martedì 22 dicembre 2015

Politici come zanzare... d'inverno ancora più fastidiose!


 

Un amico scienziato ha recentemente utilizzato un’efficace metafora per cercare di spiegare ai lettori di un giornale a diffusione regionale ed on line quanto sia prezioso il nostro pianeta e la vita che in esso si è sviluppata con la sua straordinaria biodiversità.

L’ho apprezzato molto soprattutto perché ha evitato simbolismi calcistici, cui purtroppo con eccessiva frequenza si è costretti a ricorrere per far capire concetti minimamente complessi ad una popolazione prevalentemente analfabeta di ritorno ed abituata alla demenzialità televisiva e mediatica, il cui scopo è appunto l’involuzione culturale della società (da Homo sapiens sapiens a Homo videns demens).

E’ ricorso alla metafora del gioco dei dadi.

Per capire quanto sia prezioso e raro il nostro pianeta ha affermato che le probabilità statistiche che nell’universo ve ne siano di simili (senza per questo escludere che vi possano essere formate forme di vita intelligenti in pianeti meno dotati di potenzialità come il nostro), nei quali si possano essere formati essere viventi e senzienti come nel nostro, occorrerebbe riuscire a lanciare i dadi un centinaio di volte facendo sempre sei.

Credo abbia reso bene la rarità valoriale del nostro pianeta e della vita che in esso si è formata e questo spiegherebbe il perché desti così tanta attenzione da parte di "visitatori" (ad aggiungerei "fruitori") da altre dimensioni e pianeti, stando sia alle testimonianze dei testi antichi (in particolare della civiltà della Valle dell'Indo e della Mesopotamia), che impropriamente e riduttivamente si definiscono miti, ma soprattutto a quelle testimonianze molto più recenti e frequenti, che si rifanno alle abduction, e che non possono così facilmente ed opportunisticamente essere relegati alla sfera delle psicopatologie (troppo comodo e pregiudizievole), in quanto le teorie della moderna fisica quantistica, l’ipnosi regressiva e PNL ed altre, in un approccio multidisciplinare, stanno fornendo gli strumenti tecnici e culturali per studiarli ed interpretarli correttamente, per quello che realmente sono nella maggioranza dei casi, esperienze di contatto con forme di vita di provenienza extradimensionale ed extraterrestre.

Se a queste considerazioni aggiungiamo che rispetto alla storia del nostro pianeta, ricorrendo alla comune metafora dell’orologio, la presenza umana occupa qualche secondo nel lunghissimo periodo trascorso, viene spontaneo domandarsi quanta poca consapevolezza l’essere umano disponga delle sue origini e qualità intrinseche, soprattutto rispetto all’abituale modo di fare politica, di atteggiarsi e comportarsi da parte di coloro che sono investiti di responsabilità pubbliche.

Quanto paradossale ed anacronistico risulta la presunta autorità di cui si sentono investiti una miriade di personaggini cui ci si dovrebbe (e vorrebbe) ancora rivolgere con i predicati di Eccellenza, Onorevole, Vostro Onore, ecc. che sono solo espressione di burocratismi obsoleti e clientelari, autoreferenziali ed oligarchici, che si consolidano vicendevolmente per frenare l’avversione (ormai prossima all’ostilità) da parte della società che dal basso, gradualmente ed inesorabilmente, ne percepisce ormai la sua decadenza, dannosità e vanità.

Nostro malgrado, si assiste in modalità motu proprio e perpetuo, al teatrino della politica, in cui questi personaggini recitano un ruolo in una fiction, che loro credono realtà, mentre vivono (come tutti noi) in una Matrix di cui non hanno la benché minima consapevolezza (disponendo di una coscienza compressa, ridotta ai minimi termini, del tutto priva di potenzialità noetiche). Si sentono cioè protagonisti dotati di potere e prestigio, mentre sono solo miseri attori di una fiction, che stando alla moderna fisica quantistica, è a sua volta inserita in una fiction più grande, essendo la vita una specie di film, una realtà virtuale, olografica.

Come tutti gli attori, si sentono grandi finché disporranno di fans, cioè di persone che vorrebbero essere al loro posto. Quando questo processo cesserà, quando cioè si raggiungerà una massa critica di persone che avranno acquisito consapevolezza espandendo la propria coscienza, il re sarà nudo e la sua nudità risulterà in tutta la sua patetica ridicolaggine che sfocerà in empietà.

Per il momento continueranno apparentemente a prosperare, ammantati da un’aura mediatica artatamente contraffatta per fornirne un’immagine fasulla e prosopopeica, funzionale all’asservimento delle masse.

Aspettarsi qualche cosa di valore dalla loro attività è pura illusione. Come è illusione una fiction, ancor più se situata all’interno di un’altra fiction.

Ma finché saremo solo spettatori passivi, il teatrino proseguirà imperterrito e rappresenterà ciò che crediamo realtà, perché saremo noi ad alimentarlo con le nostre aspettative puerili e fragilità psicologiche.

In realtà non abbiamo bisogno di loro, semmai sono loro che hanno bisogno di noi, meglio se asserviti stupidamente da una molteplicità di dipendenze coercitive, da azioni liberticide accettate come necessarie, come se fosse naturale subire estorsioni per poi implorare una parziale restituzione di quanto ci apparteneva.

E’ un mondo distorto, cui malauguratamente ci hanno abituati e come nella caverna platonica scambiamo le ombre per realtà, depotenziandoci infinitamente.

Claudio Martinotti Doria 


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