice Natura
ai nostri sentimenti abbia prestato
che evolvendo, or queste forme or quelle!
Il Sacro Amore aspira al sommo frutto
di vedute concordi, onde la coppia
in armonico intuito s'unisca,
e trovi insieme il mondo superiore.
(traduzione di Rinaldo Kufferle)

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