E Beppe Grillo?
Beppe Grillo ha il grande merito di aver impiegato la fama e l’ascendente conquistati come comico, con le relazioni e i soldi conseguenti, per dare voce all’indignazione, al rancore e alla protesta che si sono accumulati nelle masse popolari per il corso che i vertici della Repubblica Pontificia hanno impresso alle cose, in particolare da quando nel 2008 la crisi generale del capitalismo è entrata nella sua fase acuta e terminale.
Dato il declino da cui il movimento comunista cosciente e organizzato non si è ancora risollevato, le masse popolari non avevano più neanche voce nelle istituzioni della Repubblica Pontificia e anche nel paese, alla base, si disperdevano (e ancora si disperdono) in mille lotte, a volte anche eroiche ma in larga misura inconcludenti (la raccolta e la formazione delle forze rivoluzionarie e il consolidamento del Partito comunista sono ancora in una fase embrionale).
Con il risultato delle elezioni del 24 e 25 febbraio il M5S ha ora 163 Parlamentari nelle istituzioni della Repubblica Pontificia. Ma essi sono dove sono perché si sono impegnati ad essere la voce delle masse popolari indignate e insofferenti. Ora anche loro e Beppe Grillo non saranno più dalle masse popolari apprezzati solo per le denunce e le promesse, ma principalmente per quello che effettivamente combineranno.
Per questo sono l’unica formazione che ha interesse a rifare le elezioni subito: ma proprio subito, perché tra qualche mese saranno apprezzati principalmente per i risultati.
Quali saranno i risultati del M5S?
Uno dei motivi del successo del M5S e di Beppe Grillo sta nel fatto che i mali che denunciano e i rimedi che agitano corrispondono al senso comune, alla mentalità corrente e alle relazioni abituali, a differenza del programma di noi comunisti: questo contempla un rivolgimento generale del sistema di relazioni sociali perché, proprio nei paesi imperialisti, l’instaurazione del socialismo corrisponde non a quello che l’umanità è già, ma a quello che deve diventare per uscire dal marasma attuale e che può diventare perché ha in sé i presupposti per diventarlo, ma solo i presupposti: la mentalità e le relazioni corrispondenti sono tutte da inventare e verificare.
Il motivo del successo è però anche la debolezza di Beppe Grillo e del M5S. I rimedi che propongono sono inconsistenti. Alcuni perché riguardano aspetti del tutto superficiali o luoghi comuni: come ad esempio abolire i sindacati di regime, che sono solo l’ultima ruota del carro della corruzione e degli sprechi del regime e che sono in via di liquidazione da parte del regime stesso per il pericolo che rivestono come potenziali centri di mobilitazione delle masse popolari.
Altri perché ognuno di essi avrebbe qualche senso solo se attuato contemporaneamente a tutti gli altri e ad altre misure (del tipo delle Sei Grandi Misure che compongono il programma del GBP) che Beppe Grillo e il M5S non considerano. Ma questo non può essere attuato da un governo: richiede come fattore determinante non solo l’adesione, ma il concorso attivo e organizzato, da protagonisti, almeno di una parte importante delle masse popolari. E Beppe Grillo e il M5S ancora non si sono messi a promuovere la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari.
In definitiva i rimedi proposti da Beppe Grillo e dal M5S sono inattuabili. Quindi essi faranno cose diverse da quelle che hanno dichiarato finora. Che cosa faranno in realtà?
È quello che, lo vogliano o no, lo capiscano o no, di fatto decidono con il comportamento che avranno in questi mesi a partire dalla posizione in cui il successo elettorale li ha messi.
Con i mezzi e le risorse che la loro nuova posizione nel regime dà loro, Beppe Grillo e il M5S possono dare un grande contributo alla mobilitazione, all’organizzazione e all’orientamento necessari perché le masse popolari organizzate prendano in mano a ogni livello il loro destino, rendano ingovernabile il paese da parte dei governi tecnici o non tecnici dei vertici della Repubblica Pontificia e facciano ingoiare a questi un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate, il governo delle OO e OP: il Governo di Blocco Popolare.
Se non faranno questo, Beppe Grillo e il M5S, che lo vogliano o no, diventeranno anch’essi complici dei vertici della Repubblica Pontificia e subiranno la sorte dei tanto denunciati partiti del regime. Non a caso questi li sollecitano e allettano perché si mischino e confondano con loro.
Nuovo PCI - nuovo-pci@mailtor.org
Foto di Gustavo Piccinini
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