"Nell'ennesimo procedimento per diffamazione promosso da RTI e Antonio
Ricci contro il fondatore di "Telefono Antiplagio", Giovanni Panunzio,
il giudice del Tribunale di Milano (IX sez. pen.), d.ssa Paola
Braggion, ha pronunciato sentenza (il 4 giugno u.s.) di non doversi procedere per la denuncia presentata dal procuratore di RTI, avv. Stefano Longhini, in quanto soggetto non legittimato: l'azione penale non doveva essere iniziata perché nella procura speciale non erano indicati il fatto e l'oggetto della querela. Il giudice ha pronunciato anche ordinanza di
esclusione di RTI come parte civile; resta in piedi invece quella di
Antonio Ricci.
I fatti risalgono al 16 febbraio 2006, quando Giovanni Panunzio, prima
di testimoniare in un'udienza del processo contro Wanna Marchi, per il
quale erano stati chiamati a deporre anche Antonio Ricci e Jimmy
Ghione, incrociò nei corridoi del Tribunale di Milano Antonio Ricci e,
riferendosi alle pubblicità dei ciarlatani su Mediaset, gli disse,
davanti a curiosi e giornalisti:
"Bisogna bacchettare anche quelli di Mediaset, di Mediavideo. Bisogna
bacchettarli, quelli voi non li bacchettate mai. I maghi di Mediavideo
non li toccate mai. Tu sei scorretto, usi due pesi e due misure".
In un successivo comunicato-stampa Giovanni Panunzio scrisse:
"Striscia si dimentica di denunciare i ciarlatani appartenenti alla
sua parrocchia, pubblicizzati in ben 200 pagine di teletext di
Mediaset. Non è azzardato affermare che parte dei compensi degli
autori e conduttori di Striscia la notizia deriva dai proventi dei
sedicenti maghi".
Per entrambe le affermazioni il pm, dr. Luca Poniz, aveva chiesto
l'archiviazione; ma RTI e Antonio Ricci, assistiti dall'avv. Salvatore
Pino, si erano opposti. Il gip Clementina Forleo aveva recepito la
richiesta del pm per la prima frase di Giovanni Panunzio, ma non per
la seconda, accogliendo parzialmente l'opposizione dei querelanti.
Il 27 maggio scorso le parti si sono rincontrate a Milano e il
difensore di Giovanni Panunzio, avv. Stefania Farnetani, ha eccepito
l´irregolarità della procura firmata da RTI all'avv. Stefano Longhini.
Il giudice, pertanto, ha escluso RTI dal processo, rinviandolo al 10
novembre 2010, quando Giovanni Panunzio si troverà faccia a faccia con
il solo Antonio Ricci.
"Striscia la notizia" sostiene di non aver mai querelato nessuno,
uniche eccezioni Fabrizio Del Noce e il responsabile del comitato di
volontariato "Telefono Antiplagio". Antonio Ricci e RTI lo hanno
citato in giudizio in questa e in altre quattro circostanze: tre in
sede penale, sempre per diffamazione (due delle quali già archiviate a
favore di Panunzio), e una in sede civile per uso abusivo del marchio
"striscialanotizia", che ha determinato il pignoramento dello
stipendio di Giovanni Panunzio da parte di Mediaset, fino a dicembre
2015, e la chiusura dell'associazione.
Ora si attende il pronunciamento della Cassazione.
Fonte: Lista European Consumers
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