domenica 27 aprile 2014

Viterbo - Consumo di alimenti all'aperto: no alla frutta e verdura e sì a gelati e pizze...

FRUTTA E VERDURA, IN STRADA
NON SI PUO’ PIU’. ED I TAVOLI  DI
 BAR E PIZZERIE POSSONO ANCORA ?


Lettera aperta del senatore Michele Bonatesta al sindaco
di Viterbo Leonardo Michelini e all’assessore Alvaro Ricci

Viterbo. Carissimo ingegnere Leonardo Michelini, sindaco di Viterbo,
carissimo assessore del Comune di Viterbo Alvaro Ricci,
carissimi entrambi.

Alimenti per strada? Non è più possibile per garantire l'igiene e la sanità!
E quella che fa testo è  la sentenza del 2 aprile scorso della Corte di Cassazione.

Quella stessa sentenza che ha già avuto il doveroso e dovuto seguito in molte città d’ Italia, Roma compresa ( se non vado errato).

Quella stessa sentenza che evidentemente - carissimo sindaco di Viterbo, carissimo assessore Alvaro Ricci - è evidentemente ‘ sfuggita ‘ al comandante dei vigili urbani di Viterbo, il colonnello Franco Fainelli, al quale competerebbe (ritengo ma potrei anche sbagliare) richiamare l’attenzione degli amministratori del Comune di Viterbo per l’adozione di atti conseguenti alla sentenza stessa.

Come ha fatto Guidonia,… e non solo.

Essì, illustrissimo ingegnere Leonardo Michelini sindaco di Viterbo, illustrissimo assessore di Viterbo Alvaro Ricci, illustrissimi entrambi.

Io ritengo che né voi, né il colonnello comandante della Polizia Locale, né la Als di Viterbo possiate continuare ad ‘ignorare‘ la sentenza della Corte di Cassazione…  continuando a concedere autorizzazioni all’occupazione di suolo pubblico e continuando a riscuotere tributi per l’occupazione di suolo pubblico in condizioni e situazioni espressamente vietate dalla legge.

Essì, io non sono un esperto in materia giudica, gentilissimo ingegnere Leonardo Michelini,gentilissimo geometra Alvaro Ricci, gentilissimi entrambi ma credo che in questo momento il Comune di Viterbo potrebbe essere ritenuto responsabile dalla magistratura quantomeno di comportamenti omissivi se non addirittura di comportamenti contro la salvaguardia della salute dei cittadini.

Cittadini che - se me lo consentite, illustrissimi entrambi, si potrebbe anche ipotizzare che ‘qualcuno‘ ne stia permettendo l’avvelenamento…  sia pure per piccole dosi.

Epproprio: viterbesi ‘ avvelenati ‘ per piccole dosi… per tante piccole dosi  ma… nel lungo periodo ?

Essì, carissimo sindaco Leonardo Michelini, carissimo assessore Alvaro Ricci.

Una piccola dose di arsenico nell’acqua ‘potabile‘…  una piccola dose di radon nelle abitazioni private e negli edifici pubblici… una piccola dose di amianto ancora presente in molte zone della città… una piccola dose diagenti atmosferici e di gas di scarico sugli alimenti in esposizione… nelle fiere… nei mercati rionali… eccetera eccetera eccetera.

Epproprio, tante ‘ piccole dosi ‘, carissimi entrambi, che alla fine ( e sul lungo periodo) tutte insieme potrebbero anche essere le responsabili della percentuale sopra la media regionale (se non addirittura nazionale ?) di decessi per tumore a Viterbo .

“ Ed io cosa c’azzecco con gli alimenti esposti all’aria aperta, in prossimità di strade percorse da vicoli a motore ? “ potrebbe obiettare a questo punto l’assessore Alvaro Ricci .

C’azzecca, carissimo assessore; c’azzecca, gentilissimo assessore Alvaro Ricci.


...non è forse lei che ora sta spingendo i commercianti del centro storico ‘ ad uscire da loro guscio ‘ occupando parte del suolo pubblico ( che non potrà essere gratuito per il principio di ‘parità‘ con i commercianti che esercitano le loro attività nei quartieri di periferia), migliorando in tal modo i servizi (si pensa) per i viterbesi stessi e per i turisti (se e quando arriveranno)?

E se la Corte di Cassazione ha stabilito la ‘nocività‘ di alimenti esposti all’aperto che vanno poi lavati, sbucciati, a volte cotti, non potrebbe esservi la stessa ‘ nocività ‘ per gli alimenti ‘ consumati all’aperto’, tra inquinanti atmosferici ed auto che transitano nelle vie vicine e… vicinissime?

Una coppa di gelato consumata al tavolo di un bar all’aperto, tavolo che gode di un autorizzazione del Comune e sul quale il Comune percepisce la tassa di occupazione del suolo pubblico, cosa ha di differente da una arancia da sbucciare, esposta nelle cassette all’esterno del ‘frutta e verdura‘ di turno o all’esterno del camion dell’ambulante di turno? Ed una bella pizza fumante, in cosa si distacca dal divieto previsto per la frutta e verdura all’aperto?

Mi sto spiegando, egregio assessore Alvaro Ricci, egregio sindaco Leonardo Michelini, il perché del coinvolgimento di entrambi da parte del sottoscritto ?

Perché ultimamente ho letto che la stessa amministrazione comunale di Viterbo starebbe cercando di convincere i commercianti ad affrontare spese (per pedane… tendoni… piante all’aperto (e su suolo pubblico), spese che poi potrebbero portare a… violazioni di legge.

Epproprio: spese per progetti che potrebbero entrare in contrasto con la succitata sentenza della Corte di Cassazione che ‘ per analogia ‘ potrebbe intendersi estesa a tutti gli alimenti esposti o consumati in luogo all’aperto, a ridosso di strade e di traffico veicolare.


O no ?


Sen. Michele Bonatesta

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