domenica 9 marzo 2025

Riad, 11 marzo 2025. USA ed Ucraina s'incontrano per discutere le proposte russe per la pace...

 


Secondo la corrispondente della Casa Bianca di Fox News l'incontro tra Ucraina e Stati Uniti dovrebbe aver luogo l'11 marzo 2025  in Arabia Saudita. La delegazione USA è al massimo livello: Rubio, Witkoff, Waltz e gli ucraini con Yermak, il braccio destro di Zelensky.

Data l’autorevolezza della delegazione Usa è implicito che essa sia in possesso delle condizioni che la Russia ritiene indispensabili per l’apertura di un negoziato diretto con l’Ucraina.

In sostanza in questo incontro gli Usa metteranno sul tavolo le richieste russe che l’Ucraina dovrà accettare o rifiutare. Ovviamente è pensabile che verrà accordato un tempo per le verifiche nei rispettivi Paesi, ma il ruolo di mediazione Usa punterà alla massima accelerazione.

Trump: “Più facile trattare con Putin che con Zelensky. L’Ue non sa come mettere fine al conflitto”.  

Bloomberg: "Il Cremlino apre a una tregua condizionata".

Cnn: “Gli Usa hanno ridotto il sostegno a Kiev per le operazioni offensive ma non per quelle difensive”

Gli Stati Uniti hanno ridotto il sostegno all'Ucraina nelle operazioni di attacco, ma continuerebbero ad aiutarla in quelle difensive.  Lo affermano due funzionari americani citati dalla Cnn, secondo i quali Washington condivide ancora con Kiev informazioni che possono permettere al suo esercito di difendersi, ma hanno “ridotto” la condivisione di quelle che potrebbero essere utilizzate per le offensive.

Gli Usa, osservano sempre i due funzionari, non vogliono essere visti come coloro che aiutano attivamente l’Ucraina ad attaccare la Russia.



Putin durante il suo discorso davanti al fondo "difensori della patria". 
I punti salienti:
La Russia ha bisogno di una versione di pace che le si addica e che garantisca la pace per il futuro storico.
Non abbiamo bisogno di nulla che appartenga agli altri, ma non rinunceremo a ciò che è nostro.
La Russia non invia reclute nelle zone di combattimento.
Gli errori dei nemici della Russia si sono sempre basati sulla sottovalutazione del carattere del popolo russo.
(Fonte: kommersant)



La favola bella!

 

sabato 8 marzo 2025

I militari occidentali sono già presenti in Ucraina...

Nell'ambito dei piani di Francia e Regno Unito di dispiegare sul territorio ucraino le cosiddette “forze di pace”, vorremmo richiamare l’attenzione su quanto segue.

I militari occidentali sono presenti in Ucraina dal 2015. In veste di copertura, come istruttori e consiglieri, addestrano il personale delle Forze Armate ucraine, si occupano della manutenzione degli armamenti e delle tecnologie militari fornite dall’estero, senza le quali utilizzarle in pratica sarebbe impossibile, e partecipano attivamente alla pianificazione e all’attuazione di operazioni militari e di attacchi terroristici contro la Russia. I costanti rapporti dal fronte e le isterie dei media europei in merito alla morte di “innocenti specialisti stranieri” attestano la presenza di tali militari nel Paese.
Le ennesime iniziative pseudo-pacifiste di Parigi e di Londra perseguono un obiettivo cinico: non solo prolungare il conflitto e provocare una pericolosa escalation, ma anche ostacolare i primi passi verso potenziali negoziati di pace.
È del tutto immorale che proprio chi contribuisce in maniera significativa alla fornitura di armi all’Ucraina, che sponsorizza le attività terroristiche contro la Russia da parte dei militari ucraini e che, insieme al regime di Kiev, è responsabile dei suoi crimini di guerra, sollevi ora la questione del dispiegamento di “forze di pace”.
Il posizionamento di unità militari straniere sul territorio ucraino, sotto qualsiasi “bandiera”, che si tratti di contingenti stranieri, basi militari, operazioni di peacekeeping dell’ONU, dell’UE, dell’OSCE o di una cosiddetta “coalizione di sostenitori”, per la Russia è assolutamente inaccettabile.

Roma, 15 marzo 2025. La piazza si è divisa: retromarcia anti-Ursula...

 

Il promotore Michele Serra critico dopo il piano Eurobomb. Il no di Arci e Anpi, pure nella Cgil molti dubbi sulla partecipazione. La manifestazione del 15 marzo 2025 promossa da Michele Serra su Repubblica, potrebbe essere disertata anche da chi l’ha ideata.
Il giornalista-scrittore, infatti, il 6 marzo u.s. è dovuto intervenire di nuovo sul suo giornale per spiegare meglio il senso, almeno quello che lui intende dare, a quella giornata. Che, da quando è stata lanciata, si è trovata di fronte non solo i continui rilanci di Donald Trump, ma anche la risposta militare europea racchiusa nel ReArm Europe di Ursula von der Leyen.
Quegli 800 miliardi promessi dalla presidente della Commissione sono “una overdose di anabolizzanti” scrive Serra sottolineando quanto in realtà rappresentino l’immagine di “una quasi imbarazzante insicurezza”. E questo perché l’ambizione politica originaria dell’Europa è stata quella di “costruire una potenza pacifica, forte e pacifica, libera e pacifica, democratica e pacifica”, insomma pacifica, mica militare.
Se si prende la parola in nome della difesa europea, allora, occorre farlo per difendere valori essenziali come “pace e tolleranza”, il “multilinguismo, la libertà religiosa, l’inclusione, la separazione dei poteri” e “non da ultimo, lo stato sociale”.
La precisazione di Serra si è resa necessaria vista la dinamica che si è costruita attorno alla data del 15 marzo che è diventata una sorta di collage politico-sentimentale in cui far confluire emozioni e stati d’animo differenti. Del resto è stato proprio il primo appello a dire che di fronte all’arroganza di Trump rischiamo di trovarci “soli e impotenti”.
E così le adesioni al 15 marzo raccolgono un caleidoscopio di intenti e motivazioni politiche. Aderiscono infatti gruppi come Agesci, gli scout cattolici, poi Legambiente, le organizzazioni economiche come Legacoop e Cofimi, e ieri hanno aderito diverse associazioni Lgbtq+, ma anche tantissimi sindaci. Eppure, non si coglie il senso unitario di tutto questo. Si prenda ad esempio l’approccio di Giuliano Amato, intervistato ieri su due pagine ancora da Repubblica, secondo il quale “ci siamo meritati Trump” perché i democratici progressisti non hanno dato il giusto peso “ai valori tradizionali che tengono unite le nostre società” prendendosela soprattutto con la cultura delle identità, insomma con il wokismo.

E propugnando un’Europa della difesa comune se necessario anche solo con un nucleo più ristretto”.
Messaggio analogo a quello che sempre su Repubblica aveva inviato l’altroieri lo scrittore Antonio Scurati, in cerca di moltitudini “di giovani uomini (e di donne, se volete)” pronte a morire e a dare la morte per difendere l’Europa.
I “nuovi guerrieri” insomma, gli stessi che piacciono a tanta élite europea già pronta a incamminarsi, con Macron in testa, verso un futuro di ferro e acciaio. Lo dice chiaramente Paolo Mieli, aderendo al 15 marzo: “Non facciamo giochetti, manifestiamo per l’Europa di Von der Leyen, l’Europa armata che deve prendere il posto dell’America”.
È la tesi dei nemici interni di Elly Schlein, Paolo Gentiloni in testa, che si sono buttati di corsa sulla data per trainare una linea politica militar-europeista su cui pensano di indebolire la segretaria del Pd che ha preso una posizione più cauta e indubbiamente più in sintonia con il secondo Serra. Tanto che su questa linea paga il prezzo di un certo isolamento tra i socialisti europei, praticamente tutti schierati a fianco di Ursula von der Leyen (il vertice tenutosi ieri si è concluso con una dichiarazione generica che nasconde le reali intenzioni di ogni partito nazionale).
Lo capisce molto bene una storica associazione della sinistra come l’Arci che legando il giudizio drastico contro gli 800 miliardi promessi dalla Commissione Ue alla “piazza per l’Europa” dice chiaramente che “quella piazza non riesce a essere la nostra piazza fino in fondo e lo diciamo con grande serenità e rispetto”.
L’Anpi manifesta la sua critica anche se annuncia che alcune delegazioni locali parteciperanno mentre è la Cgil a soffrire di più un dibattito interno che va avanti sotterraneamente da giorni.
Si prenderà una decisione dopo l’incontro con i segretari generali di categoria e regionali. La piccola opposizione interna, con Eliana Como, manifesta il suo “totale disaccordo” e lo stesso sembra stiano facendo riservatamente altri pezzi rilevanti dell’organizzazione sindacale, addirittura intere categorie.
L’organizzazione di Maurizio Landini in ogni caso non aderirà, al massimo “parteciperà” come recitava un testo a inizio settimana preparato per una posizione comune con le associazioni della Via maestra, la rete costruita dalla Cgil. Alla fine, ognuna però è andata per conto proprio.
La manifestazione più che unire sembra dividere, chissà che alla fine anche Michele Serra non sia tentato di disertarla.

Salvatore Cannavò
















Articolo collegato:

Il 15 marzo ci sarà una piazza alternativa a quella dei guerrafondai:   https://contropiano.org/news/politica-news/2025/03/08/il-15-marzo-ci-sara-una-piazza-alternativa-a-quella-dei-guerrafondai-bozza-0181032




venerdì 7 marzo 2025

Credere, obbedire, combattere... oggi come ieri!

 


Prima, per essere tutti più sicuri, c'era un vaccino salvifico contro un virus cattivo. La Von Der Layen è la moglie di un pezzo grosso della Pfizer (ce la facciamo a fare uno più uno?)

Adesso per essere tutti più difesi c'è la guerra salvifica contro... contro chi? Ah. La Russia cattiva, già. Lo sanno tutti che Putin la sera si mette il pigiamino predisponendosi alle nanne dove sogna di invadere l'Europa da sempre.

Le lobby delle armi in queste ultime settimane sono andate in processione continua dal team della nostra Ursula, benedicendo lei e la sua risaputa ossessione per la Nato (che tantissimo piaceva anche a Trump) quando doveva essere rieletta.

Trump bercia di volersi smarcare dalla Nato, tanto la sua sottoposta che, eventualmente, tiene d'occhio tutti anche per lui e fa quello che s'ha fare, ce la teniamo noi in seno. Donald può rimettersi a giocare a monopoli e lasciare il tavolo del risiko, che dopo un po' stressa chi invece è portato per gli affari.

La Ursula intima all'Europa di alzare la testa ma si fa tenere per la catena dal patto Atlantico. Che magnifica verve da liberatrice!

Trump lascia la guerra ma si è assicurato che la porteremo avanti noi per gli Usa, così indeboliamo noi stessi e la Russia, economicamente. Due piccioni con una fava, questo è genio, mr ciuffo! Perché la servitù è stipendiata e fa quello che s'ha fare anche quando il padrone va in vacanza. Si sa.
E ancora non ce la facciamo a fare uno più uno...

Intanto ho anche trovato questa bella chicca: una foto della nostra eroina benefattrice e santa donna con un rosario in mano insieme alle cartelle dei documenti del potere.


Poi pensiamo che i pericolosi siano gli islamici?

Noi certo non agiamo urlando Halla akbar, perchè non siamo servi di Dio ma di qualcuno più terreno, ma ad ogni modo sosteniamo con un discreto fervore gli amici che Bibbia alla mano fanno cose belle in nome di Yawhè. Che poi comunque sarebbe Hallah... che essendo lo stesso soggetto vuole però cose differenti da popoli differenti che si ammazzano a vicenda, ma noi abbiamo deciso che Yawhé è più rispettabile di Hallah perchè sarebbe quello che pure noi chiamiamo Dio che è Padre di Gesù del quale teniamo il rosario per rivolgerci a sua Madre che ascolti le nostre preghiere.

Chissà Ursula cosa chiede alla Madonnina nelle sue preghierine della sera, quando si mette il pigiamino predisponendosi per le nanne e ai bei sogni. Di certo non saranno sogni brutti e malevoli come quelli di quel matto di Vladimiro!

Dopo il piano per il riamo di 800 miliardi messi a debito, accettato senza neanche passare per i parlamenti, a questo punto è quasi più consolatorio pensare che veramente siamo pupazzi senza spina dorsale invece di un continente alla mercè di tanti Giuda -per restare in tema- che hanno tradito i loro popoli, disposti a raschiare il fondo dell'indegnità politica per avere i bacini in testa dai veri signori della guerra... che, mi sa, non prende ordini da Putin.

Morena Oro




Integrazioni:

"Il programma di militarizzazione e riarmo dell'Europa, per la gigantesca cifra di 800 miliardi di euro, è in realtà un programma per preservare il potere dell'attuale élite globalista post-nazionale al potere nell'UE e in Gran Bretagna, con il pretesto della necessità di contrastare la "minaccia russa".
Questa è la vera essenza della politica di questa élite unita. La militarizzazione della politica, dell'economia e della coscienza pubblica è un mezzo. L'obiettivo è mantenere il potere in una società completamente controllata, basata su falsi valori e dogmi..." (A.P.)

"La Prima Ministra italiana, Meloni, ha chiesto di estendere l'articolo 5 della NATO all'Ucraina, senza la sua adesione formale all'alleanza..." (ANSA)

"Come ho ribadito anche a Bruxelles ai socialisti europei noi siamo convinti che quello che serve oggi è un salto in avanti verso la difesa comune europea [...] la difesa europea è una cosa diversa rispetto all'agevolazione al riarmo dei 27 Stati membri [...] nella relazione al PD avevo detto sì alla difesa comune e no al riarmo nazionale" (Elly Schlein)



Video collegato:

"Gli europei hanno pianificato un programma di riarmo da 800 miliardi di euro e promosso la formazione di una improbabile “coalizione di volenterosi” a guida britannica che dovrebbe – in linea teorica – coordinare il supporto a Kiev e incrementare la pressione economica sulla Russia, in modo da favorire il raggiungimento di una “pace giusta”...": https://youtu.be/HTrGzHBFIT4

giovedì 6 marzo 2025

Ucraina. Se la UE schiera le truppe l'escalation sarà inevitabile...

 


L'avvertimento di Mosca, riguardo all'intervento diretto della UE nel conflitto ucraino, suggerisce che la Russia sta mettendo in guardia contro l'eventuale coinvolgimento diretto dell'Unione Europea in Ucraina, soprattutto se si dovessero schierare truppe a Kiev. La Russia potrebbe interpretare questo come un'escalation e potrebbe rispondere con azioni militari o altre misure di ritorsione.

Questi sviluppi indicano un aumento della tensione nella regione, con implicazioni per la sicurezza internazionale. Se l'Unione Europea dovesse prendere una posizione più attiva, la situazione potrebbe evolversi in un conflitto ancora più ampio. Se la Russia decidesse di rispondere all'eventuale coinvolgimento diretto dell'Unione Europea nel conflitto in Ucraina, ci sono diverse opzioni che si potrebbe considerare, a seconda delle circostanze e della strategia geopolitica: Attacchi cibernetici su larga scala: La Russia potrebbe intensificare gli attacchi informatici contro infrastrutture critiche europee, inclusi sistemi energetici, bancari e di comunicazione, al fine di destabilizzare l'economia e causare disordini sociali. Questo tipo di risposta sarebbe meno visibile rispetto a un attacco militare diretto, ma potrebbe comunque avere un impatto significativo.

Minacce nucleari: Sebbene altamente rischiosa, la Russia potrebbe ricorrere alla minaccia di usare armi nucleari tattiche come deterrente per far desistere l'Europa dal coinvolgimento diretto. L'uso di una retorica nucleare potrebbe creare paura e indebolire la determinazione delle nazioni europee a intervenire.

Attacchi missilistici: La Russia potrebbe lanciare attacchi missilistici contro obiettivi strategici in Europa, come basi militari, infrastrutture di trasporto o centrali energetiche. Questo potrebbe non solo minacciare la sicurezza europea, ma anche destabilizzare ulteriormente la regione.

Sostegno a gruppi separatisti: La Russia potrebbe ricorrere al supporto di gruppi separatisti che operano in Europa, alimentando conflitti interni e creando instabilità. Questo potrebbe includere sia finanziamenti che operazioni militari indirette.

Interventi attraverso alleati o proxy: Se la Russia desidera evitare un confronto diretto con l'Europa, potrebbe intensificare l'uso di alleati o gruppi di combattenti per colpire obiettivi europei, riducendo la responsabilità diretta e ampliando il conflitto.

(Massimo Taramasco)


Video collegato: https://youtu.be/xierxQjc9HE



Nota - Tutto ciò va inteso come un invito teso a far riflettere i vertici della UE e sconsigliare un intervento diretto nel conflitto ucraino, soprattutto in questo momento che il dialogo con gli USA per una soluzione concordata della guerra sta ottenendo risultati promettenti. (P.D'A.)

Trump cerca un sostituto a zelensky...?


"I principali alleati di Trump stanno tenendo colloqui segreti con gli oppositori ucraini di Zelensky".  L'amministrazione statunitense è alla ricerca di a) qualcuno che sostituisca Zelensky e b) qualcuno che non sia Zaluzhny.

Nel tentativo di estromettere il presidente ucraino, quattro sostenitori dell'attuale capo della Casa Bianca Donald Trump hanno tenuto colloqui segreti a Kiev con alcuni dei principali oppositori politici di Volodymyr Zelensky.

Secondo le fonti, tenute segrete, alcuni importanti alleati di Trump hanno avuto colloqui con la leader dell'opposizione ucraina Yulia Tymoshenko e con membri del partito dell'ex presidente ucraino Petro Poroshenko. Durante i colloqui segreti, il fulcro delle discussioni è stata la possibilità di tenere rapidamente elezioni presidenziali in Ucraina.

I collaboratori di Trump sono convinti che Zelensky non riuscirà a vincere le elezioni a causa della stanchezza degli ucraini nei confronti della guerra e del loro malcontento per la corruzione dilagante.

La posizione ufficiale dell'amministrazione statunitense è che Trump non interferirà nella politica interna dell'Ucraina. Tuttavia, il comportamento  dei suoi funzionari suggerisce il contrario".

Intanto nel Vecchio Continente Macaron e Strarmer  stanno facendo di tutto  per convincere Zelensky a cambiare il suo approccio alla comunicazione con Trump.  Lo scrive il New York Times.

Secondo le  informazioni trapelate, i leader britannico e francese inizialmente pensavano  che Zelensky  sarebbe  dovuto tornare, in veste di penitente,  immediatamente alla Casa Bianca, ma poi hanno deciso che sarebbe stato meglio prendersi una pausa e "lasciare che entrambe le parti si calmassero" dopo la disputa.

Ma la speranza di una  risalita delle quotazioni del capataz ucraino sono minime, anche perché la Russia  continua a considerare zelensky un interlocutore illegittimo ed infido, e tutto sommato l'attuale amministrazione  statunitense pensa la stessa cosa.

Attualmente la figura di zelensky è ben accetta solo alla fazione bellicista di UE e Perfida Albione ma le speranze di mantenere il capataz sul trono sono ben misere, come pure è miserevole la speranza di sconfiggere la Russia da parte della Comunità Europea della wonder women Ursula.


Starmer (la volpe) e Macaron (il gatto)  consigliano il capataz ucraino


Su questo tema consiglio di ascoltare l'intervista, sul Vaso di Pandora,  con Roberto Mazzoni, giornalista italiano espatriato in USA:    
https://www.youtube.com/watch?v=xCd1mapibQo

(P.D'A.)