Un
amico scienziato ha recentemente utilizzato un’efficace metafora per
cercare di spiegare ai lettori di un giornale a diffusione regionale ed
on line quanto sia prezioso il nostro pianeta e la vita che in esso si è
sviluppata con la sua straordinaria biodiversità.
L’ho
apprezzato molto soprattutto perché ha evitato simbolismi calcistici,
cui purtroppo con eccessiva frequenza si è costretti a ricorrere per far
capire concetti minimamente complessi ad una popolazione
prevalentemente analfabeta di ritorno ed abituata alla demenzialità
televisiva e mediatica, il cui scopo è appunto l’involuzione culturale
della società (da Homo sapiens sapiens a Homo videns demens).
E’ ricorso alla metafora del gioco dei dadi.
Per
capire quanto sia prezioso e raro il nostro pianeta ha affermato che le
probabilità statistiche che nell’universo ve ne siano di simili (senza
per questo escludere che vi possano essere formate forme di vita
intelligenti in pianeti meno dotati di potenzialità come il nostro), nei
quali si possano essere formati essere viventi e senzienti come nel
nostro, occorrerebbe riuscire a lanciare i dadi un centinaio di volte
facendo sempre sei.
Credo
abbia reso bene la rarità valoriale del nostro pianeta e della vita che
in esso si è formata e questo spiegherebbe il perché desti così tanta
attenzione da parte di "visitatori" (ad aggiungerei "fruitori") da altre
dimensioni e pianeti, stando sia alle testimonianze dei testi antichi
(in particolare della civiltà della Valle dell'Indo e della
Mesopotamia), che impropriamente e riduttivamente si definiscono miti,
ma soprattutto a quelle testimonianze molto più recenti e frequenti, che
si rifanno alle abduction, e che non possono così facilmente ed
opportunisticamente essere relegati alla sfera delle psicopatologie
(troppo comodo e pregiudizievole), in quanto le teorie della moderna
fisica quantistica, l’ipnosi regressiva e PNL ed altre, in un approccio
multidisciplinare, stanno fornendo gli strumenti tecnici e culturali per
studiarli ed interpretarli correttamente, per quello che realmente sono
nella maggioranza dei casi, esperienze di contatto con forme di vita di
provenienza extradimensionale ed extraterrestre.
Se
a queste considerazioni aggiungiamo che rispetto alla storia del nostro
pianeta, ricorrendo alla comune metafora dell’orologio, la presenza
umana occupa qualche secondo nel lunghissimo periodo trascorso, viene
spontaneo domandarsi quanta poca consapevolezza l’essere umano disponga
delle sue origini e qualità intrinseche, soprattutto rispetto
all’abituale modo di fare politica, di atteggiarsi e comportarsi da
parte di coloro che sono investiti di responsabilità pubbliche.
Quanto
paradossale ed anacronistico risulta la presunta autorità di cui si
sentono investiti una miriade di personaggini cui ci si dovrebbe (e
vorrebbe) ancora rivolgere con i predicati di Eccellenza, Onorevole,
Vostro Onore, ecc. che sono solo espressione di burocratismi obsoleti e
clientelari, autoreferenziali ed oligarchici, che si consolidano
vicendevolmente per frenare l’avversione (ormai prossima all’ostilità)
da parte della società che dal basso, gradualmente ed inesorabilmente,
ne percepisce ormai la sua decadenza, dannosità e vanità.
Nostro
malgrado, si assiste in modalità motu proprio e perpetuo, al teatrino
della politica, in cui questi personaggini recitano un ruolo in una
fiction, che loro credono realtà, mentre vivono (come tutti noi) in una
Matrix di cui non hanno la benché minima consapevolezza (disponendo di
una coscienza compressa, ridotta ai minimi termini, del tutto priva di
potenzialità noetiche). Si sentono cioè protagonisti dotati di potere e
prestigio, mentre sono solo miseri attori di una fiction, che stando
alla moderna fisica quantistica, è a sua volta inserita in una fiction
più grande, essendo la vita una specie di film, una realtà virtuale,
olografica.
Come
tutti gli attori, si sentono grandi finché disporranno di fans, cioè di
persone che vorrebbero essere al loro posto. Quando questo processo
cesserà, quando cioè si raggiungerà una massa critica di persone che
avranno acquisito consapevolezza espandendo la propria coscienza, il re
sarà nudo e la sua nudità risulterà in tutta la sua patetica
ridicolaggine che sfocerà in empietà.
Per
il momento continueranno apparentemente a prosperare, ammantati da
un’aura mediatica artatamente contraffatta per fornirne un’immagine
fasulla e prosopopeica, funzionale all’asservimento delle masse.
Aspettarsi
qualche cosa di valore dalla loro attività è pura illusione. Come è
illusione una fiction, ancor più se situata all’interno di un’altra
fiction.
Ma
finché saremo solo spettatori passivi, il teatrino proseguirà
imperterrito e rappresenterà ciò che crediamo realtà, perché saremo noi
ad alimentarlo con le nostre aspettative puerili e fragilità
psicologiche.
In
realtà non abbiamo bisogno di loro, semmai sono loro che hanno bisogno
di noi, meglio se asserviti stupidamente da una molteplicità di
dipendenze coercitive, da azioni liberticide accettate come necessarie,
come se fosse naturale subire estorsioni per poi implorare una parziale
restituzione di quanto ci apparteneva.
E’
un mondo distorto, cui malauguratamente ci hanno abituati e come nella
caverna platonica scambiamo le ombre per realtà, depotenziandoci
infinitamente.
Claudio Martinotti Doria
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