In tutto il mondo crescono i movimenti e le iniziative per il superamento delle proibizioni sulla coltivazione e sull'uso di cannabis; negli Stati Uniti, con due referendum, nel novembre scorso, è stata votata la legalizzazione del possesso e della vendita. In molti Parlamenti latino americani sono in discussione leggi sul tema, e manifestazioni popolari si svolgono in quei paesi che più hanno sofferto per la "guerra alla droga", lanciata da Nixon ormai 50 anni fa, come Colombia e Messico. Il lavoro della Global Commission, una commissione indipendente formatasi in seguito all'appello di tre ex presidenti di Stato, è riuscita a sollevare un forte dibattito pubblico e a far comprendere la necessità di sperimentare nuovi modelli di approccio.
In Europa la rete ENCOD (Coalizione europea per politiche sulle droghe giuste ed efficaci) promuove e segue fino dall'inizio degli anni 2000 la creazione dei social cannabis club, nei quali si produce la cannabis per l'uso personale dei soci; ne sono sorti a decine, in Spagna, Belgio, Slovenia, Inghilterra ecc.; in Francia, dove la coltivazione, anche di una sola pianta, come in Italia, è reato da codice penale, la creazione di centinaia di CSC ha assunto la forma di una disobbedienza civile che sta salendo alla cronaca dopo l'arresto del coordinatore nazionale, Dominique Broc. In numerosi paesi le leggi si stanno adeguando ad una visione più moderna e sensata; fra tutti l'esempio del Portogallo, che da una decina di anni ha depenalizzato il possesso di tutte le droghe ed ha visto diminuire le tossicodipendenze e i consumi problematici, ha fatto da apripista a un nuovo modo di gestire la diffusione delle sostanze psicotrope.
E in Italia?
Anche da noi, che siamo vittime, insieme a Francia e Svezia, delle leggi più severe e più miopi, si sta faticosamente sollevando l'argomento; è da poco iniziata la raccolta delle firme per una proposta di legge di iniziativa popolare, promossa da un cartello di associazioni che si occupa dei problemi legati alle condizioni carcerarie; un'altra proposta, elaborata da ASCIA (Associazione per la sensibilizzazione sulla canapa autoprodotta in Italia) non è ancora stata presentata formalmente, ma ha ottenuto un buon riscontro dopo esser stata pubblicata sul blog del Movimento 5 Stelle. Il Progetto Freeweed ha costituito una rete di referenti in tutta Italia in previsione del deposito di un quesito referendario.
La Million Marijuana March quest'anno, oltre al tradizionale appuntamento di manifestazione e marcia, sabato 4 maggio, dal Piazzale dei Partigiani fino al CSA La Torre, Via Bertero, si articolerà in tre giorni, con un incontro di apertura alla Camera dei Deputati, giovedì 2 maggio alle 11, e un confronto pomeridiano, venerdì alle 18, presso il CSA La Torre.
Mercoledì 10 aprile u.s., infine, una delegazione di radicali, guidata dal segretario di RI, Mario Staderini, ha depositato 6 quesiti referendari, dei quali uno riguardante la legislazione sulle droghe, per la depenalizzazione dei fatti di lieve entità, e una proposta di legge di iniziativa popolare, per la legalizzazione di coltivazione e commercio di cannabis, già depositata anche in Parlamento nella scorsa legislatura.
(Fonte: condominioTerra)
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